“Giovani, vi auguro la solitudine per guardarvi in profondità e crescere”
A livello sociale e politico tutti parlano dei giovani – constata don Luigi Ciotti -, ma pochi li ascoltano. Molti parlano di voi, ma nessuno vi ascolta e parla con voi. Questa è la sfida"
Ieri mattina don Lugi Ciotti, fondatore di Libera contro le mafie, ad un anno di distanza dal suo ultimo incontro è tornato a Pescara – nella chiesa della Visitazione della Beata Vergine Maria – per confrontarsi con un gruppo di 550 studenti provenienti dalle scuole secondarie superiori di Montesilvano, Città Sant’Angelo e Penne oltre ad alcune classi di Pescara: «Quest’anno – premette Giselda Toppetti, coordinatrice della Pastorale scolastica dell’Arcidiocesi di Pescara- Penne – don Ciotti è tornato ad incontrare le scuole che non avevano potuto esserci la volta scorsa. È stato lo stesso sacerdote ad esprimere il desiderio di incontrare anche le scuole, che non era riuscito ad incontrare per ragioni di capienza». Così il sacerdote antimafia è tornato per confrontarsi con gli studenti e rispondere alle loro domande, nell’ambito di una conversazione durata due ore dalle 9.30 alle 11.30.
I ragazzi sono rimasti particolarmente colpiti su di una risposta data ad una ragazza, la quale aveva chiesto al presbitero cosa augurasse ai giovani: «Vi auguro tanta solitudine! – afferma don Luigi Ciotti, affiancato dall’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti -. È nella solitudine che noi rivisitiamo le nostre emozioni. È nella solitudine che scopriamo il nostro mondo interiore. È nella solitudine che misuriamo i nostri stati d’animo. Siamo sempre connessi, sempre fuori strada. È un paradosso augurarvi tanta solitudine. Ma capite che la solitudine non va confusa con l’isolamento. La solitudine è un dialogo intimo, l’isolamento è un monologo. La solitudine è relazione con la vita, l’isolamento è fuga dalla vita. Abbiate cura della vostra solitudine. È l’augurio che vi faccio perché è ciò che vi arricchisce. La solitudine è ciò che ci permette di fermarci. La solitudine è ciò che ci permette di guardarci in profondità e ci permette di scorgere meglio ciò che ci sta intorno in una visione diversa. La solitudine è un momento di consapevolezza e di crescita. Attenzione, oggi c’è un sequestro della solitudine, perché c’è un sistema che a volte ci travolge. Tocca a noi imporci questi momenti di solitudine. Quei telefonini sono strumenti importanti, la tecnologia è utile se usata nel modo giusto. Io lo uso per comunicare, per poter lavorare. Il telefonino è uno strumento per comunicare. Qui non è in dubbio lo strumento, ma la comunicazione non è relazione. Dobbiamo recuperare tra di noi le relazioni, ci stiamo impoverendo tutti. La relazione è l’essenza della vita!». E qui si innesca un altro problema: «A livello sociale e politico tutti parlano dei giovani – constata il fondatore di Libera -, ma pochi li ascoltano. Molti parlano di voi, ma nessuno vi ascolta e parla con voi. Questa è la sfida».
Nel pomeriggio, il fondatore di Libera si è poi spostato nell’Auditorium Giovanni Paolo II, in via Cavour, dove ha incontrato oltre 200 docenti per dialogare con loro sulle esigenze dei giovani: «Il problema non sono i ragazzi – sottolinea don Ciotti -, noi dobbiamo essere capaci di ascoltare il loro malessere. Il problema siamo noi, sono gli adulti. L’augurio che faccio a voi è quello di “morire”, nel senso di essere capaci di rigenerarci. Perché se non ci rigeneriamo, aprendoci ad un nuovo modo di vedere le cose, degeneriamo. Quindi questa capacità veramente di entrare nell’oggi non con gli occhi della nostra esperienza di ieri, ma con quello che vediamo quindi veramente con “antenne e cuore aperto”». Un incontro, anche questo, condotto con ardore e franchezza dal noto presbitero: «È stato un momento di grande grazia – conclude Giselda Toppetti – sia per gli studenti che per i docenti».