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Vangelo: “Risponde al bisogno degli italiani che aspirano a una vita piena”

"Viviamo in una Babele segnata da tanta sofferenza – constata il cardinale Zuppi -, dalle ombre di guerre che non si fermano e paralizzano nella paura. L’onnipotenza dell’individualismo produce solo fragilità e chiusure, rivelando quanto abbiamo bisogno del “noi” e di quel “Tu” che è Dio"

Lo ha affermato lunedì il cardinale presidente della Ci Matteo Zuppi, aprendo i lavori della 79ª Assemblea generale dei vescovi italiani

Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, all'Assemblea generale della Cei - Foto: Siciliani-Gennari/Sir

Ieri mattina la 79ª Assemblea generale dei vescovi italiani, iniziata lunedì pomeriggio in Vaticano con l’incontro riservato avuto dai presuli con Papa Francesco e la veglia di preghiera serale per concludersi domani, è stata caratterizzata dalla relazione introduttiva del cardinale presidente della Conferenza episcopale italiana Matteo Zuppi: «La comunione – esordisce il porporato – non è una dimensione accessoria o virtuale, ma essenza stessa della Chiesa e frutto dello Spirito, che va custodita e difesa sempre, mai umiliata».

Quindi subito un riferimento all’incontro privato avuto dai vescovi italiani con il Papa: «Abbiamo potuto condividere le nostre preoccupazioni – racconta il cardinale Zuppi -, conferma di fraternità tra i vescovi italiani e il successore di Pietro, esperienza indispensabile del primato e della collegialità. Nel discorso che ci ha consegnato, Papa Francesco ha ricordato l’importanza delle nostre visite ad limina. Sono state occasioni per ravvivare la nostra comunione e, per lui, di partecipare alla nostra missione. Ci ha ringraziati del nostro affetto e della preghiera per lui».

A tal proposito, il cardinale presidente della Cei ha immediatamente rivolto un invito ai suoi confratelli vescovi: «Parlare dei problemi con realismo – esorta -, senza negatività, sempre pieni dello Spirito che libera dalla paura e dalla tentazione di fidarsi più di se stessi che della grazia. Bisogna alzare lo sguardo. Gesù invita i discepoli a non stare a discutere con lui di piccole preoccupazioni, pur assillanti. Quando si alzano gli occhi e si vede il grande bisogno di Dio e delle persone, quei problemi che sembravano montagne si riducono, perché niente è impossibile a chi ha fede. Mi sembra funzioni anche al contrario. Per chi non ce l’ha, diventa tutto assolutamente impossibile». Per il presidente della Cei, in vista del Giubileo, è questa «la prospettiva da assumere, quando guardiamo all’Italia, alla vigilia del Giubileo, che ci vuole pellegrini nella speranza e capaci di considerare, con amore, le tante difficoltà e sofferenze del nostro amato Paese».

Un punto importante della relazione introduttiva del cardinale Zuppi all’Assemblea generale della Cei è stato poi quello dedicato al Cammino sinodale delle Chiese in Italia: «Continuate a camminare – esorta il porporato -; fate Chiesa insieme; siate una Chiesa aperta. Camminare ci fa incrociare da vicino la realtà, a volte confusa, tanto da sembrare impermeabile, distante, solo materialista. Invece è sempre piena di sofferenze, di fragilità, di domande spirituali da riconoscere, di desideri di verità. Nel Cammino sinodale ci siamo sforzati di parlare, certo, ma sempre dopo avere ascoltato le nostre comunità e i tanti compagni di strada, per rispondere alle domande vere, per non parlare sopra, per annunciare la verità che è Cristo. Le sintesi raccolte dalle Chiese locali, sono la testimonianza di una vivacità che si esprime nel cammino, nello stare insieme e nel vivere la comunità in modo aperto. Sono racconti nei quali ha agito lo Spirito Santo segnalando le dimensioni prioritarie per rimettere in moto alcuni processi, per compiere scelte coraggiose, per tornare ad annunciare la profezia del Vangelo, per essere discepoli missionari. Siamo inviati per portare il lieto annuncio con gioia!». Con questa consapevolezza, a detta dell’arcivescovo di Bologna, a questo punto potremo vivere l’ultima tappa dedicata alla profezia: «I profeti – osserva il cardinale Matteo Zuppi – vivono nel tempo, leggendolo con attenzione. Cerchiamo dunque di tradurre in scelte e decisioni evangeliche quanto raccolto in questi anni. Ad agire è sempre lo Spirito! Dobbiamo continuare ad accompagnare con paternità e amorevolezza il cammino intrapreso, sentendo la responsabilità delle decisioni che ci attendono, e che vanno anche prese. È il nostro compito in particolare nelle due Assemblee sinodali, in programma a novembre e a marzo 2025».

I vescovi riuniti nella 79ª Assemblea generale Cei

Quindi il cardinale non ha mancato di fare analizzare il contesto socio-politico che stiamo vivendo ultimamente: «Viviamo in una Babele segnata da tanta sofferenza – constata il cardinale -, dalle ombre di guerre che non si fermano e paralizzano nella paura. L’onnipotenza dell’individualismo produce solo fragilità e chiusure, rivelando quanto abbiamo bisogno del “noi” e di quel “Tu” che è Dio. Al termine dell’episodio biblico, non c’è più il rischio di dividersi in schieramenti diversi e persino rivali o di fraintendersi». Ma c’è un antidoto per arginare questo contesto: «Lo scenario di Babele, in cui le lingue e le persone stesse rimangono estranee tra loro, è lontano – ricorda Zuppi – se siamo pieni dello Spirito che rende familiari, tesse la comunione tra diversi, getta ponti e consente di superare i muri che dividono. Lo Spirito del Risorto permette di parlare davvero a tutti. Quando la Chiesa si ripiega su se stessa è probabile che non stia facendo agire lo Spirito. Quando invece è ripiena di Spirito sa dire una parola concreta di salvezza alle persone. Tutto questo è impossibile a noi oggi? Certamente saranno necessarie una riflessione puntuale e coraggiosa e scelte adeguate, che difendano le identità delle nostre comunità guardando con speranza e passione il futuro. Lo stiamo già facendo nel Cammino sinodale, consapevoli che dobbiamo essere pieni del suo Spirito Consolatore, Spirito di forza e non di timidezza: una forza evangelica, non supponente, antipatica, che finisce per nascondere la Verità perché la rende distante, come una pietra da tirare. È piuttosto un pane di misericordia da usare, attraente non perché svilita ma perché vera e prossima alla folla e a ciascuna persona, esigente perché chiede amore, capace di generare vita, di renderla nuova come solo l’amore sa fare».

In seguito, il cardinale Matteo Zuppi ha lanciato l’allarme riguardante l’aumento costante delle persone in stato di povertà in Italia: «Lo stato di salute del Paese desta particolare preoccupazione – sottolinea il presidente della Cei -. In Italia, il 9,8% della popolazione, circa un italiano su dieci, vive in condizioni di povertà assoluta. Le stime preliminari dell’Istat, riferite all’anno 2023, mostrano quanto la povertà sia un fenomeno strutturale del Paese. Complessivamente risultano in uno stato di povertà assoluta 5 milioni 752mila residenti, per un totale di oltre 2 milioni 234mila famiglie. A loro si aggiungono le storie di chi vive in una condizione di rischio di povertà e/o esclusione sociale: si tratta complessivamente di oltre 13 milioni di persone, pari al 22,8% della popolazione: il dato italiano supera la media europea. È sempre più difficile uscire dall’abisso dell’indigenza. Si rafforzano le povertà croniche e quelle intermittenti, relative ai nuclei familiari che oscillano tra il “dentro” e il “fuori” dalla condizione di bisogno».

Inoltre, il cardinale ha anche ricordato come, nel nostro Paesi, si stia rafforzando il divario generazionale: «I giovani – denuncia Zuppi – sono sempre più esposti a difficoltà economiche e aumenta il vuoto creato da coloro che tendono ad allontanarsi dalla partecipazione politica e dal volontariato. Nel 2023 – sempre secondo i dati Istat – il 40,2% dei 16-24enni ha svolto almeno un’attività di partecipazione politica, con una riduzione significativa rispetto al 54,5% del 2003; l’8,0% ha svolto attività di volontariato, con una riduzione significativa rispetto a venti anni prima (era 11,0% nel 2003). Nel nostro Cammino sinodale uno spazio importante viene riservato proprio alla domanda spirituale dei giovani, ma anche a quella degli anziani, che tanto possono aiutare a costruire un futuro per tutti ma che vanno garantiti nella loro fragilità. L’imminente Settimana sociale dei cattolici, che vedrà la presenza del Santo Padre e del presidente della Repubblica, sarà per noi una occasione preziosa per favorire le dinamiche partecipative in particolare dei giovani, perché si sentano parte di un sogno e di un progetto comune».

Un altro tema caldo al centro del dibattito in Italia è poi quello dell’accoglienza: «È necessario – ammonisce il presidente dei vescovi italiani – promuovere azioni solidali e definire, con urgenza, soluzioni inclusive e realmente incisive, in grado di rafforzare il senso di comunità e di reciproca cura, affinché nessuno sia tagliato fuori o venga lasciato indietro. Questi problemi aumentano sensibilmente nelle aree interne del Paese, che restano oggetto di tanta preoccupazione della Chiesa. Tali aree, se opportunamente aiutate in una visione strategica, possono diventare luoghi di accoglienza per tutti, anche in riferimento all’emigrazione che deve rappresentare un’opportunità oltre che una necessità. È l’accoglienza che allarga anche il cuore e diventa testimonianza di una rinnovata cultura di pace. In questo senso accoglieremo i minori provenienti dall’Ucraina per un’estate di solidarietà. Sette nostre Chiese locali hanno dato disponibilità, insieme alle aggregazioni laicali, ad ospitare 700 minori. Abbiamo poi bisogno di una legalità certa ed efficace che combatta gli abusi, garantendo diritti e doveri e che permetta, tra l’altro, anche di rispondere ad una domanda di mano d’opera che diventa in alcuni casi una vera emergenza».

C’è poi la criticità di una società che ha perso la speranza: «Non vogliamo vivere una cultura del declino – ribadisce il cardinale Matteo Zuppi -, che ci fa stare dentro i nostri recinti, non ci fa essere audaci e ci priva della speranza. Pensiamo anche all’inverno demografico che chiede interventi lungimiranti. Non bisogna chiudersi alla vita. “Quando ci si chiude ci si ammala, si cerca sicurezza nei ruoli, nella discussione interna piuttosto che annunciare il Vangelo con semplicità, servendo i poveri, così come ci è chiesto dalla Parola di Dio” – la citazione di Papa Francesco -. Le generazioni di santi, martiri, coraggiosi cristiani ci spingono a prendere sul serio il Vangelo oggi in questa terra d’Italia. Oggi! Il Vangelo risponde al bisogno degli italiani, anche dei giovani, spesso isolati, che aspirerebbero a una pienezza di vita, ma non sanno dove trovarla. Ci libera dalla cultura del declino proprio questa gioiosa consapevolezza: “Abbiamo a disposizione un tesoro di vita e di amore che non può ingannare”», assicura Zuppi riprendendo le parole dell’Evangelii Gaudium».

Quindi le conclusioni della relazione introduttiva, relative alle azioni che la Chiesa può e deve intraprendere: «Per non perdere vitalità e capacità comunicativa – rilancia il cardinale presidente della Conferenza episcopale italiana -, la Chiesa deve fare i conti con la cultura nel suo insieme, prendendo in considerazione tanto le élite intellettuali laiche che la dominante cultura di massa. Senza rapporti con il mondo della cultura, la Chiesa perde anche il contatto con il mondo sociale, oggi molto più estesamente scolarizzato e acculturato di quanto fosse nella prima metà del secolo scorso. Nonostante l’originalità e la determinazione di Papa Francesco, dobbiamo chiederci se non pecchiamo di timidezza e di mancanza di fantasia creativa in ambito culturale. Una Chiesa che non sia militanza e immaginazione culturale soffre di una colpevole, grave mancanza e omissione: non rende vivo e attuale il messaggio cristiano. La Chiesa deve aiutare la discussione critica delle ideologie, dei miti, degli stili di vita, dell’etica e dell’estetica dominanti. Se è vero che la Chiesa ha bisogno di cultura, aggiungerei che è anche la cultura ad avere bisogno del punto di vista cristiano».

About Davide De Amicis (4420 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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