“Occorre reagire per vincere la crisi”
Le gravi questioni del momento, dall’economia alla politica, dalla corruzione alla disoccupazione giovanile, dall’attacco all’istituto della famiglia e a quello verso la vita, sono state al centro della riflessione condotta questo pomeriggio dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, nel corso della sua prolusione ai lavori del Consiglio episcopale permanente riunito a Roma.
Il suo discorso, composto da undici pagine di testo con ampi riferimenti a diversi recenti interventi del Papa, ha preso le mosse dall’esigenza di meglio comprendere le radici profonde, culturali, morali ed economiche della crisi anche se questa non è la prima volta, nell’Italia moderna, che si debbano affrontare prove dure e inesorabili: «Forse, in altri passaggi – ha osservato il cardinal Bagnasco – s’imponevano convinzione diffusa, coraggio corale, quasi un entusiasmo contagioso. Invece oggi sembra non essere più così. Anzi, il Paese è come avvolto in una cappa di sfiducia, fattore più pernicioso e pervasivo, a cui fa da contrasto soltanto un popolo che tiene, resiste; naturalmente si interroga e patisce; ma non si arrende e vuol reagire».
È a questo punto che il capo dei vescovi italiani ha richiamato gli eventi del sisma emiliano. Eppure nei cristiani non mancherebbero gli elementi per affrontare e vincere questa crisi che li circonda: «Preti entusiasti – ha suggerito il presidente della Cei – con una chiara identità e un laicato fatto di credenti di prim’ordine, con una forte presa soprannaturale, sono le condizioni perché la presenza dei credenti possa contribuire ad affrontare la crisi odierna».
Una crisi economica, sociale, morale ma anche e soprattutto politica che necessiterebbe di un immediato rinnovamento: «Di fronte a un reticolo di corruttele e di scandali emerso in questi ultimi tempi – ha constatato il porporato – c’è una rafforzata indignazione che la classe politica continua a sottovalutare. Urgono quindi riforme tanto importanti quanto attese. Del resto, la crisi che non è congiunturale ma di sistema, esige di essere affrontata con competenza e autorevolezza. Diversamente il futuro sarebbe ancora più nero per i giovani che sono il nostro maggiore assillo».
Sono state parole decise, queste ultime, che il cardinal Bagnasco ha rivolto anche a proposito degli attacchi alla famiglia, con le rivendicazioni delle unioni di fatto cui: «… Assicurare gli stessi diritti – ha accusato il cardinale – della famiglia fondata sul matrimonio, senza l’aggravio dei suoi doveri». Da qui la richiesta rivolta alla classe politica di presidiare in maniera privilegiata la famiglia, richiamando anche dei valori “non negoziabili”, tra i quali spicca quello alla tutela della vita contro, ad esempio, la richiesta “palese o larvata” di introduzione dell’eutanasia, mentre la comunità civile ancora attende il varo definitivo, da parte del Senato, delle Dat (Dichiarazioni anticipate di trattamento).