“Dobbiamo essere gente che si mette in ascolto”
«Alle Chiese in Italia direi ciò che dico alla mia diocesi di Cassano all’Jonio e cioè essere gente che si mette in ascolto, in ascolto di Dio e della storia: che significa ascolto delle persone e degli eventi perché l’azione pastorale più efficace non è quella che si basa soltanto su strategie, anzi se ci fissiamo con le strategie non andiamo molto lontano. Il problema invece è sviluppare dentro di noi proprio questa capacità di ascolto».
Lo ha dichiarato monsignor Nunzio Galantino, vescovo di Cassano all’Jonio e segretario generale ad interim della Conferenza episcopale, rispondendo a una domanda su cosa è importante per l’evangelizzazione in Italia, in un’intervista all’Avvenire di Calabria, settimanale delle diocesi di Reggio Calabria-Bova e Locri-Gerace, pubblicata oggi.
Riguardo poi alle visite presso le Conferenze episcopali regionali, iniziate in questo periodo proprio con quella calabrese, il vescovo ha spiegato che quello delle visite è un desiderio e soprattutto una preoccupazione che ha il Papa: «Egli – precisa monsignor Galantino – vuole mettersi veramente in ascolto dei singoli vescovi e delle Conferenze regionali, prese singolarmente, e ovviamente non potendo farlo lui personalmente ha chiesto a me di rendergli questo servizio. Le visito per conoscerle a nome del Santo Padre e far sentire la sua vicinanza e attenzione e per fare arrivare a lui le attese che ci sono nell’Episcopato italiano».
Intanto il neo segretario generale della Cei, si è voluto esprimere a proposito dei giovani che fanno fatica a mettere su famiglia e trovare lavoro: «Parlare di qualità della vita – sottolinea il presule – significa anche parlare di creazione di condizioni di vivibilità e di progettualità per i nostri giovani. Quello che manca ai nostri giovani oggi è la possibilità di progettare. E noi dobbiamo sostituire alla mania della raccomandazione la virtù della progettualità. Invece di formare a trovare chi è il più influente tra i politici o tra i preti, insegniamo ai ragazzi a fare progettualità serie e noi dobbiamo sostenere le progettualità e abolire, aborrire, del tutto le raccomandazioni. Più progettualità e per niente raccomandazioni».