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Rigopiano: “Le nostre azioni tendano alla verità, per costruire l’unità”

"Io azzarderei a chiederci, alla luce della sofferenza che portiamo per la perdita dei nostri cari - riflette don Luca Di Domizio -, è lecito o no fare il bene o il male ogni giorno? È l’interrogativo che ci si pone ad ognuno di noi che viviamo, ad ognuno di noi che abbiamo l’incertezza del domani, ad ognuno di noi che ricordiamo la sofferenza e il male vissuto in quei giorni, ad ognuno chiamato, a scegliere oggi, a compiere azioni quotidiane"

Lo ha affermato ieri don Luca Di Domizio, parroco di Farindola, celebrando la messa nel sesto anniversario della tragedia dell’Hotel Rigopiano

Don Luca Di Domizio e l'omaggio dei familiari delle vittime

La neve che in quel 18 gennaio 2017 impedì la fuga agli ospiti dell’Hotel Rigopiano, poi colpito da quella terribile valanga che provocò 29 morti, ieri ha invece impedito ai familiari delle vittime di raggiungere il luogo del disastro per rendere omaggio ai loro cari davanti al cippo celebrativo che avrebbe anche dovuto ospitare la santa messa.

Le autorità presenti a messa

Liturgia eucaristica celebrata quindi, dal parroco don Luca Di Domizio, all’interno della chiesa di San Nicola vescovo a Farindola gremita dai componenti del Comitato vittime di Rigopiano e dalle autorità, a partire dalla sottosegretaria alla Difesa Isabella Rauti e poi il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri, il prefetto di Pescara Giancarlo Di Vincenzo e dal presidente della Provincia di Pescara Ottavio De Martinis: «La Regione Abruzzo – afferma Marsilio – rinnova i sentimenti di vicinanza, di solidarietà umana e personale a tutte le famiglie delle vittime ed ai loro parenti. È assolutamente doveroso dedicare questa giornata alla memoria di quanti non sono più tra noi a seguito di quella immane tragedia, così com’è importante rinnovare l’impegno solenne che quello che è avvenuto non accada mai più».

Don Luca di Domizio, parroco di Farindola

Quindi l’omelia del parroco, partita proprio dal ricordo di quel drammatico 18 gennaio 2017: «È il sesto anno – ricorda don Luca – che ci ritroviamo per commemorare la tragica perdita dei nostri cari e contemporaneamente, azzarderei, finalmente sono partite anche le pratiche processuali che per tanti anni sono state rinviate e hanno contribuito ad alimentare divisioni su divisioni. Divisioni come quelle che vediamo all’interno del Vangelo di oggi. Abbiamo ascoltato che Gesù entra nella sinagoga e incontra un uomo che ha una mano paralizzata. Quest’uomo ha una divisione dentro di sé, vorrebbe utilizzare la mano, ma la mano non risponde, la mano rimane paralizzata. Sarebbe importante vedere cosa a noi ci paralizza, se come corpo mistico di Cristo utilizziamo tutto del nostro essere corpo per compiere la sua volontà, che è una volontà di misericordia, di pace, di amore».

La chiesa di San Nicola gremita e la corona di fiori del presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Quindi un nuovo riferimento alla tragedia sei anni fa: «È vero – osserva il presbitero – che quando avvengono situazioni, come quelle che si sono vissute riguardo alla tragedia di Rigopiano, è molto difficile sentirsi uniti, è molto difficile non alimentare rabbia, è molto difficile essere costruttori di verità e non di ipocrisia, di falsità, di convenienze, che molte volte sono tentazioni accovacciate sulle nostre spalle, di tutti noi, comprese le mie. , perché il Vangelo ci mostra che proprio chi dice di credere di più, è più tentato a creare divisioni. Vediamo i farisei, che credevano e praticavano il culto assiduamente, che vedono Gesù con occhi giudiziosi e sentenziosi pronti per accusare, per dividere. È bella la risposta di Gesù che interroga se è lecito o no fare il bene o fare il male di sabato. Io azzarderei a chiederci, alla luce della sofferenza che portiamo per la perdita dei nostri cari, è lecito o no fare il bene o il male ogni giorno? È l’interrogativo che ci si pone ad ognuno di noi che viviamo, ad ognuno di noi che abbiamo l’incertezza del domani, ad ognuno di noi che ricordiamo la sofferenza e il male vissuto in quei giorni, ad ognuno chiamato, a scegliere oggi, a compiere azioni quotidiane».

Infine, il parroco di Farindola ha ribadito il suo interrogativo: «È lecito o no fare il bene o il male ogni giorno? – conclude -. Che il Signore ci guidi con il suo Spirito, affinché le nostre azioni tendano sempre al bene, ma soprattutto alla verità, soprattutto in questa vicenda, in modo da poter essere costruttori di unità, di verità, e tornare ad utilizzare, se ci sono, le parti del corpo che sono rimaste paralizzate».

About Davide De Amicis (4389 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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