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“Il potere va esercitato per servire, non per dominare”

"Perché il potere in questo mondo - sottolinea l'arcivescovo Valentinetti – va esercitato così. Non è esercitato così nella politica, purtroppo, non è esercitato così nell’economia, non è esercitato così nella finanza. E, devo dirlo con rammarico, molte volte non è esercitato così neanche nella Chiesa. Il potere è una brutta bestia, è una brutta tentazione"

Lo ha ricordato ieri l’arcivescovo Valentinetti ai giovani, che hanno partecipato alla Gmg diocesana nella chiesa dello Spirito Santo

Monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne, pronuncia l'omelia

«È un segno, è un segno che nasce dai giovani. Si riparte da voi carissimi giovani. Si riparte da voi per la fede, si riparte da voi per annunciare il Vangelo». Con queste parole ieri mattina, presiedendo la santa messa, l’arcivescovo di Pescara-Penne ha salutato le centinaia di giovani pescaresi (provenienti da molte parrocchie della diocesi) che hanno gremito la chiesa dello Spirito Santo a Pescara, per celebrare la 36ª Giornata mondiale della gioventù a livello diocesano (dal tema “Alzati! Ti costituisco testimone di quel che hai visto” cfr. At 26,16) che la Chiesaper volontà di Papa Francescoha voluto vivere per la prima volta in coincidenza con la solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo. Una comunione che il presule, oltre che ai giovani presenti e a Papa Francesco in concomitanza con il quale presiedeva la liturgia, ha voluto esprimere anche al di fuori dei confini nazionali: «Ho voluto esprimere la comunione con una piccola parte del mondo – conferma – anche negli abiti liturgici che indosso. La casula che indosso è stata tessuta in Albania, dove la nostra diocesi ha vissuto un’esperienza missionaria. La mitria è stata consegnata ai vescovi all’ultima Giornata mondiale della gioventù di Rio de Janeiro».

Dopo questa introduzione l’arcivescovo Valentinetti, nell’omelia, ha posto l’attenzione sul Vangelo e sulle letture della solennità di Cristo Re: «Non so – s’interroga rivolgendosi ai giovani presenti – se vi siete mai domandati cosa significa quella scritta in latino “Inri” che campeggia sotto la croce la quale, tradotta in italiano, significa “Gesù nazareno re dei giudei”. Perché? Il famoso “cartiglio”, così si chiamava, veniva affisso sulla croce per indicare il motivo della condanna di chi vi veniva posto. Dunque, Pilato scrive quel cartiglio con la convinzione che Gesù fosse un usurpatore del regno di Cesare. Tant’è vero che, se avete ascoltato bene la pagina del Vangelo, la prima domanda che Pilato pone a Gesù nel famosissimo processo è “Sei tu Gesù, il re dei giudei?”. Perché? Se Gesù avesse risposto “sì”, la condanna era tranquilla. Non c’era nessun problema, era un oppositore di Cesare, doveva morire. Aveva un potere e il potere che si contrapponeva a quello di Cesare, non poteva esistere. Ma Gesù dice qualcos’altro “Il mio Regno non è di questo mondo. Se il Regno fosse di questo mondo, io avrei un esercito, ma non ce l’ho. Il mio potere non si esercita con la forza, non si esercita con la violenza o con la prepotenza. Il mio potere non si esercita, neanche a dirlo, con la guerra”. Allora, gli ribadisce Pilato, “Tu sei re, ma di che regno si tratta?”. E Gesù cerca di spiegare a questo pagano, a questo romano – rude soldato – che governava allora la terra d’Israele “Chiunque dà la verità, ascolta la mia voce”. E Pilato gli risponderà, non è nel testo che abbiamo ascoltato, “Che cos’è la verità?”. Non lo sapeva, poveretto! Non aveva cognizione della verità o per lui la verità era il potere, la forza, il potere, il dominio, come per tanti uomini di questo tempo. Perché non bisogna dimenticare che questa dimensione del potere così esercitato esiste anche oggi».

I giovani pescaresi, ieri, nella chiesa dello Spirito Santo

Così, a questo punto, l’arcivescovo di Pescara-Penne si è chiesto di che regno si tratti e di che potere si tratti: «Visto e considerato – aggiunge – che il libro dell’Apocalisse, nella seconda lettura, afferma che Colui che verrà alla fine dei tempi proclamerà queste parole “Io sono l’alfa e l’omega, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente”. Cioè Colui che potrebbe fare tutto. In realtà questa parola “onnipotente” non è corretta nella sua traduzione. È Colui che tiene insieme tutto, Colui che raduna tutto nelle sue mani, Colui che fa unità di tutto. E allora questo regno, che regno è? Vi ricordate quando due discepoli di Gesù gli chiesero “Vogliamo stare uno alla tua destra e uno alla tua sinistra?”. È la risposta è stata “Chi vuole essere il primo, sia il servo di tutti”. Ecco la regalità di Gesù, regnare è servire. Gesù è profeta, perché annuncia la Parola; Gesù è sacerdote, perché media la relazione tra noi e il Padre attraverso i sacramenti; Gesù è re perché è venuto non per essere servito, ma per servire. E la sua vita è stata un continuo servizio per i poveri, gli ammalati, gli esclusi, gli abbandonati. Gli stessi discepoli, quando Gesù nell’ultima cena si toglie i vestiti e gli lava i piedi “Dite bene, io sono il Maestro e ho fatto questo. Anche voi dovete avere il coraggio di lavarvi i piedi gli uni gli altri”».

Un modello, quest’ultimo, che vale anche per noi oggi e che i giovani pescaresi hanno sperimentato durante la Gmg diocesana: «E allora, cari fratelli e sorelle – osserva monsignor Tommaso Valentinetti -, siccome nel battesimo anche noi siamo diventati profeti, sacerdoti e re e in questa settimana non vi siete accorti, forse, ma avete vissuto questa vocazione in pienezza. Sacerdoti, perché durante tutte le sere del pellegrinaggio di preghiera (le worship itineranti che si sono svolte attraverso la diocesi nell’ultima settimana), avete unito la vostra vita a Cristo che media il rapporto col Padre. Profeti perché stanotte (la notte tra sabato 20 e domenica 21 novembre) molti di voi hanno annunciato il Vangelo agli altri fratelli, che magari a tutto stavano pensando eccettuato che incontrare, per un attimo, Gesù. E l’esperienza del servizio, a cui siete stati anche voi invitati per esserci anche voi (l’evangelizzazione di strada compiuta sabato sera nel centro di Pescara), esercitanti di un potere che è servire, non predominare».

A tal proposito, il presule ha esortato i ragazzi ad allenarsi: «Perché il potere in questo mondo – precisa – va esercitato così. Non è esercitato così nella politica, purtroppo, non è esercitato così nell’economia, non è esercitato così nella finanza. E, devo dirlo con rammarico, molte volte non è esercitato così neanche nella Chiesa. Il potere è una brutta bestia, è una brutta tentazione, che fa parte delle tre tentazioni madri, piacere, possedere e potere. Lo steso Gesù, fin sotto la croce, è stato tentato nel suo potere “Se sei figlio di Dio, scendi dalla croce e crederemo in te”. Ma Lui è sceso? No, ha servito fino in fondo per amore, con coraggio, anche nel dare la vita con l’ultima goccia di sangue. Bisogna avere il coraggio di esercitarci, anche se la vita – molte volte – non ci favorisce in questo esercizio, ma dobbiamo avere coraggio, perché voi siete i responsabili della Chiesa di domani e voi siete i responsabili della società di domani. Assumetevi le vostre responsabilità nella luce del Vangelo e nella luce di questa celebrazione che il Signore ci sta dando di fare. Perché, assumendovi questa responsabilità, la vostra vita, la vostra esistenza, il vostro cammino di fede, sarà realmente una lode a Colui che ci ama, che ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno di sacerdoti. E io aggiungo, profeti e re per il suo Dio e Padre. A Lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli».

Don Domenico Di Pietropaolo, direttore della Pastorale giovanile diocesana di Pescara-Penne

A margine della santa messa e di questa settimana dedicata alla Giornata mondiale della gioventù vissuta tra preghiera e servizio, è rimasto soddisfatto il direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale giovanile don Domenico Di Pietropaolo: «È stata un’esperienza veramente bella – commenta il presbitero che ha concelebrato la santa messa -, perché in fondo si è vista l’importanza di lavorare con la Consulta diocesana di Pastorale giovanile. Nel senso che se noi abbiamo toccato tutte le realtà, soprattutto tanti giovani che sono venuti alle worship e all’evangelizzazione di strada, è veramente perché questa collaborazione ha portato i suoi frutti. E stato provvidenziale constatare come il lavoro insieme, può portare alla realizzazione di obiettivi mirati. Abbiamo toccato zone come la parrocchia di Santa Teresa d’Avila a Santa Teresa di Spoltore, dove abbiamo rilevato la presenza di 240 ragazzi. Questi ultimi hanno partecipato in molti anche a Pescara e in altre località della diocesi toccate dalla Gmg. È bello vedere come si può arrivare ai giovani, attraverso un lavoro con le realtà giovanili della nostra diocesi».

Un significato particolare, l’ha avuto poi l’evangelizzazione di strada: «È stata una gran bella esperienza – racconta don Domenico -, perché i ragazzi si sono coinvolti letteralmente ad annunciare il Vangelo sulle strade. Tra l’altro il sabato sera nel centro di Pescara, lungo le strade della movida, che è veramente un punto d’incontro per i ragazzi che vengono dalla città e dagli altri paesi dell’hinterland. E avere il Santuario della Divina misericordia come centro della città con le porte aperte, con Gesù Eucaristia presente nel Santissimo sacramento e vedere questa chiesa piena di persone che venivano a pregare. Ed è stata una bella esperienza anche per i sacerdoti: «Che si sono coinvolti – riconosce il direttore della Pastorale giovanile diocesana -, che sono venuti anche a confessare avendo dato la disponibilità fino all’una del mattino».

About Davide De Amicis (4525 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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