“Nella Chiesa, senza la profezia, resta il clericalismo”
«Quando nel popolo di Dio non c’è profezia, il vuoto che lascia quello viene occupato dal clericalismo». Lo ha detto Papa Francesco, che nell’omelia della Messa celebrata ieri a Santa Marta ha affermato che senza profezia, nella Chiesa, la memoria della promessa e la speranza di andare avanti vengono ridotte soltanto al presente. Né passato, né futuro speranzoso: «Il profeta – afferma il Papa – è colui che ascolta le parole di Dio e ha dentro di sé questi tre momenti: il passato, il presente e il futuro.
Il passato: il profeta è cosciente della promessa e ha nel suo cuore la promessa di Dio, l’ha viva, la ricorda, la ripete. Poi guarda il presente, guarda il suo popolo e sente la forza dello Spirito per dirgli una parola che lo aiuti ad alzarsi, a continuare il cammino verso il futuro.
Il profeta è un uomo di tre tempi: promessa del passato, contemplazione del presente, coraggio per indicare il cammino verso il futuro. E il Signore sempre ha custodito il suo popolo, con i profeti, nei momenti difficili, nei momenti nei quali il Popolo era scoraggiato o era distrutto, quando il Tempio non c’era, quando Gerusalemme era sotto il potere dei nemici, quando il popolo si domandava dentro di sé: “Ma Signore tu ci ha promesso questo! E adesso cosa succede?“.