Scafa omaggia la poesia dialettale con un concorso
«Il dialetto rappresenta le radici della nostra cultura».
Nella serata di ieri martedì 9 agosto, in piazza Giacomo Matteotti a Scafa (PE), si è svolta alle 21.00 la premiazione del concorso di poesia dialettale, indetto dall’amministrazione comunale, nella persona dell’assessore alla cultura Dina D’Alfonso: «Ho voluto fortemente questa manifestazione perché amo la poesia e credo sia fondamentale preservare il dialetto, che rappresenta le radici della nostra cultura».
Per valutare i componimenti è stata formata una giuria dall’indubbio spessore culturale, composta da Angela Pizzi, dirigente scolastica presso l’Istituto comprensivo di Penne, Tina Cavallaro, membro della commissione scientifica, Mariapia Astrologo, insegnante in pensione, Don Antonello Graziosi, parroco della Chiesa di Sant’Antonio di Decontra e di Santa Maria del Carmelo di Scafa, e Valerio Di Paolo, poeta e scrittore di fama nazionale.
Durante l’arco della serata, ogni iscritto presente ha potuto recitare il proprio componimento davanti alla giuria e a una nutrita platea, aggiungendo così il tocco interpretativo. «Ho imparato che per apprezzare fino infondo la poesia dialettale bisogna leggere ad alta voce», con queste parole Angela Pizzi pone l’accento sull’importanza di ascoltare la musicalità delle frasi in dialetto, «difficile da ritrovare nei versi in italiano».
Le trentatré poesie in gara hanno acceso la competizione e messo in difficoltà i giurati, che hanno svelato solo a fine serata i nomi dei primi tre classificati: Luigi Olivieri con “A nu giuinottu de mo’” al primo posto, Maria Teresa Di Scipio con “Casetta me” al secondo e Marina Di Rupo con “A pà” al terzo. I vincitori sono stati premiati dal sindaco Giordano Di Fiore, dal presidente del consiglio comunale Dino Marangoni e dall’assessore Sabina Tontodonati, e hanno poi ricevuto da Valerio Di Paolo, portavoce della commissione, le motivazioni tecniche insite nelle loro scelte.
Anche se il concorso non aveva una traccia, al di fuori di quella relativa all’uso del dialetto, la maggior parte delle poesie traeva spunto da ricordi d’infanzia, dimostrando che l’insieme di espressioni idiomatiche che compongono la parlata dialettale sono «legate alle tradizioni e alle vecchie abitudini di un mondo spesso contadino», nelle parole della giurata Tina Cavallaro. Sono, infatti, ricorrenti i riferimenti all’agricoltura e alle giornate trascorse in famiglia, così come l’ambivalenza della terza età, descritta talvolta come portatrice di un sapere da trasmettere e talaltra come fase della vita in cui c’è ancora tempo per inseguire i sogni ed essere felici.
La serata di premiazione del concorso di poesia dialettale è stata dedicata dall’assessore Dina D’Alfonso a Giuseppe Tontodonati e Arnaldo De Amicis, due illustri personaggi di Scafa, che sono rimasti bene impressi nella memoria della comunità come poeti dialettali e detentori del patrimonio culturale collettivo. Davide De Amicis, figlio di Arnaldo, è salito sul palco a ritirare una targa ricordo in onore del defunto poeta, «Grazie per la citazione, so che ci guarda e ci ascolta da lassù ed è orgoglioso e contentissimo di questo regalo».
Foto di Mino Gelsomoro.