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“La gente deve vivere la misericordia e trasmetterla”

Lo ha detto il cardinale e teologo Walter Kasper presentando, nei giorni scorsi presso il Seminario regionale di Chieti, il suo ultimo libro “Misericordia”

Walter Kasper, nato ad Heidenheim an der Brenz il 5 marzo 1933, è un cardinale, vescovo cattolico e teologo tedesco. Fu ordinato presbitero il 6 aprile 1957 nella diocesi di Rottenburg. Nel 1961 ottenne il dottorato presso la Facoltà Teologica di Tubinga. Nel 1964 ricevette l’abilitazione all’insegnamento e nello stesso anno la cattedra di teologia dogmatica all’università di Münster e dal 1970 alla Eberhard-Karls-Universität di Tubinga. Fu nominato pure preside, sia della Facoltà Teologica di Münster, sia poi di quella di Tubinga. Nel 1985 Kasper fu segretario speciale del sinodo straordinario dei vescovi. Divenne inoltre membro della commissione teologica internazionale.

Nominato vescovo di Rottenburg-Stoccarda il 17 aprile 1989, fu ordinato il 17 giugno dello stesso anno. Diventò quindi presidente della commissione per la Chiesa universale e vicepresidente della commissione per la fede della Conferenza episcopale tedesca. Nel 1994 Kasper fu nominato co-presidente della Commissione Internazionale per il Dialogo Luterano/Cattolico e, il 16 marzo 1999, Segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Conseguentemente, il 31 maggio 1999 rinunciò al governo della diocesi di Rottenburg-Stoccarda. Il 21 febbraio 2001 fu elevato alla porpora cardinalizia, con il titolo di Ognissanti in Via Appia Nuova (diaconia). Teologo molto colto e profondo, Kasper ha scritto molti libri.

Nel 1993 e 2001 Kasper pubblicò la terza edizione del Lessico per la teologia e la Chiesa. Il 3 marzo 2001 divenne presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, nonché Presidente della Commissione per le Relazioni Religiose con gli Ebrei. Papa Benedetto XVI accettò la sua rinuncia per motivi d’età il 1º luglio 2010, chiamando alla successione l’arcivescovo Kurt Koch. È stato poi membro della Congregazione per la dottrina della fede, di quella per le Chiese orientali, della Segnatura Apostolica, del Pontificio Consiglio per l’Interpretazione dei Testi Legislativi e di quello della Cultura. Da tali incarichi è stato sospeso il 2 aprile 2005, come d’uso, per la morte di papa Giovanni Paolo II e riconfermato il giorno 21 dello stesso mese dal nuovo papa Benedetto XVI, del quale peraltro Kasper è, da decenni, amico e fu, inoltre, in passato pure collega di insegnamento universitario. Il 21 febbraio 2011 ha optato per l’ordine dei cardinali presbiteri, mantenendo invariata la diaconia elevata pro hac vice a titolo presbiterale. Dal 13 marzo 2013, giorno in cui si è chiuso il conclave in cui è stato eletto papa Francesco, è diventato ufficialmente un cardinale non elettore.

La copertina dell'ultimo libro del cardinale Kasper

Nei giorni scorsi, il cardinale Walter Kasper è intervenuto presso il Seminario regionale di Chieti per presentare il suo ultimo libro dal titolo “Misericordia. Concetto fondamentale del Battesimo – Chiave della vita cristiana” edito da Queriniana, su invito dell’Istituto teologico abruzzese e molisano, così tanto apprezzato anche da Papa Francesco. Con l’occasione, il cardinale Kasper ha anche concesso alcune riflessione ai taccuini de La Porzione.it.

Cardinale Kasper, quale aspetto l’ha più stimolata affinché scrivesse un libro sulla misericordia?

«La partenza è stata lo studio della Bibbia, avendo trovato molto interessante e centrale questo aspetto nei salmi dell’antico e nuovo testamento. E poi ho pensato che questo potesse essere un messaggio attuale per la gente, così che possa trovare più misericordia nella propria vita trasmettendola anche agli altri: è molto importante condurre una vita più umana e più cristiana».

Quanto di Papa Francesco, che in questo primo anno di Pontificato è stato così dirompente nella Chiesa, c’è in questo libro?

«Penso che per il Santo Padre il tema della misericordia fosse già centrale in passato e con questo libro, evidentemente, si è sentito compreso nei suoi intendimenti anche se sono rimasto molto sorpreso di tutta la propaganda che lui ne ha fatto, ma ho sentito che siamo molto vicini nelle nostre intenzioni nono solo teologiche ma anche pastorali. Penso che questo Papa sia veramente un dono per la Chiesa nel momento attuale».

Un dono per la Chiesa arrivato, forse, al momento più opportuno. Lei, eminenza, che è un testimone oculare dei grandi cambiamenti che Papa Francesco sta portando, ci racconti come la Chiesa sta cambiando dall’interno a partire dalla Curia romana…

«La Curia è un sistema, ma di essa fanno parte anche persone concrete: la stragrande maggioranza di queste persone è intenzionata a servire la Chiesa ed il Papa. Certamente, però, non siamo mummie e ci sono anche persone che la pensano diversamente e questo è normale, ma bisogna combattere nella Curia e nella Chiesa non per affermare noi stessi, ma per affermare il Vangelo di Gesù Cristo, i Vangelo della misericordia superando un certo legalismo e dottrinalismo per tornare alla centralità della Parola di Dio».

In fondo, Papa Francesco non ha fatto altro che predicare una Chiesa più sobria, una Chiesa “povera per i poveri”: è bastato così poco per riportare la fede al centro della vita dei fedeli, come sta avvenendo in questi mesi con un massiccio ritorno alla frequentazione delle comunità parrocchiali?

«Il Papa non ha parlato soltanto di povertà materiale, che anche Italia colpisce molti giovani che purtroppo non hanno lavoro, ma anche di povertà spirituale per non parlare di coloro che soffrono una povertà relazionale: sono soli e hanno molte occasioni di mostrare e praticare questa misericordia nelle nostre parrocchie».

La crisi della famiglia, la comunione ai separati ed ai divorziati: quali sono le prospettive future e come vede e come vede i prossimi mesi di lavoro in attesa del Sinodo di ottobre?

«Il Papa è molto intenzionato a discutere di questi problemi, perché sono temi urgenti ed il numero dei separati e divorziati è molto cresciuto nel corso degli ultimi decenni. Comunque, all’orizzonte si intravedono due soluzioni. La prima è quella di snellire i processi dei Tribunali per l’annullamento dei matrimoni molti dei quali, del resto, sono nulli in quanto alla base non vi erano le intenzioni di realizzare un’unione nel senso cristiano, mentre la seconda possibilità sarebbe quella di pensare a cosa fare per coloro che vivono un secondo matrimonio e non possono tornare al primo, come del resto non potrebbero abbandonare neanche la situazione attuale senza averne colpa. La questione centrale è, dunque, come possiamo essere vicini  a chi vive queste situazioni, affinché possano sentirsi anche loro membri della Chiesa».

Infine l’Italia, come l’Europa, è al centro di una grande crisi di valori, prima che economica e politica: quanto la secolarizzazione ha comportato questa crisi e come poter ricomporre il tessuto sociale, così come anche quello economico e politico?

«Io penso che noi cristiani dobbiamo dare il buon esempio, così come deve fare anche la Chiesa: gli esempi attirano poi. Non bisogna solo imporre una dottrina o puntare il dito verso le persone. Dobbiamo prima vivere il Vangelo e poi gli altri, ne sono convinto, seguiranno».

 

About Davide De Amicis (4360 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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1 Comment on “La gente deve vivere la misericordia e trasmetterla”

  1. Giovanni Antonio Nigro // 4 Aprile 2014 a 11:14 //

    Il libro del card. Kasper “Gesù il Cristo” contiene affermazioni contrarie alla fede cattolica: nega la storicità dei miracoli di Cristo (visti bultmannianamente come simboli), della resurrezione, dell’ascensione e della stessa divinità di Gesù Cristo. Il matrimonio è indissolubile in base alla parola di Cristo (Mt 19, 3-12; Mc 10, 2-21; Lc 16, 18).

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