Sinodo: ci saranno 70 membri non vescovi, il 50% donne, con diritto di voto
"Lo spazio nella tenda si sta allargando – commenta il cardinale Mario Grech, segretario generale della Segreteria generale del Sinodo -. Con questa decisione del Santo Padre il Sinodo rimarrà un Sinodo dei vescovi, ma ci sarà questa partecipazione allargata. La partecipazione dei nuovi membri non soltanto assicura il dialogo che c’è tra la profezia del popolo di Dio e il discernimento dei pastori – la circolarità messa in atto durante tutto il processo sinodale –, ma garantisce la memoria. I nuovi membri sono testimoni della memoria, del processo sinodale, dell’itinerario di discernimento iniziato due anni fa"
Il Sinodo, dal 4 al 19 ottobre prossimi, entrerà nella fase della Chiesa universale e ad esso non saranno più presenti i dieci chierici appartenenti agli istituti di vita consacrata, eletti dalle rispettive organizzazioni che rappresentano le Superiori e i Superiori generali, venendo sostituiti da cinque religiose e cinque religiosi appartenenti agli istituti di vista consacrata eletti dalle stesse organizzazioni che rappresentano le Superiori e i Superiori generali. Non solo, perché – da come si legge in una nota diramata dalla Segreteria generale del Sinodo dei vescovi, sulla base delle decisioni prese da Papa Francesco – al posto degli uditori si aggiungeranno altri 70 componenti non vescovi in rappresentanza dei fedeli del popolo di Dio (sacerdoti, consacrate e consacrati, diaconi e fedeli laici) provenienti dalle diocesi, che avranno diritto di voto.
Questi nuovi membri verranno scelti da Papa Francesco in un elenco di 140 persone individuate, non elette, dalla sette Riunioni internazionali di Conferenze episcopali e dell’Assemblea dei patriarchi delle Chiese orientali (saranno individuate 20 persone per ciascuna riunione). Il requisito previsto è che il 50% di costoro siano donne e che venga valorizzata la presenza dei giovani: «Nella loro individuazione – precisa la Segreteria generale del Sinodo – si tiene conto non solo della loro cultura generale e della loro prudenza, ma anche della loro conoscenza, teorica e pratica, oltre alla loro partecipazione a vario titolo nel processo sinodale».
E oltre ai 70 membri non vescovi, altri componenti non presuli potranno essere inseriti anche tra i membri di nomina pontificia. Infine, i rappresentanti dei dicasteri vaticani che parteciperanno saranno quelli individuati dal Pontefice: «Non è una rivoluzione – precisa il cardinale arcivescovo di Lussemburgo Jean-Claude Hollerich, relatore generale della 16ª Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi -. I 70 nuovi membri sono il 21% dell’assemblea, che rimane plenariamente un’assemblea dei vescovi, con una certa partecipazione di non vescovi. Spetterà alle assemblee continentali proporre 20 nomi, e il Papa potrà sceglierne 10 di ogni continente e della Conferenza dei patriarchi del Medio Oriente. Sarebbe bene che tra questi 70, la metà siano donne e che ci siano i giovani, affinché la Chiesa sia ben rappresentata». Un’altra novità resta nota è che al Sinodo ci saranno anche vescovi senza alcuna conferenza episcopale, come nel caso del Lussemburgo: «Finora – ricorda Hollerich – queste Chiese non sono state rappresentate, questa volta potranno inviare un membro al Sinodo. La Chiesa sarà più completa, in questo Sinodo, e sarà una gioia avere la Chiesa intera riunita a Roma per il Sinodo».
Novità importanti, queste ultime: «Lo spazio nella tenda si sta allargando – commenta il cardinale Mario Grech, segretario generale della Segreteria generale del Sinodo -. Con questa decisione del Santo Padre il Sinodo rimarrà un Sinodo dei vescovi, ma ci sarà questa partecipazione allargata. La partecipazione dei nuovi membri non soltanto assicura il dialogo che c’è tra la profezia del popolo di Dio e il discernimento dei pastori – la circolarità messa in atto durante tutto il processo sinodale –, ma garantisce la memoria. I nuovi membri sono testimoni della memoria, del processo sinodale, dell’itinerario di discernimento iniziato due anni fa. Ci auguriamo che le modifiche introdotte dal Santo Padre, potranno arricchire non tanto il Sinodo, la cui natura non è intaccata perché rimarrà il Sinodo dei vescovi, ma tutta la Chiesa».
Anche la Chiesa italiana ha commentato queste importanti novità sinodali: «La presenza al Sinodo delle donne – sottolinea monsignor Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei – è una novità significativa, che sposta l’attenzione dal Sinodo dei vescovi al Sinodo della Chiesa universale, dove sono coinvolte tutte le componenti del popolo di Dio, uomini e donne, vescovi e non vescovi. Quello della partecipazione e della corresponsabilità che edificano la Chiesa e la sua missione, è un tema fondante dell’andamento sinodale che Papa Francesco ha impresso alla Chiesa e che riguarda anche la Chiesa italiana, che non vede una separazione tra l’ordine sacro e i fedeli laici, tutti corresponsabili e partecipi del cammino della Chiesa e della sua missione».