“Vi perdono, sarà Dio a fare giustizia”
«Non bisogna guardare alla fede o al colore della pelle di un uomo, ma guardarlo nella sua realtà». È stato questo il messaggio che ieri mattina ha rivolto con commozione, agli alunni delle classi terza b e terza o del Liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Pescara, Zijo Ribic: un giovane rom ventinovenne scampato, nel 1992, al massacro compiuto dalle milizie serbe, nella sua città a Skocic in Bosnia, nel quale persero la vita i genitori ed i suoi cinque fratelli.
La visita del giovane, oggi cuoco nella cittadina bosniaca di Tuzla, è stata possibile grazie al progetto Adopt Srebrenica, nome della città che nel 1995 fu teatro della strage più grave del genocidio rom, adottato dall’associazione Mila donnambiente: «Così – spiega la presidente Edvige Ricci – vogliamo dire “Non vi abbiamo dimenticato” facendo nostra questa storia, facendola conoscere ai giovani ed evitando che possa ripetersi». Una vita, quella del giovane, sconvolta dal genocidio che nei primi anni ’90 venne perpetrato ai danni dei rom residenti nell’Ex Jugoslavia.
Un massacro al quale Zijo è sopravvissuto da orfano denunciando, per la prima volta in assoluto, il genocidio rom all’alta corte di Belgrado ottenendo, nel febbraio 2013, una condanna esemplare per i responsabili: «Venni ferito da un coltello dietro al collo – ricorda Zijo Ribic -, mi finsi morto e venni gettato in un ruscello insieme ad altri corpi. Non so perché, ma Dio ha voluto che restassi vivo. Dopo quindici anni ho ritrovato i corpi dei miei genitori».
Una tragedia, quella di Ribic, che poteva concludersi solo dopo la condanna dei suoi colpevoli: «Non posso dimenticare – affermò il giovane in udienza, guardando negli occhi i suoi carnefici – ma vi perdono perché se vi odiassi sarei peggio di voi. Sarà Dio a fare giustizia».
Un genocidio, quello rom, di cui si è sempre parlato poco: «Si può amare un popolo – sottolinea Alexian Santino Spinelli, noto musicista rom – soltanto se lo si conosce. Bisogna conoscere l’arte e la cultura rom, altrimenti l’odio è pronto ad esplodere anche a Pescara».