Ultime notizie

“I cristiani cerchino la verità nella fede alla Chiesa per fare la volontà di Dio”

"Il mio desiderio – afferma Suor Anna Maria Lolli, madre generale - è che le suore continuino ad essere veramente il seme che porta frutto in questa città. E poi io ho un grande amore che sono i giovani. Quindi ho a cuore che le suore continuino a fare del bene, secondo il cuore di Gesù, per questa gioventù che oggi, più che mai, ha bisogno di speranza, ha bisogno di punti di riferimento e ha bisogno di guardare lontano e di credere in se stessi"

Lo ha affermato ieri l’arcivescovo Valentinetti, presiedendo la santa messa nella solennità dell’Immacolata concezione della Beata Vergine Maria e il centenario di presenza delle Suore all’Istituto Ravasco in viale Bovio a Pescara

L'arcivescovo Valentinetti pronuncia l'omelia

È stata una festa nella festa la giornata di ieri per la Chiesa di Pescara-Penne che, oltre ad aver celebrato la solennità dell’Immacolata concezione della Beata Vergine Maria, ha anche reso omaggio alle Suore della Congregazione delle figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Mariafondate dalla Beata Eugenia Ravasco il 6 dicembre 1868 che hanno celebrato il centenario della loro presenza nella sede di viale Bovio dove vi arrivarono nel 1924. Invece tre anni prima, nel 1921, alcune suore della stessa congregazione giunsero a Pescara Porta Nuova aprendo l’attuale sede di via Italica. Lo ha ricordato suor Graziella Montemagni, madre superiora dell’Istituto Ravasco di viale Bovio al cui internonella chiesa di Gesù Buon Pastore l’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti ha presieduto la santa messa in presenza delle 13 suore che animano l’Istituto, della madre generale Suor Annamaria Lolli, da altre consorelle arrivate da Genova  (dove la Congregazione nacque), dalle autoritàil sindaco di Pescara Carlo Masci e l’assessore ai Rapporti con le confessioni religiose Valeria Toppettie da numerosi fedeli: «Un mio saluto e un mio ringraziamento – premette il presule all’inizio della celebrazione eucaristica – all’Istituto delle Suore di Ravasco che perseverano in questa presenza, non solo qui ma anche a via Italica. E il mio ringraziamento va all’attuale comunità presieduta da Suor Graziella e alla madre generale Suor Anna Maria Lolli che questa mattina è presente in mezzo a noi».

Suor Maria Dora Ciarcelluti rinnova la consacrazione alle Suore di Ravasco

E un ringraziamento particolare, l’arcivescovo Valentinetti lo ha poi rivolto a Suor Maria Dora Ciarcelluti, che ha rinnovato la sua consacrazione cinquant’anni dopo aver preso i voti. Nell’omelia, l’arcivescovo di Pescara-Penne ha innanzitutto approfondito il sacro dogma dell’Immacolata concezione della Beata Vergine Maria: «“Adamo, dove sei?”. È questa la grande domanda che Dio fa ad Adamo nella narrazione dei primordi della creazione e, purtroppo, nella narrazione della trasgressione che Adamo e Eva avevano compiuto nei confronti di Dio. Ma questa domanda, lungi dall’essere una domanda antica, è sempre nuova. Perché Dio ad ogni uomo rivolge questa domanda “Dove sei? Dove ti stai collocando? Qual è la tua interiorità? Qual è la tua vita?”. Sarebbe facile che le nostre sorelle potessero rispondere, perché la loro vita si è già collocata nella dimensione di una professione religiosa che ha esaltato la grazia del battesimo. La consacrazione religiosa non è nient’altro che una radicalizzazione di quanto tutti abbiamo vissuto, cioè il battesimo che ci ha fatto cristiani. Ma la domanda non è solo per noi religiosi, che abbiamo fatto già una scelta di campo, ma è per tutti i cristiani, per ogni uomo. La domanda è per qualunque realtà di fede oggi possa interloquire con noi, perché a tutti Dio chiede “Dove sei?”».

La sede dell’Istituto Ravasco, in viale Bovio a Pescara

L’arcivescovo ha quindi denotato come le risposte a questa domanda, possono essere le più varie: «Qualcuno – osserva – è indifferente e non gli interessa rispondere a questa domanda. Qualcuno è negazionista. Dice “È una domanda che non mi viene da nessuna parte, quindi non rispondo”. Qualcuno, addirittura, è contrario alla presenza di Dio nella propria vita, ma questo non scoraggia Dio che non si è scoraggiato di fronte al peccato di Adamo ed Eva e li ha cercati. Li ha cercati in continuazione, ma li ha cercati anche dopo. Perché da Adamo ed Eva, nella discendenza, non è che fossero tutti stinchi di santi, ma sono stati cercati in continuazione dall’amore di Dio che ha continuato a ripetere “Ma dove siete? Io vi ho amati di un amore eterno, ma voi dove siete?” Ed è la stessa domanda che oggi fa a noi… “Ma noi dove siamo?” “Vi sto amando di un amore eterno, ma voi dove siete? Siete in guerra? Siete a distruggere il pianeta? Siete a sviluppare politiche di disuguaglianza? Ma dove siete? Siete pronti a vivere? Siete pronti a vivere un’interiorità di spiritualità che forse, probabilmente, avete soffocato dentro di voi? Ma dove siete?” La risposta è Colei che ha risposto “Sì, ci sono”. Colei che, pur turbata da quella parola “Chaîre kecharitoméne”, “Ave, ave, o tu che sei stata riempita di ogni grazia”. Sapete perché Adamo ed Eva da quell’albero non dovevano mangiare? Perché era una cosa bella che non era riservata a loro, ma era per qualcun altro. Ed era quella cosa bella chiusa in quel “Chaîre kecharitoméne”, “Tu che sei la piena di grazia”. E lei, pur turbata e incerta a causa del fatto che non fosse sposata, accetta il mistero di Dio e dice “Io sono qui, si compia in me la Tua parola”».

La chiesa di Gesù Buon Pastore gremita da suore e fedeli

Da qui l’auspicio: «Quanto sarebbe importante – osserva monsignor Tommaso Valentinetti – che i cristiani riscoprissero questa verità “Si compia in me la Tua parola”. Che gli uomini di buona volontà si mettessero insieme a ricercare nella fede della Chiesa Cattolica, ma anche nelle altre fedi, la verità perché si compia la volontà dell’unico Dio. Perché sì, questo Dio può essere chiamato con nomi diversi. Ma in fondo un principio di santità, un principio di verità, un principio di umanità che si raccorda alla divinità, è dentro la storia di tutte le fedi, è dentro la storia di ogni credenza. Ma se l’umanità non recupera questa dimensione di disponibilità nei confronti di qualcuno che è molto più grande, certamente i cammini diventano difficili. Ma il Signore non ci fa mancare la sua speranza. Stiamo per aprire il Giubileo della speranza… “In mezzo a noi vi continuo a dire, Io sono la via, la verità e la vita“».

Infine un augurio rivolto alle Suore della Congregazione delle figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria: «Care sorelle – ricorda l’arcivescovo -, cento anni di presenza a Pescara. Siete state un segno un segno visibile di educazione e di carità. Io non so se sarà possibile, ma vi auguro altri cento anni di presenza qui a Pescara. Speriamo perché io non ci sarò più, come forse la maggior parte di quelli che sono qua dentro, ma la vostra presenza continua ad essere una presenza significativa. Non vi preoccupate perché siete avanzate nell’età, perché questa è la pura santa verità, ma molto spesso il Signore suscita le cose più belle dalle cose che sembrano le più difficili. Chiaramente tutto questo può capitare se ci affidiamo alla grazia del Signore. Affidatevi alla Vergine Santa, che oggi celebriamo con devozione e con amore. Affidatevi alla vostra fondatrice, la Beata Eugenia Ravasco, che è stata una santa donna la quale andava in mezzo agli scaricatori di porto a Genova per sollevarli dalle angustie, dalle pene dalle fatiche e all’educazione dei loro figli a cui si è dedicata con tanto amore. Erano poche (le suore all’epoca), però erano brave. Anche se siete poche, siate brave».

Suor Graziella Montemagni, madre superiora dell’Istituto Ravasco di viale Bovio

E le suore dell’Istituto Ravasco, in questi primi cento anni di cammino in viale Bovio a Pescara, sono state bravissime: «Nel 1925 arrivarono tre suore – ricorda Suor Graziella Montemagni, la madre superiora dell’Istituto Ravasco di viale Bovio -. Non conoscevano la città, non conoscevano niente, si sono fidate di Dio. C’erano, in realtà, già le suore in via italica. Piano piano hanno conosciuto le persone, si sono avvicinati i ragazzi, i bambini, e dapprima abbiamo costituito un oratorio. Poi, piano piano, la scuola dell’infanzia, la scuola primaria, fino ad arrivare in questi ultimi decenni alla scuola superiore, che purtroppo adesso non c’è più. Oggi arriviamo fino alla quinta della scuola primaria. Ringraziamo Dio, perché in questi cento anni abbiamo sperimentato la Sua presenza che ci ha dato veramente conforto, come si legge nei diari. E cos’altro posso dire se non grazie anche di questa giornata. Le persone che sono venute hanno creduto all’educazione e soprattutto anche alla vita di testimonianza nostra. E ora ripartiamo sempre con speranza, come dice il Papa, ci vuole la speranza per andare avanti».

Suor Anna Maria Lolli, madre generale delle Suore delle figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria

E proprio nell’Istituto Ravasco, in viale Bovio a Pescara, ha mosso i primi passi nella sua vocazione l’attuale madre generale della Congregazione Suor Anna Maria Lolli: «Il mio desiderio – afferma la madre generale – è che le suore continuino ad essere veramente il seme che porta frutto in questa città. E poi io ho un grande amore che sono i giovani. Quindi ho a cuore che le suore continuino a fare del bene, secondo il cuore di Gesù, per questa gioventù che oggi, più che mai, ha bisogno di speranza, ha bisogno di punti di riferimento e ha bisogno di guardare lontano e di credere in se stessi». Ma il servizio operato dalle suore di Ravasco, non si limita all’istruzione dei giovanissimi: «Educare ha un’eccezione molto ampia – precisa Suor Anna Maria -. , è istruire, ma allo stesso tempo è aiutare le persone a recuperare la propria dignità. Quindi ecco il nostro servizio nella pastorale nelle varie parrocchie, il nostro servizio in carcere tramite Suor Livia e poi chissà qualche altro progetto in seguito. Il servizio ai poveri e soprattutto ai giovani. Che queste suore continuino a fare del bene. Che siano innanzitutto suore “robuste”, come diceva un santo, e che abbiano sempre di più il coraggio di buttarsi in questo mondo e che siano segno. Che diano un po’ di speranza a genitori, famiglie e soprattutto, che facciano degli interventi educativi mirati. Abbiamo bisogno di risposte nuove e di risposte autentiche, oltre che d’incontrare delle persone che siano più o meno autentiche».

About Davide De Amicis (4555 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
Contact: Website