“Mai uccidere in nome di Dio e rispettare la libertà di religione”
"Credo - sottolinea il Papa - che tutte e due siano diritti umani fondamentali: la libertà religiosa e la libertà di espressione, in quanto ognuno ha il diritto di praticare la propria religione, senza offendere, liberamente"
«Mai uccidere in nome di Dio e rispettare la libertà di religione senza offendere, perché nella libertà d’espressione ci sono limiti». Sono stati questi i concetti ribaditi ieri da Papa Francesco replicando alle domande dei giornalisti, durante il volo che lo accompagnava dallo Sri Lanka alle Filippine, in occasione del suo viaggio apostolico: «Credo – sottolinea il Papa – che tutte e due siano diritti umani fondamentali: la libertà religiosa e la libertà di espressione, in quanto ognuno ha il diritto di praticare la propria religione, senza offendere, liberamente. Inoltre, non si può offendere, fare la guerra, uccidere in nome della propria religione, cioè in nome di Dio».
Facendo riferimento alla storia e alle guerre di religione, il Santo Padre ha detto: «Anche noi – aggiunge – siamo stati peccatori su questo. Ma non si può uccidere in nome di Dio. E questa è una aberrazione. Uccidere in nome di Dio è un’aberrazione. Credo che questo sia la cosa principale sulla libertà di religione: si deve fare con libertà, senza offendere, ma senza imporre ed uccidere».
E ancora: «Ognuno – precisa il Pontefice – non solo ha la libertà, il diritto, ma ha anche l’obbligo di dire quello che pensa per aiutare il bene comune, ossia dire apertamente ma senza offendere, perché non si può provocare, non si può insultare la fede degli altri, non si può prendere in giro la fede».
Papa Bergoglio ha poi citato Papa Benedetto, che in un discorso parlava di questa mentalità post positivista che portava a credere che le religioni o le espressioni religiose sono una sorta di sottocultura, tollerate, ma poca cosa: «C’è un limite – osserva Papa Francesco -. Ogni religione ha dignità, ogni religione che rispetti la vita umana, la persona umana. Ed io non posso prenderla in giro. E questo è un limite. Ho preso questo esempio del limite, per dire che nella libertà di espressione ci sono limiti».
Parlando poi dell’allarme sicurezza, anche riguardo alle preoccupazioni nel mondo per la sua incolumità, il Papa ha affermato: «Il miglior modo di rispondere – replica – è la mitezza, ma per i fedeli, davvero, quello mi preoccupa». Successivamente al Papa è stato chiesto se abbia paura: «Io ho un difetto – risponde ancora il Santo Padre -: una bella dose di incoscienza. Sono incosciente in queste cose. Alcune volte mi sono fatto la domanda: ma a me, se accadesse questo? E ho detto al Signore: ma Signore, soltanto ti chiedo una grazia, che non mi faccia male. Perché non sono coraggioso davanti al dolore, no, sono molto molto timoroso, ma non di Dio. Ma so che si prendono le misure di sicurezza, prudenti ma sicure. Poi, vediamo».
Continuando poi a parlare di terrorismo, sono state forti le parole di condanna relativamente al crescente utilizzo di ragazzi e bambini negli attentati kamikaze, con il Papa che ha detto di vedere, al di là di problemi psichici, uno squilibrio umano in chi sceglie di uccidersi per uccidere: «Un kamikaze – riflette Papa Bergoglio -, è uno che dà la vita ma non la dà bene, al contrario per esempio di tanti missionari che pure danno la vita, ma per costruire».
Per questo mettere una bomba addosso a un bambino, per Papa Francesco, non è altro che un altro dei terribili modi di renderlo schiavo. Infine, si è parlato anche della possibilità di unire le religioni contro il terrorismo, magari con un incontro stile Assisi: «C’è gente – conferma il Pontefice – che lavora per questo in ambienti di altre fedi, dove c’è inquietudine sulla recrudescenza del terrorismo».
“no alla guerra in nome della religione”…il passo è breve per parlare di “neutralità”.
Credo si debba cristianamente e moralmente affermare: “No alla guerra in ogni caso”.
I principi biblici sono piuttosto chiari a partire da Isaia 2:2-4, per poi approdare in Matt 26:52 e 2 Corinti 10:3,4….credo inoltre che questo principio debba condizionare le scelte lavorative del cristiano e anche l’istituto bancario presso il quale investe i propri risparmi….
Per una volta mi trovo d’accordo con quanto affermato dal Vescovo di Roma: la libertà di religione e di espressione sono doni preziosi, di cui non bisogna abusare. Tuttavia, ricordo timidamente che queste libertà sono ancor oggi negate in molti Paesi del mondo – soprattutto islamici, ma non solo – dove professare il proprio credo, evangelizzare, esprimere dissenso sono considerati crimini passibili di detenzione, quando non della pena capitale.