“La nostra vita è un grande itinerario alla ricerca del Signore”
"Quanti cercano il Signore in posti sbagliati! - esclama l'arcivescovo Valentinetti -. Sapete, tanti ragazzi, ma anche tante persone adulte, lo cercano nei luoghi sbagliati. Quanti lo cercano nella soddisfazione della droga, quanti lo cercano nella soddisfazione dei sensi, quanti lo cercano nel potere, quanti lo cercano nel possedere! Erode era ben responsabile di tutti questi elementi. Ma cercare il Signore significa non accontentarsi della prima risposta, significa forse rimettersi in viaggio"
Ieri sera l’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti nella solennità dell’Epifania, ovvero della manifestazione del Signore, ha celebrato una liturgia solenne nella Cattedrale di San Cetteo riflettendo sul nostro cammino di ricerca di Dio: «Lui si manifesta – esordisce il presule -, i magi lo hanno accolto, Erode lo ha disprezzato. Nel nostro cuore c’è accoglienza? Chiediamo perdono al Signore per tutte le volte che non lo abbiamo cercato, per tutte le volte che non lo abbiamo accolto».
Nell’omelia seguente, l’arcivescovo Valentinetti ha proseguito questa riflessione, partendo dalla domanda “Dov’è Colui che è nato, il re dei giudei?”: «Nel Vangelo – ricorda – questo titolo, “re dei giudei”, appare in questo testo che abbiamo ascoltato e poi appare un’altra volta, quando Pilato scrive il cartiglio da mettere sopra la croce “Gesù nazareno, il re dei giudei”. Nel Vangelo, poi, questo titolo di Gesù non appare più. Appare all’inizio e alla fine della sua vita. Ma cosa si cela, per il popolo d’Israele, dietro questo titolo? Si cela una grande verità, che il re dei giudei sarebbe stato un capo, che avrebbe condotto il popolo d’Israele. E alla fine, gli scribi e i farisei dicono che il re dei giudei era il Cristo, il Messia, colui che il popolo d’Israele attendeva».
A questo punto, l’arcivescovo di Pescara-Penne ha approfondito il significato delle azioni dei magi: «La ricerca di questi sapienti venuti dall’Oriente – sottolinea -, nasconde un duplice significato. Da una parte c’è il trovare un capo politico, essendo anche loro responsabili di tribù o, addirittura, di nazioni. Ma forse, ancor di più, andare alla ricerca di qualcun altro, di quel Signore che, forse, essi cercavano da molto tempo e non riuscivano a trovare. Facendo eco ad una bellissima frase della Scrittura “Il tuo volto Signore io cerco, mostrami il tuo volto”. E per cercarlo, per trovarlo, fanno un lungo viaggio. Si mettono in cammino, fanno un itinerario non casuale. Essi avevano scrutato le loro scritture, non conoscono le scritture del popolo d’Israele. Essi avevano scrutato, probabilmente, la sabbia del deserto. O forse, ancora meglio, come dice il Vangelo, avevano scrutato il cielo da sempre considerato come l’abitazione della divinità. “Il cielo e i cieli dei cieli non possono contenerti”. Altra frase della Scrittura. Dunque, si mettono in viaggio per cercare, per trovare. Ansia di adorare, ansia di cercare un essere divino, ansia di portare dei doni, di portare se stessi, di portatore la loro vita, la loro esperienza».
Questo cammino di ricerca dei magi, a questo punto, monsignor Tommaso Valentinetti lo ha paragonato al nostro attuale: «Fratelli, sorelle, la nostra vita – se ci pensiamo bene – è un grande itinerario, è una grande cammino nell’ambito del quale dobbiamo cercare il Signore. Alle volte lo cerchiamo e lo troviamo, alle volte ci sembra che il suo volto ci sia nascosto. Quanti come noi cercano il Signore, quanti come noi vorrebbero incontrarlo! Quanti come noi, o forse a differenza di noi, hanno dei dubbi, delle incertezze, delle inquietudini. Io penso sempre ai tanti giovani che, forse, cercano il Signore e non riescono a trovarlo dentro la storia dell’umanità e, forse, anche dentro la storia della Chiesa. E forse, come i magi che vanno da Erode, all’inizio lo cercano in un luogo sbagliato. Quanti cercano il Signore in posti sbagliati! Sapete, tanti ragazzi, ma anche tante persone adulte, lo cercano nei luoghi sbagliati. Quanti lo cercano nella soddisfazione della droga, quanti lo cercano nella soddisfazione dei sensi, quanti lo cercano nel potere, quanti lo cercano nel possedere! Erode era ben responsabile di tutti questi elementi. Ma cercare il Signore significa non accontentarsi della prima risposta, significa forse rimettersi in viaggio».
Come fanno i magi: «Sì – precisa il presule -, qualcuno dice ad essi “Andate a Betlemme di Giudea”. Ma la stella l’avevano persa e solo quando si fidano di questo desiderio di rimettersi in viaggio, di ricominciare da capo, sicuramente essi riescono a intravedere e vanno. E trovano cosa? Un bambino, Maria sua madre e Giuseppe. E allora si prostrano, lo adorano e aprono i loro scrigni, offrendo oro, incenso e mirra. Non hanno più cercato nel posto sbagliato, hanno cercato nel posto giusto, hanno cercato nella piccolezza, hanno cercato nell’umiltà, nel non potere, nella non violenza. Hanno cercato in un luogo in cui Erode non avrebbe potuto dire la sua parola, ma hanno trovato quello che cercavano, le risposte vere per la propria vita e per la propria esistenza. E allora offrono tutto quello che hanno, perché chi cerca e poi trova non può fare a meno di offrire tutto ciò che ha e tutto ciò che è».
Ma poi, trovato il Signore, trovata la risposta, avvertiti in sogno, per altra strada tornano al proprio Paese, alle consuetudini di sempre: «Il percorso è stato difficile – sottolinea l’arcivescovo Valentinetti -, il cammino è stato periglioso, ma essi ritornano rinfrancati. Così vogliono sperare e credere che tanti nostri fratelli e sorelle che cercano il Signore – l’auspicio finale -, non credenti, lontani dalla fede o di altre religioni, possano trovare finalmente Colui che si è manifestato, finalmente, nascosto alle precedenti generazioni, ma ora rivelato alla Santa Chiesa, agli apostoli, per mezzo dello Spirito. “Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce”. Che questa Parola sia luce per noi, sia luce per l’umanità, sia luce per chi cerca, sia luce per il nostro cuore, perché ogni momento possiamo prostrarci in adorazione dell’unico Signore».