“Si alzi forte, in tutta la terra, il grido della pace”
«Si alzi forte in tutta la terra il grido della pace!». È questo l’auspicio con cui Papa Francesco, stamani in piazza San Pietro, ha concluso la prima udienza generale del mercoledì dopo la pausa estiva quando, salutato dal fragoroso applauso dei 50 mila fedeli intervenuti, ha rinnovato l’appello per la pace in Siria esortando tutti a partecipare alla Veglia di sabato per la Giornata di preghiera e digiuno per implorare la pace in Siria e nel mondo intero: «E anche per la pace nei nostri cuori – ha aggiunto il Pontefice -, perché la pace comincia nel cuore. Sabato prossimo vivremo insieme una speciale giornata di digiuno e di preghiera per la pace in Siria, in Medio Oriente, e nel mondo intero. Rinnovo l’invito a tutta la Chiesa a vivere intensamente questo giorno e, sin d’ora, esprimo riconoscenza agli altri fratelli cristiani, ai fratelli delle altre religioni e agli uomini e donne di buona volontà che vorranno unirsi, nei luoghi e nei modi loro propri, a questo momento. Esorto in particolare i fedeli romani e i pellegrini a partecipare alla veglia di preghiera, qui, in Piazza San Pietro alle ore 19, per invocare dal Signore il grande dono della pace. Si alzi forte in tutta la terra il grido della pace!».
Ma ripercorrendo l’udienza generale dall’inizio, Papa Francesco ha voluto ripercorrere il lungo viaggio compiuto a fine luglio in Brasile, per presiedere la Giornata mondiale della Gioventù: «Per me, che vengo dalle Americhe, è stato un bel regalo! – ha commentato il Papa -. È passato più di un mese, ma ritengo che sia importante ritornare su questo evento, e la distanza di tempo permette di coglierne meglio il significato. Prima di tutto voglio ringraziare il Signore, perché è Lui che ha guidato tutto con la sua Provvidenza – ha proseguito il Papa, ringraziando anche Nostra Signora Aparecida, che ha accompagnato tutto il viaggio -: Ho fatto il pellegrinaggio al grande santuario nazionale brasiliano e la sua venerata immagine era sempre presente sul palco della Gmg. Sono stato molto contento di questo, perché Nostra Signora Aparecida è molto importante per la storia della Chiesa in Brasile, ma anche per tutta l’America Latina. In Aparecida, noi vescovi latino-americani e dei Caraibi abbiamo vissuto un’Assemblea generale con il Papa Benedetto: una tappa molto significativa del cammino pastorale in quella parte del mondo dove vive la maggior parte della Chiesa cattolica».
Soffermandosi poi sul carattere dei brasiliani, definiti brava gente dal cuore grande, il Papa ha quindi usato diverse parole per descrivere il clima di accoglienza che ha fatto da sfondo alle giornate trascorse a Rio: «Il pellegrinaggio – ha raccontato il Santo Padre – comporta sempre dei disagi, ma l’accoglienza aiuta a superarli e, anzi, li trasforma in occasioni di conoscenza e di amicizia. Nascono legami che poi rimangono, soprattutto nella preghiera. Anche così, secondo il Papa, cresce la Chiesa in tutto il mondo, come una rete di vere amicizie in Gesù Cristo, una rete che mentre ti prende ti libera».
E dopo “accoglienza”, un’altra parola riassuntiva del viaggio brasiliano di Papa Francesco è stata “festa”: «La Gmg – ha sottolineato – è sempre una festa, perché quando una città si riempie di ragazzi e ragazze che girano per le strade con bandiere di tutto il mondo, salutandosi, abbracciandosi, questa è una vera festa. È un segno per tutti, non solo per i credenti. Ma poi c’è la festa più grande che è la festa della fede, che è il culmine della Gmg, è il vero scopo di questo grande pellegrinaggio, e lo si vive in modo particolare nella grande Veglia del sabato sera e nella Messa finale. Questa è la festa grande, la festa della fede e della fraternità, che inizia in questo mondo e non avrà fine: Ma questo è possibile solo con il Signore! Senza l’amore di Dio non c’è vera festa per l’uomo!».
Successivamente, il Pontefice ha intrapreso un dialogo diretto con i giovani che hanno risposto ripetutamente “sì” alle sue domande provocatorie: «Anche un ragazzo, una ragazza – le parole di Papa Francesco -, che agli occhi del mondo conta poco e niente, agli occhi di Dio è un apostolo del Regno, è una speranza per Dio! A tutti i giovani, vorrei chiedere con forza: volete essere una speranza per Dio? Volete essere una speranza per la Chiesa? Un cuore giovane, che accoglie l’amore di Cristo, si trasforma in speranza per gli altri, è una forza immensa». Con questa esclamazione, il Santo Padre ha così spiegato la terza parola chiave del viaggio in Brasile, “missione”: «Pensiamo – ha osservato il Papa – a che cosa significa quella moltitudine di giovani che hanno incontrato Cristo risorto a Rio de Janeiro, e portano il suo amore nella vita di tutti i giorni, lo vivono, lo comunicano. Non vanno a finire sui giornali, perché non compiono atti violenti, non fanno scandali, e dunque non fanno notizia. Ma, se rimangono uniti a Gesù, costruiscono il suo Regno, costruiscono fraternità, condivisione, opere di misericordia, sono una forza potente per rendere il mondo più giusto e più bello, per trasformarlo!».