Giovani pescaresi dal Papa: “Hanno visto i coetanei vivere la stessa fede”
"Papa Francesco - sottolinea don Domenico Di Pietropaolo - parlava proprio di fiuto, di riconoscere il bene e quest’ultimo, per noi cristiani, si trova cercando Gesù nella nostra vita. E quando ciò avviene, si trova la verità vera e la giusta strada da seguire. Noi educatori dobbiamo aiutare questi ragazzi a non perdere la direzione, facendogli comprendere che il loro fiuto li aiuta a trovare il vero bene"
Una bella esperienza di fede e di incontro, la prima in assoluto per molti di quei 235 ragazzi pescaresi dai 13 ai 17 anni – provenienti dalle parrocchie di Villa Raspa, Santa Teresa di Spoltore, Cepagatti, Villanova, Collecorvino stazione e paese, Città Sant’Angelo marina e paese – che nel Lunedì dell’angelo sono intervenuti in piazza San Pietro a Roma, in qualità di protagonisti di #Seguimi: l’incontro dei preadolescenti e adolescenti italiani con Papa Francesco, organizzato dal Servizio nazionale della Pastorale giovanile Cei. Il primo evento di massa organizzato dalla Chiesa italiana, dopo lo stop forzato di due anni causato dalla pandemia di Covid-19.
Ad accompagnarli, guidando una spedizione di cinque pullman, il direttore della Pastorale giovanile dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne don Domenico Di Pietropaolo: «È stato veramente fantastico – commenta – vedere questi giovani in piazza, con uno spirito che negli ultimi tempi mancava. L’ultimo momento bello vissuto insieme era stata la Giornata mondiale della gioventù di Panama nel 2019. Poi, con il Covid, ci siamo tutti fermati. È stato un appuntamento molto bello, organizzato in pochi mesi dalla Pastorale giovanile della Conferenza episcopale italiana, ma c’è stato proprio il desiderio di rivolgerlo agli adolescenti. Alla fascia d’età che più ha sofferto dell’isolamento imposto dalla pandemia».
Papa Francesco, da parte sua, ha saputo cogliere in questi giovanissimi la capacità di avere fiuto nel trovare il Signore chiedendo loro, allo stesso tempo, di non perderlo: «I giovani, in fondo – riconosce don Domenico – hanno una grande sensibilità. Il Papa parlava proprio di fiuto, perché oggi è facile perdersi dietro ai falsi idoli, presenti nella vita dell’uomo di oggi, che fanno perdere la direzione a ragazzi e ragazze i quali, nonostante abbiano ricevuto una buona educazione da parte dei loro genitori, fanno fatica a gestire i tanti messaggi che ti fanno credere di trovare la felicità, ma poi alla fine ti portano fuori strada. Così Papa Francesco parlava proprio di fiuto, di riconoscere il bene e quest’ultimo, per noi cristiani, si trova cercando Gesù nella nostra vita. E quando ciò avviene, si trova la verità vera e la giusta strada da seguire. Noi educatori dobbiamo aiutare questi ragazzi a non perdere la direzione, facendogli comprendere che il loro fiuto li aiuta a trovare il vero bene».
Tornando all’evento, dunque, c’è stata una buona partecipazione da parte delle parrocchie pescaresi: «È emersa la grande responsabilità di alcune di queste – sottolinea il direttore della Pastorale giovanile diocesana -, considerando anche la partecipazione di molti sacerdoti che hanno accompagnato i loro ragazzi, unitamente agli educatori senza dei quali sarebbe stato impossibile realizzare la partecipazione a questo evento. I ragazzi sono stati molto contenti di essere stati a Roma nonostante, a causa del grande afflusso di 80 mila persone invece delle 57 mila previste, molti di loro non siano neanche riusciti ad accedere alla piazza, rimanendo in via della Conciliazione a seguire l’incontro. Ma anche questo fa parte del vivere questo genere di esperienze. La cosa importante è custodire il ricordo, poter dire “Io c’ero, anche se non ero davanti al palco”. Questo resta nel cuore».
Ma quello che ai 235 giovani pescaresi resterà di più, alla fine, sarà proprio l’aver incontrato tanti altri giovani come loro: «Credo che la prima testimonianza sia stata questa – osserva don Domenico Di Pietropaolo -. Il fatto che loro abbiano visto come altri giovani vivano ancora un’esperienza di fede, la loro stessa esperienza. Sono sicuro che questo li incoraggerà a camminare sempre più nella fede. Del resto, i ragazzi che oggi vivono un cammino nelle rispettive realtà parrocchiali, a volte, si scoraggiano perché pensano di essere in pochi a frequentare la chiesa. Ma questa non è la verità che, invece, è la presenza di un bel movimento cattolico che va avanti grazie a tutti gli accompagnatori, sacerdoti, educatori, catechisti, che spendono il loro tempo dando un servizio grande alla Chiesa e alla società. Per questo, faremo sì che i giovani possano continuare a vivere e a camminare dentro la Chiesa, con dei valori che servano ancora oggi nella nostra società».
Per non disperdere quanto acquisito in questo grande appuntamento nazionale, i 235 giovani partecipanti si ritroveranno – domenica 24 aprile – presso la parrocchia di San Camillo de Lellis, a Villa Raspa di Spoltore: «Sarà un modo per fare una verifica tra attività, catechesi e giochi – precisa il presbitero -, anche per condividere le emozioni positive, così come quelle eventualmente negative, provate in questo grande appuntamento».
Ora l’obiettivo diventa la partecipazione alla Giornata mondiale della gioventù di Lisbona, nel 2023: «É questa la prossima sfida – rilancia don Domenico -, sperando che questi ragazzi in crescita possano partecipare tutti. Intanto ci tengo a ringraziare tutti i componenti dell’equipe di Pastorale giovanile, che si è adoperata per organizzare al meglio il viaggio a Roma, aiutando gli educatori e i catechisti a vivere ancora di più l’aspetto diocesano di comunione che anche la Pastorale giovanile offre a tutte le parrocchie della nostra Chiesa locale».