Vescovi Abruzzo-Molise: “Sempre e dovunque sub Petro e cum Petro”
"Con Papa Francesco - racconta il cardinale Petrocchi - è scaturita una «comunicazione a tutto campo intera e semplice, anche su piste non previste, dalla quale sono emersi i temi che in ogni diocesi rappresentano i centri di gravitazione della vita pastorale, ma anche i temi relativi alla progettualità"
È durata circa due ore, ieri mattina in Vaticano, l’udienza in cui Papa Francesco ha ricevuto i vescovi della Conferenza episcopale abruzzese e molisana (Ceam) – il cardinale arcivescovo de L’Aquila Giuseppe Petrocchi, l’arcivescovo coadiutore de L’Aquila monsignor Antonio D’Angelo, l’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti, l’arcivescovo di Chieti-Vasto monsignor Bruno Forte, il vescovo di Teramo-Atri monsignor Lorenzo Leuzzi, il vescovo di Avezzano monsignor Giovanni Massaro, il vescovo di Sulmona-Valva monsignor Michele Fusco, il vescovo di Lanciano-Ortona monsignor Emidio Cipollone, l’arcivescovo di Campobasso-Bojano monsignor Biagio Colaianni, il vescovo di Termoli-Larino monsignor Gianfranco De Luca, il vescovo di Trivento monsignor Claudio Palumbo e il vescovo di Isernia-Venafro monsignor Camillo Cibotti – nell’ambito della Visita ad Limina apostolorum, che i vescovi di tutto il mondo compiono ogni 5 anni per fare il punto della situazione sulla vita comunitaria delle rispettive diocesi dal punto vista religioso, sociale e culturale.
È stato il cardinale arcivescovo de L’Aquila e presidente della Ceam Giuseppe Petrocchi, intervistato da Radio Vaticana e Vatica news, a raccontare l’incontro con il Pontefice: «Abbiamo incontrato il Papa – afferma il porporato – prima di tutto per riconfermare in modo pieno e convinto l’unità nostra di pensiero e di sentimenti e di comportamento: sempre e dovunque sub Petro e cum Petro».
Un dialogo, quello con il Santo Padre, che a detta del cardinale Petrocchi è avvenuto in un clima di «paternità accogliente» essendo stato caratterizzato da un senso «di comunione», dal quale è scaturita una «comunicazione a tutto campo intera e semplice, anche su piste non previste, dalla quale sono emersi i temi che in ogni diocesi rappresentano i centri di gravitazione della vita pastorale, ma anche i temi relativi alla progettualità».
Dunque non c’è stato solo ascolto, ma si è verificata anche la prontezza di affrontare ogni tema importante per le chiese locali. Inoltre, in base al racconto del cardinale arcivescovo de L’Aquila, nel dialogo con Papa Francesco si è parlato anche delle sfide e delle «fratture nella relazione fraterna», tipiche di ogni vita diocesana, ma anche di quei «segni di sinergia frutto di un impegno a oltrepassare i confini della propria individualità».
L’incontro col Papa, tra l’altro, si è svolto alla vigilia dell’odierno quindicesimo anniversario del sisma che il 6 aprile colpì L’Aquila e i comuni del suo hinterland in particolare, provocando danni in tutto l’Abruzzo e nel Centro Italia con un bilancio finale di 309 vittime, più di 1.600 feriti e decine di milioni di euro di danni.
Ma al di là di tutto, il bilancio della visita ad Limina da Papa Francesco è stato assolutamente positivo, in quanto il cardinale Giuseppe Petrocchi ha ricordato come dalla comunione e dall’incontro scaturisca sempre “creatività”: «Nel nostro caso – conclude il porporato – il dialogo con il Papa ha significato anche la capacità di accogliere con spirito filiale e fiducia piena le sottolineature e le indicazioni che ci ha donato, tesori di sapienza che portiamo con noi e cercheremo di mettere in circolo nella Chiesa dove siamo operatori di unità. Questo è l’obiettivo dei vescovi in comunione tra loro e con il Pontefice».