“Italia, infanzia a rischio estinzione: investire su giovani e genitorialità”
"Bisogna affiancare madri e padri per dare loro sostegno - sollecita Raffaella Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children -, costruendo un sistema integrato da zero a sei anni, che offra un servizio di qualità e gratuito in cui i bambini abbiano la possibilità di apprendere e di vivere contesti educativi necessari al loro sviluppo"
In Italia continua il calo delle nuova nascite, certificato martedì dall’Istat nel report “Natalità e fecondità della popolazione residente”, riferito all’anno scorso: «Nel 2020 – rileva l’Istat – i nati della popolazione residente sono 404.892, circa 15mila in meno rispetto al 2019 (-3,6%). Anche nel 2020 c’è un nuovo superamento, al ribasso, del record di denatalità».
E nel 2021 il calo delle nascita va ulteriormente proseguendo: «Secondo i dati provvisori riferiti al periodo gennaio-settembre – conferma l’Istituto nazionale di statistica -, le nascite sono già 12.500 in meno rispetto allo stesso periodo del 2020, quasi il doppio di quanto osservato nello stesso periodo l’anno precedente. Tale forte diminuzione è da mettere in relazione al dispiegarsi degli effetti negativi innescati dall’epidemia da Covid-19, che nel solo mese di gennaio 2021 ha fatto registrare il maggiore calo di sempre (quasi 5.000 nati in meno, -13,6%)».
Esaminando questi dati allarmanti, Save the children è tornata a lanciare l’allarme già contenuto nell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia pubblicato un mese fa, parlando di un’”infanzia a rischio estinzione” nel nostro Paese. L’organizzazione ha ricordato come, negli ultimi 15 anni, in Italia la popolazione di bambine, bambini e adolescenti è diminuita di circa 600 mila minori e che oggi meno di un cittadino su sei non ha compiuto i 18 anni.
Da qui, secondo Save the Children, l’urgenza di politiche e investimenti orientati ai giovani e alla genitorialità: «La drastica diminuzione del numero di bambini e bambine nel nostro Paese, in caduta libera negli ultimi 15 anni, è un dato allarmante che si deve leggere in relazione ad altri indicatori – spiega Raffaella Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children -. Da un lato il forte aumento del numero dei Neet (2,1 milioni di giovani tra i 15 e i 29 anni, il dato più alto nell’Unione Europea), giovani che sono fuori da ogni circuito di studio, formazione e lavoro, privi di prospettive di futuro, inclusa quella di formarsi una famiglia. Dall’altro l’assenza di servizi dedicati alla prima infanzia, come gli asili nido, carenti su tutto il territorio nazionale e quasi del tutto assenti proprio in quelle regioni del Sud dove il calo della natalità si avverte con maggior forza».
Un duro colpo, inoltre, è stato inferto dai tagli che dal 2010 al 2016 hanno colpito i servizi alla prima infanzia, le mense e il tempo pieno: «Non hanno fatto – conferma la Milano – che acuire la percezione che diventare genitori oggi è un percorso ad ostacoli. È indispensabile un’inversione di rotta, con un piano organico di sostegno alle famiglie, ai giovani adulti e all’infanzia da mettere al centro delle politiche pubbliche come vero investimento sul futuro del Paese. Solo se le risorse dedicate alla Next Generation saranno utilizzate con coraggio e mettendo al centro le giovani generazioni, le loro necessità e le loro speranze, allora non avremo perso un’occasione preziosa di rilancio del Paese. Bisogna affiancare madri e padri per dare loro sostegno, costruendo un sistema integrato da zero a sei anni, che offra un servizio di qualità e gratuito in cui i bambini abbiano la possibilità di apprendere e di vivere contesti educativi necessari al loro sviluppo».