“Il lavoro è per la vita, non può essere per la morte”
"La Settimana sociale – precisa monsignor Santoro – vuole essere vicina ai problemi, alla vita della gente, e nello stesso tempo portare avanti un’interlocuzione con la società e con il Parlamento italiano, partendo dall’ascolto della realtà e dalle buone pratiche sul territorio e coinvolgendo i giovani sul tema della sostenibilità ambientale"

«Il lavoro è per la vita, non può essere per la morte». Con queste parole ieri – presso la sede dell’Università Lumsa di Roma – monsignor Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali dei cattolici italiani, ha presentato uno dei temi al centro della 49ª prossima edizione, in programma a Taranto dal 21 al 24 ottobre sul tema “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso”: «Troppe persone perdono la vita a causa del lavoro – denuncia il presule -. È un problema gravissimo. Siamo vicino alle famiglie, sentiamo il loro grande dramma. C’è una contraddizione stridente: il lavoro è per la vita, non può essere per la morte».
Quindi l’arcivescovo di Taranto ha citato l’esempio dell’Ilva nella sua città: «Ho visto con i miei occhi – testimonia – i volti di persone distrutte dalla contaminazione ambientale, soprattutto i bambini. Li ho visti ammalarsi di cancro a causa dell’inquinamento. Prima delle teorie o delle analisi socio-economiche c’è il dramma delle persone. È questa la grande sfida che ci viene dalla devastazione ambientale e dalla salvaguardia di un lavoro degno». Da qui l’importanza dell’appuntamento: «La Settimana sociale – ricorda monsignor Santoro – vuole essere vicina ai problemi, alla vita della gente, e nello stesso tempo portare avanti un’interlocuzione con la società e con il Parlamento italiano, partendo dall’ascolto della realtà e dalle buone pratiche sul territorio e coinvolgendo i giovani sul tema della sostenibilità ambientale».
In seguito, il presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali ha presentato due proposte che verranno lanciate alle diocesi nel corso del meeting, ovvero quella di fare investimenti solo “carbon free” e utilizzare, a partire dalle scuole, solo prodotti “capolarato free”: «Nella mia diocesi avviene già così», racconta l’arcivescovo Santoro, in riferimento alla prima proposta, chiedendo alla chiese locali di investire solo in prodotti senza emissioni di carbonio. Per quanto concerne la seconda proposta, come spiegato dall’economista e membro del Comitato scientifico Leonardo Becchetti, si tratta in particolare di favorire la distribuzione, nelle scuole italiane, di prodotti “capolarato free”, cioè privi di qualsiasi forma di sfruttamento sul lavoro: «L’Europa – ricorda Becchetti, a proposito delle risorse messe a disposizione dell’Unione europea con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) di cui il 40% dovrebbe essere destinato al Mezzogiorno – ci chiederà non solo come abbiamo speso i nostri soldi, ma quale impatto avranno avuto le nostre iniziative». Risorse che, comunque, non sono mai abbastanza: «Più che il 40% – aggiunge monsignor Filippo Santoro -, il Sud avrebbe bisogno del 70%, per sostenere i soggetti più fragili e far sì che la situazione economica riparta. La fragilità più grande che abbiamo è nelle infrastrutture».

E tra le parole chiave della prossima Settimana sociale ci saranno le “buone pratiche”, di cui 271 sono già state censite: «Tra di esse – annuncia l’economista Becchetti – c’è la Cooperativa Il Guscio, che nascerà come opera-segno proprio in occasione delle giornate pugliesi. La sua peculiarità è quella di utilizzare il materiale di risulta che si trova nel mare, per trasformarlo in qualcosa che possa innovare e creare lavoro». Quindi il componente del Comitato organizzatore delle Settimane sociali ha lanciato uno slogan: «Siamo noi il cambiamento», afferma spiegando che a Taranto si lavorerà a quattro mani per «cercare di coniugare le esigenze del mercato con la cittadinanza attiva. La spinta deve venire dal basso. Le istituzioni non faranno nulla se non ci daremo da fare».
Al termine della conferenza stampa, l’arcivescovo di Taranto è stato anche incalzato in riferimento all’assalto alla sede nazionale della Cgil, avvenuto a Roma in questi giorni: «Va superata la mentalità del rancore – esorta l’arcivescovo -, la mentalità della distruzione. È la mentalità che fa riferimento ad una mentalità fascista». Santoro ha quindi espresso «vicinanza e solidarietà» alla Cgil, ricordando gli incontri avuti nel corso di tempo con il segretario generale Maurizio Landini, “con Gesmundo in Puglia”: «In questo momento – esorta infine monsignor Santoro –, quella che va superata è la mentalità del rancore, la mentalità della distruzione. È la mentalità che fa riferimento ad una mentalità fascista. Va superata una mentalità, e una prassi, violenta, distruttiva di tutto ciò che è contrario alla vita democratica. Serve un cambiamento di mentalità, altrimenti non se ne verrà mai fuori».