“Le mafie uccidono di meno, riciclano di più”
«Le mafie uccidono di meno, riciclano di più. Con la loro capacità di anticipazione e adattamento, hanno saputo inserirsi nei meccanismi dell’economia “immateriale”, aumentando i profitti e diminuendo l’allarme sociale. Tutto questo è avvenuto senza un’adeguata presa di coscienza sociale e politica».
Lo afferma, nel numero di “Famiglia Cristiana” in uscita questa settimana, don Luigi Ciotti, fondatore dell’associazione antimafia “Libera”, che nella sede milanese del settimanale ha partecipato ad un confrontro con Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare antimafia, sul tema “La mafia si batte a scuola”, del quale il periodico paolino riporta una sintesi. Da parte sua, la Bindi ha riconosciuto la mancanza di una legislazione adeguata sulla trasparenza e di contrasto dei paradisi fiscali, del riciclaggio e dell’autoriciclaggio, auspicando che il rapporto mafia-politica venga indagato, senza reticenze: «Non possiamo permettere, come è accaduto, che un ministro della Repubblica – sottolinea il presidente della Commissione parlamentare antimafia – dica che con la mafia dobbiamo convivere. È una resa inaccettabile alla logica mafiosa».
La presidente della Commissione antimafia si sofferma, tra l’altro, sui beni confiscati: «Con questi – sottolinea – si sono ottenuti risultati importanti, però va fatto un aggiornamento delle norme anche perché se non riusciamo a renderli produttivi facciamo aumentare il consenso alle mafie». Tra le proposte avanzate della Commissione, figurano l’albo degli amministratori dei beni confiscati per evitare, come purtroppo avviene, che a gestire le imprese sequestrate ci siano prestanome dei mafiosi e una rinnovata legislazione sugli enti locali, in grado di rafforzare gli strumenti per prevenire infiltrazioni e condizionamenti criminali nelle amministrazioni: «Sempre più – rileva Don Ciotti – sono le persone che, pur non essendo tecnicamente né testimoni né collaboratori di giustizia, vogliono uscire da circuiti mafiosi e criminali nei quali sono vissute e dei quali si sentono ostaggi. Aiutarle a costruire una speranza per sé e i propri figli non è solo un dovere morale e sociale, ma un segnale per indurre anche altri a seguirle in quel difficile passo verso la dignità e la libertà».
Infine, altri due impegni della Commissione: la Calabria e l’Europa: «Serve una legge speciale – conclude Rosy Bindi – per la Calabria. Una regione che è in una situazione drammatica e che non può essere lasciata a se stessa e alla quale, al contrario, occorre restituire attenzione e risorse che le sono state negate o tolte. Infine, dobbiamo investire sul semestre europeo. Mi piacerebbe che si mettesse la lotta alle mafie al primo posto, perché la crescita sulla quale intendiamo puntare anche in Europa o è all’insegna della legalità oppure non lo è».