Casa Aterno: “Mostra il volto più bello della Chiesa, Dio si prende cura di tutti”
"Ringrazio il Signore per questo momento di fede e carità che stiamo vivendo insieme e oso creare un auspicio - afferma l'arcivescovo Valentinetti -: che i Figli di Don Orione tornino a Pescara, perché ci sentiamo un po’ orfani. Questo sarebbe un grande regalo"
Quella di ieri è stata una grande giornata di giubilo per la città di Pescara, per la sua Chiesa locale e per l’Opera Don Orione che, attraverso il taglio del nastro compiuto dal presidente della Conferenza episcopale italiana il cardinale Gualtiero Bassetti, hanno potuto inaugurare Casa Aterno: un appartamento di circa 300 metri quadrati (ubicato nella sede dell’Istituto Don Orione in via Aterno), al cui interno sono state ricavate 9 camere singole e autonome oltre a spazi condivisi, per ospitare disabili in età adulta i cui familiari sono troppo anziani per prendersene cura o sono venuti a mancare. È questa la prima realizzazione, nel capoluogo adriatico, del progetto “Dopo di noi” divenuto realtà grazie ad un co-finanziamento di 200 mila euro, per metà elargito della Cei e per la restante parte dalla sede centrale dell’Opera Don Orione.
Un taglio del nastro anticipato dalla santa messa presieduta dallo stesso cardinale Bassetti, concelebrata dall’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti e dal direttore provinciale dell’Opera Don Orione don Giovanni Carollo, il quale ha innanzitutto espresso la gioia per l’apertura di questo nuovo presidio di accoglienza, che si aggiunge ad altre opere segno presenti in città: «Con particolare affetto e vicinanza – esordisce il porporato – saluto e abbraccio tutti gli ospiti del Centro, qui convenuti con i loro familiari e tutti gli operatori. Al termine della celebrazione inaugureremo la Casa Aterno, un bellissimo progetto di accoglienza e di speranza. Esso si aggiunge ai molti luoghi della carità di cui la Chiesa di Pescara è ricca. Non molti anni fa, venendo qui per la festa di San Cetteo, ho avuto modo di visitare le strutture caritative e i servizi sanitario-riabilitativi della Fondazione Paolo VI».
Successivamente, approfondendo il brano evangelico della guarigione del paralitico, il presidente della Conferenza episcopale italiana si è rivolto direttamente ai tanti utenti disabili dell’Istituto Don Orione a Pescara presenti a messa: «Quell’uomo a cui si rivolge Gesù – ricorda Bassetti – giaceva a terra tra molti altri infermi. Non sappiamo perché il Signore si sia rivolto proprio a quel paralitico; l’evangelista Giovanni scrive però che era malato da trentotto anni, e chissà da quanto tempo cercava la guarigione attraverso l’immersione nell’acqua della piscina. La misericordia, invece, questa volta passa attraverso uno sguardo: Gesù, “vedendolo giacere”, si rivolge a lui, e gli dice: “Alzati, prendi la tua barella e cammina”. Carissimi fratelli e sorelle – soprattutto voi, provati dalla disabilità – quanta impressione fanno queste parole, ascoltate proprio in un luogo come questo, dove il carisma del santo don Orione rivive nella cura per le persone che soffrono. Più precisamente, nella pagina del Vangelo ora proclamata sentiamo la voce di Gesù che parla, come un figlio, del proprio padre. Davanti a chi si stupisce per la guarigione compiuta da lui nel giorno di sabato, dice: «Il Figlio da se stesso non può fare nulla… il Padre ama il Figlio», e altre parole ancora su questa speciale relazione. Quanta intimità con Dio Padre emerge dalle parole di Gesù, la stessa che – nella nostra esperienza umana – i figli hanno con i loro genitori».
Da qui il riferimento a Casa Aterno: «È così, potremmo dire – sottolinea il cardinale Gualtiero Bassetti -, che il progetto cofinanziato dalla Conferenza episcopale italiana, chiamato “Dopo di noi”, trova un modello nella relazione tra genitori (un padre e una madre) e i propri figli. La cura che i figli disabili hanno ricevuto nelle loro case può infatti continuare, grazie all’aiuto di persone di buona volontà e i contributi stabiliti dalla Legge del 22 giugno 2016, “sull’assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare”. Dalla promulgazione di questa legge sempre più associazioni, parrocchie, istituti religiosi – con l’aiuto delle offerte dell’Otto per mille alla Chiesa Cattolica – hanno dato vita a tante iniziative di accoglienza: alloggi, piani di inclusione e di lavoro, e così via. L’Opera Don Orione che oggi inauguriamo, risponde così ai bisogni di tante persone e mostra il volto più bello della nostra Chiesa. Le parole dette da Gesù: «Alzati, prendi la tua barella e cammina», risuonano ancora, nelle opere compiute verso chi, come quel paralitico di Gerusalemme, ha bisogno di aiuto. Attraverso questa bellissima opera, poi, sentiamo ancora la voce di Gesù che parla del Padre suo, e possiamo ben dire che il Padre, il Dio di Gesù Cristo, si prende cura di tutti, e soprattutto di chi ha più bisogno».
Per la realizzazione dell’opera orionina è stato fondamentale il dialogo intessuto con la Cei, che ha avuto come primo riferimento la responsabile della Pastorale per le persone con disabilità suor Veronica Amata Donatello, presente ieri all’inaugurazione, definita dal cardinale Bassetti una “formica”: «È un bel complimento – commenta ai microfoni di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne -. La formica è colei che, pian piano, silenziosamente opera. La bellezza di questo momento è che ognuno ha fatto la sua parte, sia in ambito civile che in ambito ecclesiale, per costruire questa casa che rappresenta un grande segno della nostra piccola città. Dietro la realizzazione di questa opera, c’è stato un grande lavoro di progettazione per la qualità di vita e per dare una possibilità di vita a persone con disabilità e disabilità complesse».
Grande soddisfazione è stata espressa dal direttore provinciale dell’Opera Don Orione don Giovanni Carollo: «Oso immaginare Don Orione – afferma -, il quale ci ha insegnato la fedeltà, devozione, la dedizione e la collaborazione verso il Papa e con il Papa, verso i vescovi e con i vescovi, cantare un Te Deum speciale. Lui ci ha insegnato che la carità dev’essere sempre intraprendente e diceva “Nella carità non bisogna essere secondi a nessuno”. Questa benedizione della struttura – aggiunge rivolgendosi al cardinale Bassetti -, grazie alla vostra generosità, al suo cuore di padre e con il suo quello di tutta la Cei, ci permette di dire che aggiunge qualcosa in più per qualificare la carità in questa realtà orionina».
A margine del taglio del nastro, è intervenuto anche l’arcivescovo Valentinetti che ha voluto esprimere un grande e forte auspicio: «Quanto c’è bisogno oggi – osserva il presule – di uomini, donne, fratelli, sorelle e pastori che siano capaci di questa carità a cuore largo! Ringrazio il Signore per questo momento di fede e carità che stiamo vivendo insieme e oso creare un auspicio: che i Figli di Don Orione tornino a Pescara, perché ci sentiamo un po’ orfani. Questo sarebbe un grande regalo».
All’inaugurazione di Casa Aterno hanno partecipato anche molte altre autorità: il sindaco di Pescara Carlo Masci, il Prefetto Giancarlo Di Vincenzo, il Questore Luigi Liguori e l’assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì, tra gli altri. La struttura sarà già attiva in settimana, iniziando ad accogliere i suoi ospiti: «Il Centro Don Orione di Pescara – conclude Renato Di Fiore, direttore amministrativo del Centro -, prosegue così la sua storia decennale di sostegno al progetto di vita delle persone, estendendo il suo servizio dalla riabilitazione evolutiva alla transizione verso la vita adulta. Infatti, mentre durante l’età evolutiva era giusto che le persone con disabilità frequentassero il centro diurno, inteso come luogo di apprendimento e riabilitazione, per tornare la sera tra le braccia dei loro genitori, e vivere tra gli affetti familiari la loro esperienza di giovani, ora, diventati adulti, è cresciuta l’esigenza di vivere una vita indipendente, all’insegna delle relazioni, dell’inclusione e dell’autodeterminazione».