Alla ricerca del benessere equo e sostenibile
«Equità e sostenibilità sono temi imprescindibili per qualunque prospettiva di miglioramento complessivo del benessere delle persone». Con queste parole il presidente dell’Istituto nazionale di Statistica, Enrico Giovannini, ieri ha avviato la presentazione del Primo Rapporto sul Benessere equo e sostenibile, Bes, illustrato alla Camera dei Deputati di fronte al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e ai rappresentanti delle istituzioni.
Per la società attuale, dunque, emerge il bisogno di trovare un insieme di indicatori complementari che possano misurare il benessere oltre il Pil, che misura la ricchezza di un Paese. Per questa ragione l’Istat e il Cnel hanno realizzato il progetto “Bes”, così da definire un insieme condiviso di indicatori utili a definire lo stato e il progresso del nostro Paese: «La crescita economica degli ultimi cinquanta anni – ha spiegato Enrico Giovannini, presidente dell’Istat – ha consentito un miglioramento del tenore di vita senza precedenti. La globalizzazione ha consentito di estendere questo modello e di trarre centinaia di milioni di persone fuori da uno stato di estrema povertà, migliorando le condizioni di vita di interi continenti, ma le disuguaglianze sono cresciute ovunque, soprattutto nei Paesi industrializzati. Le crisi di questi anni hanno mostrato l’insostenibilità di un modello orientato alla crescita infinita, ma anche che le recessioni portano disoccupazione e disagio sociale».
I settori individuati per definire e misurare il “Benessere equo e sostenibile”, sono dodici: salute, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza, benessere soggettivo, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, ricerca e innovazione e qualità dei servizi.