"Quando si riceve il male - spiega l'arcivescovo Valentinetti -, viene voglia di farsi giustizia da soli, di reagire, di fare anche noi male perché abbiamo ricevuto male. Ma la parola di San Paolo ci ammonisce “Non ripagate il male col male, ma ripagate il male col bene”. Capisco che è una giustizia difficile, ma del resto Dio nei nostri riguardi non usa lo stesso metro? Forse alla nostra ingiustizia, ai nostri peccati, ci ripaga con la sua vendetta o con la sua misericordia?"
"Siamo uniti tutti come esseri umani - ricorda il Papa -, come fratelli, pregando Dio, secondo la propria cultura, secondo la propria tradizione, secondo le proprie credenze, ma fratelli e pregando Dio, questo è l’importante: fratelli, facendo digiuno, chiedendo perdono a Dio per i nostri peccati, perché il Signore abbia misericordia di noi, perché il Signore ci perdoni, perché il Signore fermi questa pandemia"
"I nostri cari - ricorda Papa Francesco - non sono scomparsi nel buio del nulla: la speranza ci assicura che essi sono nelle mani buone e forti di Dio. L’amore è più forte della morte. Per questo, la strada è far crescere l’amore, renderlo più solido, e l’amore ci custodirà fino al giorno in cui ogni lacrima sarà asciugata, quando non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno"
"Metà degli homeless - spiega Linda Laura Sabbadini, già direttore del Dipartimento statistiche sociali e ambientali dell’Istat - finisce in strada per tre ragioni: la separazione dal coniuge o dai figli (63%), la perdita del lavoro(56%) e le cattive condizioni di salute (25%)"
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