Fecondazione eterologa: “Ignorati i più deboli”
«La sentenza della Corte Costituzionale sull’eterologa conferma che la cultura dominante ha deciso di ignorare l’interesse del più piccolo e del più debole». È stato questo il commento rilasciato ieri da Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita, dopo aver appreso la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato la legge 40, la norma che impediva la fecondazione eterologa (il ricorso a donatori di ovociti e spermatozoi quando uno dei due partner è sterile): «Una cultura – accusa Casini – che non ha la maggioranza e che ha un’ancor meno sensibilità democratica, visto che continua a farsi beffe della volontà popolare espressa in un referendum concluso con una maggioranza vicina all’85%. Una cultura che è più forte e più velleitaria anche della politica, ed infatti preferisce dare picconate alla legge 40 per interposta persona dei giudici, invece di ingaggiare un dibattito parlamentare aperto e trasparente».
Un altro aspetto viene poi considerato: «Del resto – aggiunge il presidente del Movimento per la Vita – che la volontà popolare, ed in particolare quella delle donne, sia più vicina ad una scelta di rispetto del bambino concepito (nel corpo della mamma o in una provetta), è dimostrato anche dal risultato eccezionale dell’iniziativa europea Uno di noi che con i circa 2 milioni di firme raccolte, rappresenta la più popolare e la più sostenuta dai popoli dell’Europa campagna d’opinione finora avviata nell’Unione Europea. Ed è singolare che proprio alla vigilia dell’avvio della fase politica ed istituzionale di Uno di noi, stamani il comitato promotore incontrerà le Istituzioni europee per valutare insieme il futuro delle popolari, sia arrivato dall’Italia un segnale, un pizzino, alle Istituzioni europee».
A giudizio del presidente, inoltre, non è così che si può rifondare il nostro Paese e far ripartire il sogno europeo, costruito intorno ad un umanesimo integrale e ai diritti di ogni uomo, quale che sia il suo sesso, il suo colore o la sua età: «È necessario – conclude Casini – un cambio di prospettiva. È necessario che i giudici rinuncino a vestire i panni del legislatore. È necessario che le lobby smettano di lucrare sulla pelle del più povero tra i poveri, come Madre Teresa definiva il non nato».
La sentenza della Corte Costituzionale, del resto, ha suscitato diverse reazioni di sdegno e disaccordo all’interno del movimento: «Con la sentenza che ha bocciato gli articoli della legge 40 – dichiara al Sir Pino Morandini, vice presidente vicario del Movimento per la vita, presente a Bruxelles con la delegazione italiana per l’audizione al Parlamento europeo sull’iniziativa dei cittadini Uno di noi – che impedivano la fecondazione eterologa, si avalla la rivoluzione antropologica in atto e si introduce un principio fortemente lesivo del diritto dei figli, in particolare se si tratta di bambini o comunque di minori. Consentire la fecondazione eterologa è violare il diritto fondamentale del figlio a sapere di chi è figlio, quindi a conoscere la sua identità. Un grande pensatore disse che l’Europa ha il dovere di “dare ai bambini e ai figli il meglio di se stessa”. In questo contesto una pronuncia di questo tipo è fortemente lesiva non solo del diritto fondamentale dei figli alla loro identità, ma esprime una disattenzione forte nei confronti delle fasce deboli della popolazione che sono i bambini».
Tecnicamente, poi, è soprattutto uno l’aspetto a far più discutere: «Faccio notare – sottolinea Morandini – che al figlio non sarà consentito, con l’approvazione dell’eterologa, di conoscere l’identità dei propri genitori naturali, perché tutte le legislazioni che sinora l’hanno legalizzata hanno espresso dichiaratamente questo divieto. Non solo, ma i figli nati da eterologa potranno magari un domani contrarre matrimonio e avere comunque rapporti con altri figli nati da eterologa e che magari sono figli dello stesso loro padre o della loro madre».
Da questo punto, dunque, il Movimento per la vita tornerà a scuotere la coscienza popolare per intraprendere, insieme, una nuova sfida: «Quello che va detto oggi con grande convinzione – ribadisce il vice presidente vicario del Movimento per la Vita – è che dobbiamo dar corso, con tutte le armi legittime, ad una battaglia culturale senza precedenti, perché è in gioco il futuro della nostra civiltà. È chiaro, che cassando questo passaggio si lascia via libera ad un Far West procreativo, irrobustendo il giro d’affari miliardario che spesse volte sta dietro alla fecondazione artificiale. Si rischierà di aumentare anche la pratica dell’utero in affitto, che ancora una volta vede lo sfruttamento ignominioso di tante donne, povere quanto meno materialmente, che saranno ulteriormente sfruttate. Il tutto sulla pelle dell’anello più debole della catena che sono i bambini».