“Ascoltate Gesù e condividete la sua Parola”
Ieri, nella domenica in cui il Vangelo ci ha presentato l’evento della trasfigurazione di Gesù sul Monte Tabor, Papa Francesco ha presieduto il consueto Angelus domenicale esortando i fedeli a proseguire con fede e generosità l’itinerario quaresimale ascoltando e seguendo la Parola di Gesù. Ascoltare Cristo imparando, un po’ di più, a salire con la preghiera e a scendere con carità fraterna per condividere con il popolo di Dio i tesori di grazia ricevuti: «La montagna – sottolinea il Papa – rappresenta il luogo della vicinanza con Dio, il luogo della preghiera, dove stare alla presenza del Signore. Lassù, sul monte, Gesù si mostra ai tre discepoli trasfigurato, luminoso e poi appaiono Mosè ed Elia, che conversano con Lui.
Il suo volto è così splendente, che Pietro ne rimane folgorato. Ma subito risuona dall’alto la voce del Padre che proclama Gesù suo Figlio prediletto, dicendo: “Ascoltatelo”. È molto importante questo invito del Padre. Noi, discepoli di Gesù, siamo chiamati ad essere persone che ascoltano la sua voce e prendono sul serio le sue parole. Per ascoltare Gesù, bisogna essere vicino a Lui, seguirlo, come facevano le folle del Vangelo che lo rincorrevano per le strade della Palestina. Gesù non aveva una cattedra o un pulpito fissi, ma era un maestro itinerante, che proponeva i suoi insegnamenti, che erano gli insegnamenti che gli aveva dato il Padre, lungo le strade, percorrendo tragitti non sempre prevedibili e a volte poco agevoli».
Essendo dunque necessario seguire Gesù ed ascoltarlo nella sua Parola scritta, il Santo Padre ha interrogato i fedeli presenti in piazza San Pietro: «Voi leggete il Vangelo? È cosa buona; è una cosa buona avere un piccolo Vangelo, piccolo, e portarlo con noi, in tasca, nella borsa, e leggerne un piccolo passo in qualsiasi momento della giornata… Lì è Gesù che ci parla, nel Vangelo! Pensate questo. Non è difficile, neppure necessario che siano i quattro: uno dei Vangeli, piccolino, con noi. Sempre il Vangelo con noi, perché è la Parola di Gesù per poterlo ascoltare».
Il Pontefice, inoltre, indica due elementi significativi dell’episodio della Trasfigurazione, come sono la salita e la discesa: «Noi – spiega Papa Bergoglio – abbiamo bisogno di andare in disparte, di salire sulla montagna in uno spazio di silenzio, per ritrovare noi stessi e percepire meglio la voce del Signore. Questo facciamo nella preghiera. Ma non possiamo rimanere lì! L’incontro con Dio nella preghiera ci spinge nuovamente a “scendere dalla montagna” e ritornare in basso, nella pianura, dove incontriamo tanti fratelli appesantiti da fatiche, malattie, ingiustizie, ignoranze, povertà materiale e spirituale. A questi nostri fratelli che sono in difficoltà, siamo chiamati a portare i frutti dell’esperienza che abbiamo fatto con Dio, condividendo con loro i tesori di grazia ricevuti e la Parola del Signore. Quando noi sentiamo la Parola di Gesù, ascoltiamo la Parola di Gesù e l’abbiamo nel cuore, quella Parola cresce. E sapete come cresce? Dandola all’altro! La Parola di Cristo in noi cresce quando noi la proclamiamo, quando noi la diamo agli altri! E questa è la vita cristiana. È una missione per tutta la Chiesa, per tutti i battezzati, per tutti noi: ascoltare Gesù e offrirlo agli altri».
Un invito, quest’ultimo, che il Papa ha ribadito insistentemente ad ogni singolo fedele: «Non dimenticare – conclude Papa Francesco -: questa settimana, ascoltate Gesù! E pensate a questa cosa del Vangelo: lo farete? Farete questo? Poi domenica prossima mi direte se avete fatto questo: avere un piccolo Vangelo in tasca o nella borsa per leggere un piccolo passo nella giornata. Questa missione riguarda tutta la Chiesa, ed è responsabilità in primo luogo dei Pastori – i vescovi, i sacerdoti – chiamati a immergersi in mezzo alle necessità del Popolo di Dio, avvicinandosi con affetto e tenerezza specialmente ai più deboli e piccoli, agli ultimi. Ma per compiere con gioia e disponibilità quest’opera pastorale, i Vescovi e i sacerdoti hanno bisogno della preghiera dell’intera comunità cristiana».