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“Chi non usa per i bisognosi i mezzi che Dio ci ha dato, non ha futuro”

"Papa Francesco - ricorda Corrado De Dominicis, direttore della Caritas diocesana di Pescara-Penne - ci invita a celebrare una volta l’anno la Giornata mondiale dei poveri, ma in realtà noi celebriamo la vita tutti i giorni. Questa mattina (ieri) il Papa, nell’omelia, ha detto una cosa che è l’augurio che io mi permetto di fare “Non fuggite dalla storia, ma stiamo nella storia e diamole un volto nuovo”. Nella concretezza a cui ci invitava don Francesco nell’omelia, credo sia l’augurio che possa essere, per ogni giorno, a partire da questa giornata tutto l’anno"

Lo ha affermato ieri monsignor Francesco Santuccione, vicario generale dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne, celebrando la messa della Giornata mondiale dei poveri

Mons. Francesco Santuccione, vicario generale dell'Arcidiocesi di Pescara-Penne, pronuncia l'omelia

Anche la Caritas diocesana di Pescara-Penne ieri mattina ha celebrato la Giornata mondiale dei poveri, dal tema “Gesù Cristo si è fatto povero per voi”, con la santa messa presieduta dal vicario generale dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne monsignor Francesco Santuccione nella cappella, dedicata a Madre Teresa di Calcutta, ubicata all’interno della Cittadella dell’accoglienza “Giovanni Paolo II” in via Alento a Pescara.

Operatori e volontari, con i bisognosi, nella cappella della Cittadella Caritas

Una liturgia semplice, ma vissuta nella concretezza dal celebrante e dagli operatori, volontari e bisognosi che vi hanno partecipato: «Gesù, il titolare – esordisce monsignor Santuccione -, ci ha spiazzati perché le sue vie non sono le nostre vie. Ogni tanto ci gonfiamo, ci “insuperbiamo” e invece il Signore – che è onnipotente – è venuto piccolo, povero a Betlemme, a Nazareth e non godeva neanche di buona reputazione. E poi è finito sulla croce. Ci ha spiazzato. Riflettendo, per quando un giorno finirà la nostra vita, il Signore già ci ha dato le domande. “Ero malato, ero nudo, ero povero e voi che avete fatto? Tutto qui. Il tema voluto da Papa Francesco per la Giornata mondiale dei poveri ci aiuta anche come Chiesa. Eravamo troppo “gonfi”, con questa Chiesa gerarchica. Siamo tutti poveri, ma amati dal Signore. Stiamo vivendo anche il Sinodo, che significa camminare insieme e guardarci intorno e noi siamo chiamati ad impegnarci. Un po’ come accade nella parabola del buon samaritano trasposta nell’attualità. Passa un prete e fa finta di non vedere, passa uno studente e non si ferma, passa l’eretico che non ti aspetti e si sporca le mani. Gesù fa questo esempio, per dirci di darci da fare. A tal proposito, mi colpisce la prima lettura. Chi si chiude ai beni e alle capacità che Dio ci ha dato e non li usa per i bisognosi, non ha futuro al contrario di chi fa la volontà del Signore. Il Signore si è fatto peccato per noi, non ha aspettato. Ci ha amato quando eravamo peccatori e noi, nel piccolo, siamo chiamati a fare comunione con Lui. E allora il Signore, con questa Eucaristia, ci aiuti, ci dia un cuore nuovo perché è una questione di cuore. Il Papa in Bahrain ha detto che ha imparato anche lui. Quando si incontra una persona si mette la mano sul cuore, è questione di cuore».

Da qui la preghiera del vicario generale dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne: «E allora diciamo “Signore dammi questo gesto” – l’auspicio -, ma che non sia solo un gesto esteriore, “Signore dammi il cuore”. In questo ci aiuta San Camillo de Lellis, che ha dato il cuore per i malati. Quando si trovano persone con un cuore indurito, non servono prediche, ma la testimonianza. Al ghiaccio serve il sole per sciogliersi. Che il Signore ci dia questa capacità, di entrare in contatto con Gesù. Signore, facci arrivare a dire con San Paolo “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Mi sono fatto tutto a tutti per salvarne il maggior numero”. Questo sia spiritualmente, perché siamo chiamati a dare non soltanto le cose materiali, ma l’amore di Dio che è, dice San Paolo, il buon profumo».

Quindi ancora l’esortazione concreta di monsignor Francesco Santuccione: «Di testimonianza – rilancia il presbitero –, di questo ha bisogno l’uomo di oggi che è scoraggiato e deluso. Noi siamo chiamati ad aiutare chi sta nel fango, l’uomo di oggi ha bisogno di buoni samaritani. Che il Signore ci aiuti. San Paolo ci diche anche che chi non lavora neppure mangia. È importante mettere in rete le capacità che Dio ci ha dato, i carismi. Quello che facciamo per le persone bisognose è tanto, ma non è tutto. Va bene dargli da mangiare e da dormire, li accogliamo, però dobbiamo creare lavoro. Quello dà dignità. Anche Gesù ha lavorato con Giuseppe. Creare lavoro, mettere in rete le capacità. Oggi c’è bisogno di pregare affinché si mettano in rete le capacità che abbiamo. Ma soprattutto creare lavoro, dignità, non lavoro precario. Già i giovani sono tutti precari, se anche il lavoro è tale una famiglia quando se la fanno, nella casa di riposo? Un altro problema grande. Dobbiamo stimolare anche chi comanda a creare lavoro, ad aiutare anche le nuove generazioni che non devono ancora farsi sostenere dai nonni. Che il Signore ci ispiri, lo Spirito Santo dia la fantasia dell’amore a chi comanda e sta in politica a volere il bene. Non il tornaconto personale, degli “amici”, ma di chi ha bisogno. E uno dei beni grandi è creare lavoro. Poi ci sono le turbolenze, ma se c’è il Signore non abbiamo paura di nulla. Il male fa rumore, ma alla fine vince il bene. “Non temere, se tu stai con me ti darò lingua e sapienza a cui nessuno può resistere”».

Infine ancora un invito a perseverare nella testimonianza: «La santa perseveranza – conclude il vicario generale dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne -. Impegnarsi fino alla fine. Quando diventai prete suor Celeste, una suora molto anziana, mi baciò le mani e mi disse “Io prego per te, per la santa perseveranza”. Allora non capii, ma ora sì. La partita si gioca fino al novantesimo, compresi i minuti di recupero. Che il Signore ci dia la santa perseveranza nel lasciarci amare dal Signore, nel volerci bene».

Corrado De Dominicis, direttore della Caritas diocesana di Pescara-Penne

Al termine della santa messa, non è mancato il saluto del direttore della Caritas diocesana di Pescara-Penne Corrado De Dominicis: «Volevo ringraziare tutti i volontari e operatori presenti – conclude -, perché Papa Francesco ci invita a celebrare una volta l’anno la giornata, ma in realtà noi celebriamo la vita tutti i giorni. Questa mattina (ieri) il Papa, nell’omelia, ha detto una cosa che è l’augurio che io mi permetto di fare “Non fuggite dalla storia, ma stiamo nella storia e diamole un volto nuovo”. Nella concretezza a cui ci invitava don Francesco nell’omelia, credo sia l’augurio che possa essere, per ogni giorno, a partire da questa giornata tutto l’anno».

About Davide De Amicis (4483 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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