“Basta ipocrisia! Il cristiano vive sempre preghiera, digiuno ed elemosina”
"La Quaresima - ricorda monsignor Tommaso Valentinetti - è un cammino serio e profondo, nel quale non occorre moltiplicare le azioni della nostra vita cristiana, ma quanto radicarle nel profondo del nostro cuore perché diventino azioni di tutto l’anno e di tutta la vita alla sequela di Gesù, il nostro unico Maestro, il nostro unico Signore"

Ieri sera anche la Chiesa di Pescara-Penne, con la santa messa del Mercoledì delle Ceneri presieduta dall’arcivescovo monsignor Tommaso Valentinetti nella Cattedrale di San Cetteo a Pescara, è entrata nel cammino quaresimale: «Con questa solenne liturgia – premette il presule – iniziamo il cammino penitenziale austero della Quaresima, per chiedere al Signore di rinnovare la nostra sequela dietro di Lui, per capire ancora una volta che Lui è l’unico Maestro della nostra vita».

Sono stati tanti i fedeli a partecipare per rinnovare questo cammino di riflessione attraverso il rito dell’imposizione delle Ceneri impartito dall’arcivescovo Valentinetti il quale, nell’omelia, ha approfondito meglio il senso e il valore di questo tempo liturgico: «Siano rese gloria a Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo – afferma l’arcivescovo di Pescara -Penne -, perché ancora una volta attraverso il pio esercizio della Quaresima e l’ascolto della Parola, ci danno la possibilità di non indurire il nostro cuore, ma di continuare a rinnovare la nostra sequela al Signore Gesù ascoltando la Sua voce. Ed è la Sua voce che dobbiamo ascoltare, ma non tanto per fare delle cose. La pagina del Vangelo, parlandoci di digiuno, elemosina, preghiera, potrebbe indurci a pensare che durante la Quaresima dobbiamo intensificare queste opere. In realtà il cristiano è chiamato sempre a vivere il digiuno, l’elemosina e la preghiera. Il richiamo quaresimale è un richiamo forte a uscire dall’ipocrisia. “Non siate come gli ipocriti che fanno tutto questo per essere ammirati dagli uomini”. Ma la tentazione della ipocrisia è costante anche per noi cristiani, quando vogliamo mettere in bella mostra le nostre opere o individuali o anche di comunità. Sull’ipocrisia, siamo stati richiamati anche domenica scorsa dalla pagina del Vangelo, “perché guardi la pagliuzza nell’occhio del fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio. Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e poi potrai togliere la pagliuzza dall’occhio del fratello”».
Da qui la domanda fondamentale posta da monsignor Tommaso Valentinetti: «“Come vivo la mia vita cristiana?” – interroga il presule -. Dietro il cammino della Quaresima c’è questa grande domanda. “Come vivo la mia vita cristiana e come rinnovo la mia vita cristiana?”. Se ricordate, sempre domenica scorsa, nel Vangelo c’era un’altra frase “Nessuno discepolo è più del suo maestro, ma ogni discepolo sarà come il proprio maestro”. Ma il nostro maestro chi è? Il nostro maestro o è Gesù o non è. E perché il nostro maestro possa essere Gesù, dobbiamo sposare la causa del Vangelo, dobbiamo sposare la causa della differenza cristiana e soprattutto, dobbiamo ricercare la conoscenza della potenza evangelica nel profondo del nostro cuore. Sì, quello è il sacello dove possiamo concepire l’elemosina, il digiuno e la preghiera. Ma chiaramente il tutto dentro un nascondimento che, chiaramente, ci porta a cambiare il nostro cuore e cambiandolo cambiano le relazioni tra le persone, tra le comunità, dentro la vita sociale, i modi di essere e i modi di fare. Non più per appiccicarci delle etichette, ma quanto per rimarcare – è una frase che amo molto e l’avete ascoltata qualche altra volta dalla mia bocca – la cosiddetta differenza cristiana».

Ecco quindi cos’è la Quaresima: «È un cammino serio e profondo – ribadisce il presule -, nel quale non occorre moltiplicare le azioni della nostra vita cristiana, ma quanto radicarle nel profondo del nostro cuore perché diventino azioni di tutto l’anno e di tutta la vita alla sequela di Gesù, il nostro unico Maestro, il nostro unico Signore. Per portare frutto e portarlo in abbondanza. Sempre domenica scorsa il Vangelo ci diceva che non c’è albero buono che possa portare frutti cattivi, né albero cattivo che possa portare frutti buoni. Ma il mio albero qual è? Il mio albero su quale terreno è piantato? Il mio albero si radica, a questo punto, sull’ascolto del Signore che mi parla… “E allora suonate sì il corno in Sion, proclamate sì un solenne digiuno, radunate sì il popolo per indire un’assemblea santa. Chiamate i vecchi, riunite i fanciulli, i bambini lattanti, ed esca lo sposo dalla sua camera e la sposa dal suo talamo”. Perché Signore, probabilmente, non ci siamo resi conto tutti quanti, ma abbiamo sbagliato tante cose. Abbiamo sbagliato molto nella nostra vita. Perdona il tuo popolo, perché si dovrebbe dire che Tu non ci sei, ma Tu ci sei o Signore e ci rioffri la Tua salvezza. Amen».

Nella successiva preghiera dei fedeli, l’arcivescovo Valentinetti è poi tornato a invocare la salute per Papa Francesco, in questi periodo di malattia che lo vede ricoverato da 20 giorni – a causa di una polmonite bilaterale – presso il Policlinico “Agostino Gemelli” di Roma: «Preghiamo ancora per il Santo Padre – esorta l’alto prelato -, per la sua salute, perché il Signore lo sostenga in questo momento non facile di sofferenza e continui a mandare il suo spirito alla Santa Chiesa, perché possa continuare a camminare nel tempo sotto la sua guida».
La liturgia eucaristica delle Sacre Ceneri, tra l’altro, è stata impreziosita dalla sua traduzione nella lingua dei segni italiana realizzata dalla responsabile della Pastorale per le persone disabili della Conferenza episcopale italiana suor Veronica Donatello, di origini pescaresi.