Rosario Angelo Livatino: “Martire della fede e della giustizia”
"La sua testimonianza martiriale di fede e giustizia - scrive Papa Francesco nell'introduzione del libro "Dal martirio “a secco” al martirio di sangue" sia seme di concordia e di pace sociale, sia emblema della necessità di sentirci ed essere fratelli tutti, e non rivali o nemici"

Il magistrato Rosario Angelo Livatino sarà beatificato domenica 9 maggio 2021, presso il Duomo di Agrigento alle 10, all’interno della celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle cause dei santi. Si tratta di una data non casuale. Infatti, in quello stesso giorno del 1993, Papa Giovanni Paolo II nella splendida cornice della valle dei templi tenne un duro discorso contro la mafia, invitando i mafiosi a convertirsi, poiché “un giorno arriverà il giudizio di Dio“. Un monito che è condiviso anche da Papa Francesco che nell’introduzione del libro Rosario Angelo Livatino Dal martirio “a secco” al martirio di sangue”, scritto dall’arcivescovo di Catanzaro-Squillace monsignor Cesare Bertolone, definisce i mafiosi «gli Erodi del nostro tempo, quelli che, non guardando in faccia all’innocenza, arruolano perfino gli adolescenti per farli diventare killer spietati in missioni di morte».
Livatino sarà il primo magistrato beato della storia civile e della storia della Chiesa. Al giudice ucciso il 21 settembre 1990 dalla Stidda, nota associazione di stampo mafioso che opera nel territorio Agrigentino, mentre si recava come ogni mattina al lavoro a bordo della sua Ford Fiesta rossa, la Congregazione delle cause dei santi in un decreto pubblicato il 21 dicembre ha riconosciuto il martirio in “odium fidei”, cioè il martirio in odio alla fede. Nel decreto si legge «la sua nota dirittura morale per quanto riguarda l’esercizio della giustizia radicata nella fede».
Egli non si è mai arreso nella sua battaglia per i valori della giustizia e della verità, pur sapendo i pericoli che correva, anzi era giunto ad un’accettazione di questi dopo un percorso di discernimento spirituale che lo portò a voler ricevere il sacramento della cresima all’età di 35 anni. Questa maturazione lo portò a non chiedere una scorta, perché sapeva che “prima o poi gli sarebbe toccato” e non voleva mettere a repentaglio la vita di altri uomini innocenti.
Il magistrato Livatino è un esempio importante per tutti i cristiani, in particolare per i giovani, chiamati a portare avanti con forza la lotta alle associazioni malavitose, come ha sostenuto anche Papa Francesco nell’introduzione del Libro su Livatino di Bertolone: «soprattutto per i giovani che vengono irretiti dalle sirene mafiose per una vita di violenza, di corruzione, di sopraffazione e di morte. La sua testimonianza martiriale di fede e giustizia sia seme di concordia e di pace sociale, sia emblema della necessità di sentirci ed essere fratelli tutti, e non rivali o nemici».
Il suo esempio, talmente forte che era stato definito in maniera dispregiativa dai suoi nemici: «uno “scimunito” un “santocchio”, un bigotto per questo suo attaccamento alla fede» è dunque la sua beatificazione di notevole importanza pedagogica, un grido della legalità che fa di quest’uomo riprendendo ancora una volta le parole di Papa Giovanni Paolo II ad Agrigento «un martire della fede e della giustizia». Sarà possibile assistere alla celebrazione, che sarà trasmessa in diretta televisiva su Rai 1 e TV2000.
GIORGIA D’ONOFRIO