“Nel Sinodo non c’è stata nessuna censura previa”
C’è stata discussione - ammette Papa Francesco - è vero: ciò accade sempre, quando si cerca la volontà di Dio. Ci sono diversi punti di vista e c’è la discussione, e non è una cosa brutta, sempre che si faccia con umiltà e animo di servizio"
«Nel Sinodo non c’è stata nessuna censura previa». Lo ha assicurato stamani, parlando a braccio, Papa Francesco che, con l’udienza generale odierna, ha iniziato un nuovo ciclo di catechesi sulla famiglia e lo ha fatto scegliendo di raccontare ai fedeli presenti in piazza San Pietro il Sinodo sulla famiglia: «Ognuno – precisa il Papa – poteva dire quel che aveva nel cuore, quello che pensava sinceramente. C’è stata discussione, è vero: abbiamo sentito come hanno discusso gli apostoli, perché volevano cercare la volontà di Dio. Ciò accade sempre, quando si cerca la volontà di Dio. Ci sono diversi punti di vista e c’è la discussione, e quello non è una cosa brutta, sempre che si faccia con umiltà e animo di servizio».
Secondo il Pontefice, dunque, sarebbe stata una cosa cattiva la censura previa: «Ognuno di noi – ribadisce il Pontefice, sottolineando l’atteggiamento di ascolto che avevano i padri – poteva dire quello che pensava». E su questo tema, il Papa è tornato anche alla fine della catechesi: «Qualcuno – aggiunge – potrebbe chiedermi: hanno litigato i padri? Non so se hanno litigato, ma parlato forte sì, davvero. E questa è la libertà che c’è nella Chiesa!». A tal proposito, all’interno del recente Sinodo straordinario sulla famiglia, sono state diverse le questioni più discusse e controverse tali da suscitare polemiche: «Nessun intervento – chiarisce il Santo Padre – ha messo in discussione le verità fondamentali del Sacramento del matrimonio: l’indissolubilità, l’unità, la fedeltà e l’apertura alla vita».
Con queste parole il Papa ha sintetizzato l’andamento della prima fase del Sinodo sulla famiglia: «Tutti gli interventi – aggiunge – sono stati raccolti e così si è giunti al secondo momento, cioè la Relazione dopo la discussione articolata in tre punti: l’ascolto del contesto e delle sfide della famiglia; lo sguardo fisso su Cristo e il Vangelo della famiglia; il confronto con le prospettive pastorali». Su questa prima proposta di sintesi, secondo il racconto di Papa Bergoglio – si è svolta la discussione nei gruppi, che è stato il terzo momento. I gruppi, come sempre, erano divisi per lingue: italiano, inglese, spagnolo e francese. Ogni gruppo alla fine del suo lavoro ha presentato una relazione, e tutte le relazioni dei gruppi sono state subito pubblicate: «Nei gruppi – commenta a braccio Papa Francesco – si comunica meglio. Tutto è stato dato, c’era la trasparenza, perché si sapesse quello che avveniva».
Nel quarto momento, inoltre, una commissione ha esaminato tutti i suggerimenti emersi dai gruppi ed è stata fatta la Relazione finale, che ha mantenuto lo schema precedente, ma ha cercato di recepire il frutto dalle discussioni nei gruppi. Come sempre, infine, è stato approvato anche un Messaggio finale del Sinodo, più breve e più divulgativo rispetto alla Relazione. E la trasparenza dei lavori sinodali è stata resa possibile grazie ad un lavoro sinergico con i giornalisti, il cui impegno è stato ricordato: «Durante il Sinodo – osserva il Pontefice – i media hanno fatto il loro lavoro – c’era molta attesa, molta attenzione – e li ringraziamo perché lo hanno fatto anche con abbondanza. Questo è stato possibile grazie alla Sala Stampa, che ogni giorno ha fatto un briefing».
Ma non è mancata anche una critica espressa nei riguardi della categoria: «Spesso – rileva il Santo Padre – la visione dei media era un po’ nello stile delle cronache sportive o politiche: si parlava spesso di due squadre, pro e contro, conservatori e progressisti. Al Sinodo, invece, ciascuno ha esposto il suo pensiero con parresia e con fiducia». Insomma alla base degli interventi, secondo il Papa che ha ringraziato la Segreteria del Sinodo per il lavoro svolto, c’era lo strumento di lavoro frutto della precedente consultazione di tutta la Chiesa: «Il Sinodo – ricorda Papa Bergoglio – non è un parlamento, ma uno spazio protetto affinché lo Spirito Santo possa operare. Ci sono i rappresentanti delle Chiese, ma la struttura non è parlamentare, è totalmente diversa».
Affermando ciò, dunque, il Papa ha evidenziato che non c’è stato scontro tra fazioni, ma un confronto tra i vescovi che è venuto dopo un lungo lavoro di preparazione e che ora proseguirà in un altro lavoro per il bene delle famiglie, della Chiesa e della società: «È un processo – spiega Papa Francesco – è il normale cammino sinodale: ora continua nelle Chiese particolari il lavoro di preghiera, riflessione e discussione fraterna al fine di preparare la prossima Assemblea». Questo, a detta del Papa, è stato il Sinodo dei Vescovi dove tutto è avvenuto “cum Petro et sub Petro”: «Cioè – traduce – con la presenza del Papa, che è garanzia per tutti di libertà e di fiducia e garanzia dell’ortodossia».
In conclusione, quindi, il Papa ha affidato il prossimo Sinodo ordinario alla protezione della Vergine Madre: «Che ci aiuti – auspica il Pontefice – a seguire la volontà di Dio prendendo le decisioni pastorali che aiutino di più e meglio la famiglia. Vi chiedo di accompagnare questo percorso con la preghiera – chiede ai fedeli: che il Signore ci illumini, ci faccia andare verso la maturità di quello che dobbiamo dire a tutte le Chiese come Sinodo». Inoltre, nel corso dei saluti in lingua italiana, Papa Francesco ha ricordato anche gli studenti, i gruppi parrocchiali le associazioni aquilane, in particolare il Gran Sasso Acqua, a cinque anni al terremoto che ha colpito il capoluogo abruzzese.