In ricordo dei senzatetto stroncati dal freddo
È un’amicizia che si rinnova di anno in anno quella tra i senzatetto pescaresi e la Comunità di Sant’Egidio che, ieri mattina presso la parrocchia del Cuore Immacolato di Maria in via Vespucci, si sono ritrovati per partecipare insieme alla Santa Messa in memoria dei senzatetto morti per strada per freddo e stenti come accaduto ad Emilio, deceduto l’8 febbraio 2009 in strada a Pescara.
Erano oltre un centinaio, dunque, i clochard intervenuti nella chiesa pescarese insieme a decine di fedeli partecipi alla commozione del momento: «Noi – ha spiegato Roberta Casalini, responsabile pescarese della Comunità di Sant’Egidio – celebriamo la memoria di questi nostri amici da 30 anni, da quando a Roma una donna di nome Modesta morì alla stazione Termini sola, senza essere soccorsa, in quanto sporca. Una ferita, questa, che ci ha fatto capire quanto debba esserci un amore particolare per loro, affinché nessuno venga abbandonato perché la vita è preziosa e questa attenzione rende preziosa anche la nostra».
È stata una celebrazione eucaristica svoltasi in un’atmosfera di commozione e preghiera, quella celebrata dall’arcivescovo di Pescara-Penne, monsignor Tommaso Valentinetti: «Il contesto di questa celebrazione – ha riflettuto il presule nell’omelia – ci invita a fare un esame di coscienza. Siamo stati noi sensibili nei confronti di chi, purtroppo, vive una vita ai margini della società? Ricordiamo coloro che sono morti senza fissa dimora, avendo vissuto una vita di stenti e sacrifici, il Signore ascolti la nostra supplica, ma soprattutto ci dia lo spirito di verità, perché possiamo impegnarci per una società più giusta e accogliente. Una società che sappia guardare anche agli emarginati con attenzione e misericordia».
Questa meditazione ha così introdotto il momento più intenso e toccante della liturgia, quando una voce ha scandito tutti i nomi delle vittime uccise dal freddo, Emilio, Pavel, Marina e tanti altri, mentre i fedeli, in fila silenziosa, accendevano un lumino in loro memoria. Questo incontro però, al di là del ricordo, voleva essere anche una festa celebrata, al termine della Santa Messa, con un pranzo che la Comunità di Sant’Egidio ha offerto e condiviso con tutti i senza fissa dimora presenti, presso gli attigui locali parrocchiali: «Abbiamo dato vita – ha concluso Roberta Casalini – ad un pranzo tra amici, a base di lasagne, polpettone, contorni e dolci vari. Anche partendo da queste occasioni, come anche per la cena che offriamo loro ogni lunedì sera alla stazione ferroviaria, vogliamo creare una rete sempre più alta di protezione verso gli ultimi, perché proteggere i poveri aiuta a proteggere la nostra umanità e prendendoci cura degli altri, in qualche modo, ci prendiamo cura anche di noi stessi».