Procreazione assistita: è boom in Italia
In Italia è aumentato del 62,8% in cinque anni il numero delle donne trattate per la procreazione medicalmente assistita (Pma), passando da 27.254 a 44.365 tra il 2005 ed il 2010. Risulta quindi triplicato il numero di bambini nati grazie a queste tecniche, passati da 3.385 a 9.286, facendo registrare un incremento del + 174,3%. Il 69,1% degli italiani è favorevole a Pma, mentre il 17,2% ritiene che debba essere vietata e il 13,7% non ha un opinione in proposito.
Tutto questo è quanto emerge da un’indagine del Censis (www.censis.it), condotta su un campione rappresentativo di 1.500 italiani maggiorenni, che è stata presentata ieri pomeriggio a Roma nell’ambito dell’incontro “Umanesimo al femminile nell’esperienza professionale di Isabella Coghi”, ginecologa e ricercatrice scomparsa nel 2008. Alla presentazione sono intervenuti, tra gli altri, Giuseppe De Rita e Carla Collicelli, rispettivamente presidente presidente e vice direttore del Censis, Ketty Vaccaro, responsabile settore Welfare dell’Istituto, e il ministro della Salute Renato Balduzzi. I centri coinvolti nel monitoraggio sono 174.
In base alla ricerca, sono aumentati i cicli di trattamento avviati, dai circa 33 mila del 2005 ai quasi 53 mila del 2010, i trasferimenti effettuati, da 25.402 a 40.468, e le gravidanze ottenute, da 6.243 a 10.988: «A fronte di un consenso così ampio sulla fecondazione omologa – si legge nell’indagine -, quando si parla di fecondazione eterologa, cioè il caso in cui i gameti uniti artificialmente appartengano a un donatore, la quota dei favorevoli si riduce al 50,5% e il 30,2% non approva il ricorso a questa tecnica di fecondazione artificiale. Sulla diagnosi pre-impianto dell’embrione è d’accordo il 52,3%, mentre il 26,5% non è favorevole».
Inoltre, tra le questioni di bioetica più discusse nella ricerca, figura anche l’utilizzo delle cellule staminali embrionali per fini terapeutici. A questo il 78,2% degli italiani è favorevole, rispetto all’8,1% che si esprime per il divieto all’utilizzo della tecnica ed il 13,7% non ha un opinione in merito. Ma anche riguardo all’interruzione di gravidanza mediante l’aborto o comunque attraverso il ricorso alla pillola abortiva, la Ru486, continuano a prevalere i consensi sui dissensi: «Accade coerentemente – ha precisato il Censis nell’indagine – con gli esiti di un processo culturale ormai consolidato negli anni che ha riconosciuto alla donna la piena autonomia nelle scelte che riguardano la sua persona e il suo corpo». Il 60% degli italiani è infatti favorevole all’interruzione volontaria di gravidanza, a fronte del 26% che si oppone. Tra l’altro, in merito alla pillola abortiva è favorevole il 54,1%, mentre il 29% è contrario.