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“L’istruzione porta all’educazione: si educa con cultura ed esemplarità”

"Quest'anno - sottolinea Padre Roberto Di Paolo, direttore dell'Istituto Toniolo - al primo anno, abbiamo 27 studenti ordinari. Questo vuol dire tantissimo, perché per la maggior parte sono giovani, e stiamo progredendo sulla strada di formare questi insegnanti di religione, che siano in grado di interagire con i colleghi di altre materie e interfacciarsi adeguatamente con gli studenti"

Lo ha affermato ieri il professor Carlo Petracca, già direttore dell’Ufficio scolastico regionale, all’inaugurazione del nuovo anno accademico dell’Istituto superiore di scienze religiose Toniolo di Pescara

Carlo Petracca, già direttore dell'Ufficio scolastico regionale e docente dell'Istituto Toniolo

Non solo formazione accademica, ma arrivare a conseguire la formazione umana e culturale nel senso più alto del termine – come suggerisce la parola di origine greca “paideia” – dapprima per gli insegnanti e poi, attraverso questi ultimi, per i loro studenti. È questo l’obiettivo audace che si è posto l’Istituto superiore di Scienze religiose “Giuseppe Toniolo” di Pescara, collegato alla Pontificia Università Lateranense, che ieri – nell’aula magna dell’Istituto Nostra Signora di Pescara – ha inaugurato l’anno accademico 2022-2023 con la prolusione del professor Carlo Petracca, già dirigente dell’Ufficio scolastico regionale e docente dell’Istituto Toniolo, dal tema “Essere insegnanti oggi: alla ricerca della Paideia della nostra epoca storica”: «La paideia classica – spiega Petracca – si nutriva di due pilastri, la filantropia, cioè l’amore per l’altro uomo, il rispetto per l’altro uomo, e quindi l’humanitas, nel nostro tempo sta perdendo anche questo lievito primario. E allora, l’invito rivolto agli studenti è che chi insegna porti nell’aula un grande respiro educativo per recuperare queste dimensioni che appartengono all’educazione. Ma non si può pensare che l’educazione sia un qualcosa di diverso dall’istruzione, cioè da consegnare delle conoscenze, i saperi ai nostri allievi. Non sono due cose scisse, è l’istruzione che porta all’educazione. È vero che l’educazione si fa anche con i comportamenti, ad esempio l’esemplarità. La responsabilità un bambino l’assume pure dalla responsabilità delle figure istituzionali, cioè gli insegnanti, però sono i contenuti culturali che veicolano l’educazione. Faccio un solo esempio, io ho frequentato il liceo classico e nel fare la versione dal greco, una versione che ho fatto a suo tempo, è rimasta impressa in me fino ad oggi. Tante altre no. Cosa chiedeva questa versione? Si traduceva un passo in cui, nell’agorà, un cittadino che non sapeva scrivere aveva sentito l’arringa, se mandare Aristide in esilio oppure no e doveva scrivere sul coccio il nome della persona da mandare in esilio. Si è rivolto al suo vicino e ha detto “Mi scrive per favore, Aristide su questo coccio?” Il vicino l’ha scritto ed era Aristide. Allora, la versione non è servita solo a farmi apprendere il greco, ma quella versione mi ha lasciato un valore, un contenuto culturale molto forte. Come si educa? Attraverso i contenuti culturali, che devono essere selezionati, e attraverso l’esempio l’esemplarità».

Gli studenti e gli insegnanti presenti all’inaugurazione dell’anno accademico

Un obiettivo, quest’ultimo, non semplice per gli insegnanti del nostro tempo: «Non possiamo pensare – osserva il noto docente – che la scuola e l’insegnamento possano avere un’onnipotenza, cioè che siano capaci di risolvere tutti i problemi. Però la scuola e gli insegnanti devono profondere ogni sforzo per raggiungere questi obiettivi. Anche chi ci ha preceduto. Le generazioni precedenti si sono impegnate a raggiungere questo obiettivo. Ma se oggi, a distanza di anni, parliamo ancora di questo, significa che l’impegno è storico, è generazionale. Non possiamo pretendere di risolvere tutti i problemi con l’educazione, ma questo non significa rassegnarci. Questo sicuramente no e quindi l’educazione è sicuramente la molla per poter sperare in una umanità migliore».

Un impegno, quello dei docenti, che va profuso in un tempo difficile in cui l’emergenza educativa, già presente da tempo, viene acuita dall’assenza, dietro gli alunni, della famiglia quale agenzia educativa primaria che quindi mette a repentaglio anche il lavoro della scuola: «Oggi – sostiene l’ex direttore dell’Ufficio scolastico regionale e docente dell’Istituto Toniolo – la scuola non è un’agenzia educativa efficace per tanti motivi. Ci sono anche le difficoltà che gli insegnanti vivono, che sono difficoltà esterne le quali dovrebbero essere rimosse attraverso un’azione politica ed istituzionale. Ad esempio, in questo momento, gli insegnanti vivono male la loro professione per una scarsa considerazione da parte delle famiglie. Manca l’alleanza educativa, che noi auspichiamo, tra queste due realtà. Anzi, piuttosto le famiglie esprimono conflittualità nei confronti dell’azione degli insegnanti. E l’insegnante, non avendo la stima e la considerazione sociale, è chiaro che vive la propria attività anche con difficoltà. Episodi nelle scuole, per esempio, di bullismo sempre più accentuati, episodi di mancanza di rispetto e persino di violenze – verbali e non – nei confronti degli insegnanti. È un momento storico particolare, per cui gli insegnanti dovrebbero essere maggiormente protetti a livello di status giuridico dei loro dirittima dovrebbero essere anche maggiormente formati. La loro formazione non può essere rimessa alla loro libera partecipazione, come accaduto in questa occasione. In Italia non siamo stati mai capaci di fare una formazione seria per quanto riguarda lo sviluppo professionale degli insegnanti. L’attività di formazione li sostiene nel loro ruolo. Queste sono le due cose su cui bisogna insistere. Un intervento di tipo politico, per risolvere le loro difficoltà, il loro disagio professionale e anche la loro retribuzione, che è la più bassa a livello europeo, e un intervento di tipo formativo per dare loro gli strumenti per avere anche la considerazione sociale».

La sede dell’Istituto superiore di Scienze religiose “Toniolo” di Pescara

E poi per gli insegnanti di religione, come quelli formati dall’Istituto superiore di Scienze religiose “Giuseppe Toniolo” di Pescara, il raggiungimento della paideia è un obiettivo ancor più determinante, in un contesto storico-sociale complesso che può esaltare la loro presenza e la loro preparazione: «L’insegnamento della religione cattolica – sottolinea il professor Carlo Petracca -, a mio modo di vedere, ha una maggiore influenza per portare avanti questo discorso. Perché molti di questi principi, che io ho illustrato, il respiro educativo, l’incontro con l’altro, l’interculturalità, il rispetto delle regole, appartengono proprio all’insegnamento della religione più che alla chimica, più che alla matematica. Quindi, la religione è una disciplina che ha il privilegio per portare avanti questa visione educativa e soprattutto la solidarietà umana, il rispetto dell’uomo in quanto persona. E la loro formazione, da quello che vedo io, finalmente è diventata equiparata a quella di qualsiasi altro insegnante. Con la laurea triennale e poi la specialistica, più il tirocinio, dal mio punto di vista, l’insegnante di religione – nelle scuole – sta diventando un punto di riferimento anche per gli altri docenti. È chiaro che l’insegnante di religione deve avere la forza di curare al massimo livello la propria formazione, la propria preparazione professionale. È una figura di rilievo all’interno delle scuole».

Infine, l’auspicio, l’augurio del professor Petracca agli insegnanti attuali e a quelli che lo diverranno a breve: «È – conclude il docente – di non considerare il loro lavoro, come diciamo, un lavoro molto problematico, perché tutti dicono “Oggi è difficile insegnare”. È vero, oggi è difficile insegnare più di ieri, però ci sono altri lavoratori che hanno estremamente difficoltà nella vita, nelle loro professioni. Non è vero che oggi insegnare è uno dei lavori che presenta maggiori difficoltà. Sono le difficoltà connesse al proprio lavoro. Oltretutto le difficoltà si possono superare con l’aspetto più bello che io ho trovato nell’insegnamento, ovvero la gioia e la meraviglia di vedere, ad esempio, gli occhi sgranati dei propri studenti quando ricevono un concetto nuovo a cui non avevano mai pensato. La soddisfazione più grande è quello di consegnare qualcosa che li possa far crescere».

27 NUOVI STUDENTI ISCRITTI AL PRIMO ANNO DELL’ISTITUTO TONIOLO

Padre Roberto Di Paolo, direttore dell’Istituto superiore di scienze religiose Toniolo di Pescara

Tornando all’Istituto Toniolo, all’inaugurazione di questo nuovo anno accademico, ieri è stato il direttore Padre Roberto Di Paolo ad aprirlo ufficialmente, in sostituzione del moderatore e arcivescovo di Pescara-Penne, monsignor Tommaso Valentinetti, assente per una lieve indisposizione: «Quest’anno – racconta Padre Roberto – abbiamo iniziato con maggior speranza, perché l’anno scorso abbiamo ripreso le attività in presenza, ma con molto timore per i motivi che conosciamo tutti legati alla pandemia. Quest’anno ci sentiamo meno insicuri, diciamo così. Abbiamo scelto di coinvolgere il professor Petracca, che ha lavorato diversi anni all’interno dell’istituto. E appunto, affrontando questo tema della paideia, non soltanto l’insegnamento, ma la formazione, educare i nostri giovani. In questa occasione c’è stata una partecipazione numerosa, oltre che di studenti anche di insegnanti di varie scuole. Questo ci aiuta molto ed è un segno bellissimo, perché vuol dire che il Toniolo sta entrando in dialogo. Alla fine l’obiettivo della formazione è comune. Noi diamo una formazione cristiana, altri istituti danno una formazione laica, ma alla fine è sempre formazione, è sempre paideia per formare i nostri studenti. Quindi siamo molto, molto contenti».

Quest’anno, tra l’altro, l’Istituto superiore di scienze religiose pescarese ha deciso anche di proporsi alla collettività con uno slancio diverso, lanciano lo slogan “La teologia come musica per la vita”: «Dopo la pandemia, che non è ancora finita – afferma il direttore dell’Istituto Toniolo -, abbiamo scelto di rompere tutti gli schemi precostituiti, per cui anche nel motto iniziale. La teologia è musica in quanto è un linguaggio universale. Poi ha tutta la sua bellezza e, come ogni musica, è uno spartito su cui lavorare con la nostra proposta. E poi quest’anno, senza tralasciare i manifesti, abbiamo anche girato uno spot video per incentivare le iscrizioni e ci dà conforto il fatto che, al primo anno, abbiamo 27 studenti ordinari. Questo vuol dire tantissimo, perché per la maggior parte sono giovani, e stiamo progredendo sulla strada di formare questi insegnanti di religione, che siano in grado di interagire con i colleghi di altre materie e interfacciarsi adeguatamente con gli studenti».

Il servizio di Radio Speranza
About Davide De Amicis (4525 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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