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“La famiglia al primo posto dell’agenda politica”

Lo ha richiesto sabato Francesco Belletti, organizzatore delle Settimane sociali, intervenendo all’appuntamento pescarese in preparazione della Settimana sociale 2013

Mons. Arrigo Miglio, organizzatore Settimane Sociali

Riportare la famiglia al primo posto dell’agenda politica del nostro Paese. È questo l’obiettivo emerso dal seminario di studio dal tema “La famiglia: speranza e futuro”, ospitato sabato nell’Oasi dello Spirito di Montesilvano colle grazie allo sforzo organizzativo dell’ufficio diocesano di Pastorale Sociale e svoltosi in preparazione all’edizione 47 della Settimana Sociale dei cattolici che si terrà in Settembre a Torino. È dunque una famiglia in crisi quella attuale, fiaccata da un lavoro sempre più precario oltre che da un’insopportabile pressione fiscale, che va assolutamente rilanciata essendo da sempre un motore per l’Italia: «Per la crescita del Paese – ha spiegato monsignor Arrigo Miglio, presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali dei cattolici italiani nonché arcivescovo di Cagliari, presente ieri all’appuntamento pescarese – è necessario passare attraverso la centralità della famiglia, poiché essa è uno dei pilastri del bene comune. Da qui la scelta di inserirla come tema in maniera diretta e nella prospettiva tipica delle Settimane Sociali logica conseguenza dalla precedente Settimana Sociale, quella di Reggio Calabria, dove è stata proposta un’agenda per la crescita del Paese con cinque punti, intraprendere, educare, includere, slegare la mobilità sociale e completare la transizione istituzionale, sui quali c’è stato dibattito e si registrano consensi anche ad alti livelli».

A questi cinque punti viene aggiunto, dunque, quello della centralità della famiglia sul quale si è discusso ieri partendo dall’analisi della sociologa Giulia Paola Di Nicola, che ha messo in luce le caratteristiche di una famiglia più “meridionale” che europea, per larga parte ancora integra nei suoi valori. Ha sottolineato il valore e l’importanza della famiglia anche l’arcivescovo di Pescara-Penne, monsignor Tommaso Valentinetti: «La famiglia – ha evidenziato il presule – è il nucleo fondamentale della nostra società e fa bene all’economia, alla realtà che viviamo ed alla società stessa». Successivamente è intervenuto Francesco Belletti, membro del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali, oltre che presidente nazionale del Forum delle Famiglie. Con l’occasione, il professor Belletti si è fermato a rispondere alle domande poste da “Laporzione.it”

Francesco Belletti è nato nel 1957. Sposato con Gabriella, vive e lavora a Milano con tre figli. Laureato in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Milano nel 1983, ha lavorato per oltre 15 anni come consulente e ricercatore libero professionista per enti pubblici e privati no profit su tematiche sociali. Dal 1990 collabora al Cisf, il Centro internazionale studi famiglia di Milano, dapprima come vice-direttore e dal 2000 come direttore, carica che ricopre attualmente. Dal 2009 è Presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari. Dal 1991-1992 al 2003-2004 è stato docente presso il Corso di laurea in Servizio sociale dell’Università Cattolica di Milano, occupandosi di politiche sociali e familiari e di organizzazione dei servizi sociali. Dall’anno accademico 2010-2011 è docente in corsi – Master di tematiche familiari presso le università Regina Apostolorum, Pontificia Università Santa Croce e Istituto Giovanni Paolo II di Roma. Dal 2009 è consultore del Pontificio Consiglio per la famiglia.

Professor Belletti, che famiglia sarà quella da porre al centro della prossina Settimana sociale dei cattolici italiani?

«Parliamo di una famiglia che è crocevia tra pubblico e privato, il luogo sociale che può custodire la dignità e la libertà delle persone e può costruire una realtà più giusta e unita. Alla famiglia si chiede di essere il luogo di libertà per le persone e luogo di costruzione della socialità e di educazione alla cittadinanza ed alla responsabilità pubblica. Del resto, i dati confermano che la famiglia questi aspetti li incarna e noi vogliamo portare a Torino questa idea. Per cui il progetto di ripresa, di sviluppo, di coesione sociale del nostro Pese riparte dalla famiglia».

Dunque, quali misure occorrerebbe intraprendere al fine di agevolare questo percorso di sviluppo?

«Innanzi tutto, è necessario che le famiglie siano socialmente responsabili e a questa condizione bisogna abbinare delle politiche familiari capaci di sostenere le famiglie. Nello specifico bisogna convincere le famiglie ad essere socialmente responsabili, mettendosi insieme, associandosi, realizzando opere di solidarietà, aiutandosi. Perché la famiglia da sola non conta niente, ma insieme ad altre è imbattibile. D’altra parte, è tempo che la politica, l’economia e i mezzi di comunicazione restituiscano alle famiglie quello che hanno loto tolto. Le famiglie hanno resistito: sono state l’ammortizzatore sociale più forte, non avrebbero dovuto farlo. Ora la politica deve sostenere la famiglia, dare più equità, giustizia. Il lavoro deve essere a misura di famiglia, non si deve sempre chiedere alla famiglia di adattarsi al lavoro. C’è un progetto sociale da riformare : è una delle grandi sfide del nostro Paese. Prima ancora di salvare le banche e il debito pubblico, oggi è tempo di portare la famiglia al primo posto dell’agenda politica italiana».

In particolare, quali sono i provvedimenti più urgenti ed immediati che andrebbero adottati?

«Prima di tutto bisognerebbe rendere il fisco favorevole ai carichi familiari, agevolando le famiglie con figli, in secondo luogo. Il secondo punto è quello della conciliazione tra lavoro e famiglia e, infine, il terzo mira a garantire le famiglie con carichi di cura, aventi persone fragili e anziane a carico. Le famiglie dovrebbero essere le prime risorse di cura e invece abbiamo bisogno di un welfare che sostenga le famiglie, le quali da sole non ce la fanno più. L’ultima questione è quindi quella di custodire la famiglia come luogo socialmente responsabile, tutelando la famiglia fondata sul matrimonio, la famiglia della Costituzione, quella che si fonda su un impegno pubblico di responsabilità e anche su questo bisognerà che la politica non faccia fughe in avanti e non faccia ideologia. Dobbiamo difendere i diritti di ogni persona, ma difendere soprattutto la famiglia della Costituzione».

A proposito di famiglia fondata sul matrimonio: di questi tempi la sentite attaccata da altri modelli “concorrenti”?

«Nel dibattito politico-elettorale e sui mezzi di comunicazione, circola l’idea che è famiglia il luogo degli affetti e che dove c’è affetto c’è famiglia: questa è una generale menzogna. La famiglia è una grande istituzione sociale, è un’istituzione che parte dalla libertà dell’amore tra un uomo e una donna, ma poi diventa un luogo sociale che nel matrimonio, nell’impegno pubblico e nell’alleanza tra coppie e società trova il sui valore fondativo. La nostra Costituzione, già nel 1948 affermava che la famiglia è una società naturale, cioè si genera nella libertà delle persone, ma si fonda sul matrimonio e diventa un’alleanza. Mentre la menzogna, di questi tempi, è pensare che ogni scelta di vita privata diventi automaticamente famiglia. Dobbiamo difendere i diritti delle persone, ma dobbiamo anche difendere la specialità e la specificità della famiglia».

Professore, come sarà strutturata la prossima Settimana Sociale di Torino?

«La Settimana sociale è l’esito di un grande dialogo con tutta la Chiesa italiana, con tutti i soggetti che vivono nella società, nelle regioni, nelle diocesi, oltre che di stesura di documenti. Poi, durante i lavori, ci saranno momenti di ascolto, ma soprattutto laboratori tematici che metteranno al centro il lavoro, il welfare ed il fisco».

Infine, come vede le famiglie abruzzesi?

«Devo dire che le famiglie abruzzesi vanno in controtendenza, nel senso che sono ancora integre e salde rispecchiando un modello più meridionale che europeo. Ma anche loro però, hanno bisogno di fare rete, di associarsi e di aiutarsi reciprocamente per essere insieme più forti».

About Davide De Amicis (4378 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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