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Nuovo Papa: “Risvegli la coscienza di una società che dimentica Dio”

Il cardinale Re ha ricordato uno dei compiti principali che il successore di Pietro deve assumere: «Quello - sottolinea il porporato - di far crescere la comunione di tutti i cristiani con Cristo; comunione dei vescovi col Papa; comunione dei vescovi fra di loro. Non una comunione autoreferenziale, ma tutta tesa alla comunione fra le persone, i popoli e le culture, avendo a cuore che la Chiesa sia sempre casa e scuola di comunione"

Questo l’auspicio del cardinale Giovanni Battista Re che stamani, nella basilica di San Pietro, ha presieduto la messa per l’elezione del Papa

Cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio - Foto: Calvarese/Sir


«Siamo qui per invocare l’aiuto dello Spirito Santo, per implorare la sua luce e la sua forza perché sia eletto il Papa di cui la Chiesa e l’umanità hanno bisogno in questo tornante della storia tanto difficile, complesso e tormentato». Con queste parole il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, stamani ha aperto l’omelia della messa “pro eligendo Romano Pontifice” che ha presieduto stamani nella basilica di San Pietro concelebrando con i 133 cardinali elettori, alla presenza dei 119 cardinali non elettori, in quanto ultraottantenni.

Questa liturgia eucaristica ha rappresentato l’ultimo atto pubblico, prima dell’ingresso in Conclave appena avvenuto: «Pregare, invocando lo Spirito Santo – osserva il porporato – , è l’unico atteggiamento giusto e doveroso, mentre i cardinali elettori si preparano ad un atto di massima responsabilità umana ed ecclesiale e ad una scelta di eccezionale importanza; un atto umano per il quale si deve lasciar cadere ogni considerazione personale, e avere nella mente e nel cuore solo il Dio di Gesù Cristo e il bene della Chiesa e dell’umanità. L’amore, che Gesù rivela, non conosce limiti e deve caratterizzare i pensieri e l’azione di tutti i suoi discepoli, i quali nel loro comportamento devono sempre mostrare un amore autentico e impegnarsi per la costruzione di una nuova civiltà, quella che Paolo VI chiamò “civiltà dell’amore. L’amore è la sola forza capace di cambiare il mondo. Gesù ci ha dato l’esempio di questo amore all’inizio dell’ultima cena con un gesto sorprendente: si è abbassato al servizio degli altri, lavando i piedi agli Apostoli, senza discriminazioni, non escludendo Giuda che lo avrebbe tradito».

Quindi il cardinale Re ha ricordato uno dei compiti principali che il successore di Pietro deve assumere: «Quello di far crescere la comunione di tutti i cristiani con Cristo; comunione dei vescovi col Papa; comunione dei vescovi fra di loro. Non una comunione autoreferenziale, ma tutta tesa alla comunione fra le persone, i popoli e le culture, avendo a cuore che la Chiesa sia sempre casa e scuola di comunione. È forte il richiamo a mantenere l’unità della Chiesa nel solco tracciato da Cristo agli Apostoli. L’unità della Chiesa è voluta da Cristo; un’unità che non significa uniformità, ma salda e profonda comunione nelle diversità, purché si rimanga nella piena fedeltà al Vangelo. La qualità fondamentale dei Pastori è l’amore fino al dono completo di sé. Dai testi liturgici di questa celebrazione eucaristica ci viene pertanto un invito all’amore fraterno, all’aiuto vicendevole e all’impegno per la comunione ecclesiale e per la fraternità umana universale».

L’ingresso dei cardinali nella basilica di San Pietro

Inoltre, il decano dei cardinali ha precisato come l’elezione di un Pontefice differisca da qualsiasi altra elezione: «Non è un semplice avvicendarsi di persone – precisa il porporato -, ma è sempre l’apostolo Pietro che ritorna. Ogni Papa continua a incarnare Pietro e la sua missione e così rappresenta Cristo in terra; egli è la roccia su cui è edificata la Chiesa. I cardinali elettori esprimeranno il loro voto nella Cappella Sistina, dove – come dice la Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis – “tutto concorre ad alimentare la consapevolezza della presenza di Dio, al cui cospetto ciascuno dovrà presentarsi un giorno per essere giudicato. Nel Trittico Romano Papa Giovanni Paolo II auspicava che, nelle ore della grande decisione mediante il voto, l’incombente immagine michelangiolesca di Gesù Giudice ricordasse a ciascuno la grandezza della responsabilità di porre le “somme chiavi” (citazione di Dante) nelle mani giuste».

Infine l’invocazione del cardinale Giovanni Battista Re: «Preghiamo perché lo Spirito Santo – invita il decano del Collegio cardinalizio -, che negli ultimi cento anni ci ha donato una serie di Pontefici veramente santi e grandi, ci regali un nuovo Papa secondo il cuore di Dio per il bene della Chiesa e dell’umanità. Preghiamo perché Dio conceda alla Chiesa il Papa che meglio sappia risvegliare le coscienze di tutti e le energie morali e spirituali nella società odierna, caratterizzata da grande progresso tecnologico, ma che tende a dimenticare Dio. Il mondo di oggi attende molto dalla Chiesa per la salvaguardia di quei valori fondamentali, umani e spirituali, senza i quali la convivenza umana non sarà migliore né portatrice di bene per le generazioni future. La Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa, intervenga con la sua materna intercessione, perché lo Spirito Santo illumini le menti dei cardinali elettori e li renda concordi nell’elezione del Papa di cui ha bisogno il nostro tempo».

About Davide De Amicis (4656 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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