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Pena di morte: 778 le persone uccise nel 2013

Amnesty International ha rilevato che lo scorso anno si sono compiute 96 esecuzioni in più rispetto al 2012, ma gli Stati che si affidano alla pena di morte sono sempre più isolati

Una postazione per l'esecuzione dell'iniezione letale

Salil Shetty, segretario generale Anesty International

Sono 778 le persone uccise dalla pena di morte nel 2013, 96 in più (il 15%) rispetto al 2012. Amnesty International (Ai) ha reso noto ieri i dati sulle pene di morte eseguite durante lo scorso anno, che segnalano un trend negativo e che vedono la forte crescita delle esecuzioni in Iran (369 quelle ufficiali, ma la stima è di oltre 700) e Iraq (169) unita al ritorno alla pena capitale di stati quali Indonesia, Kuwait, Nigeria e Vietnam: «L’aumento delle uccisioni in Iran e Iraq – commenta Salil Shetty, segretario generale di Ai – è vergognoso. Tuttavia, quegli Stati che ancora si aggrappano alla pena di morte sono sul lato sbagliato della storia e di fatto sono sempre più isolati».

Lo stato che ricorre di più alla pena di morte è la Cina, che non fornisce dati ufficiali e che non è conteggiata nel computo di Amnesty International, ma che secondo l’associazione supera da sola il dato mondiale con migliaia di persone messe a morte anche nel 2013.

Seguono Iran e Iraq, quindi l’Arabia Saudita con 79 esecuzioni tra cui 3 minorenni al momento del reato e gli Stati Uniti, dove sono stati messi a morte 39 detenuti. Nell’ultimo quinquennio sono nove i paesi che hanno fatto ricorso a questo strumento anno dopo anno: «La pena di morte – sottolinea Shetty – sta diventando un ricordo del passato. Sollecitiamo tutti i governi che ancora uccidono in nome della giustizia, a imporre immediatamente una moratoria.

About Davide De Amicis (4475 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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