Sinodo: “Liberiamoci dai rumori per ascoltare la Parola di Dio”
"Chiediamo, nella preghiera comune – conclude Francesco -, di imparare nuovamente a fare silenzio per ascoltare la voce del Padre, la chiamata di Gesù e il gemito dello Spirito. Chiediamo che il Sinodo sia kairós (tempo favorevole) di fraternità, luogo dove lo Spirito Santo purifichi la Chiesa dalle chiacchiere, dalle ideologie e dalle polarizzazioni"
Alla vigilia del Sinodo, che avrà luogo in Vaticano a partire da mercoledì 4 ottobre, oggi pomeriggio piazza San Pietro ha ospitato 18 mila fedeli che hanno partecipato alla veglia di preghiera, intitolata “Together”, presieduta da Papa Francesco il quale, anche attraverso un momento di preghiera silenziosa lungo 8 minuti, ha colto l’occasione per riflettere sull’importanza del silenzio nella vita del credente, nella vita della Chiesa e nel cammino di unità dei cristiani.
Lo ha fatto alla presenza del patriarca Bartolomeo di Costantinopoli, dell’arcivescovo Justin Welby di Canterbury e di altri responsabili di diverse Chiese, oltre che dei partecipanti al Sinodo: «Il silenzio è importante, è potente – osserva il Papa -. Può esprimere un dolore indicibile di fronte alle disgrazie ma anche, nei momenti di gioia, una letizia che trascende le parole. Il silenzio è essenziale nella vita del credente. Sta infatti all’inizio e alla fine dell’esistenza terrena di Cristo. Il Verbo, la Parola del Padre, si è fatto silenzio nella mangiatoia e sulla croce, nella notte della Natività e in quella della Pasqua. Stasera noi cristiani abbiamo sostato silenziosi davanti al Crocifisso di San Damiano, come discepoli in ascolto dinanzi alla croce, la cattedra del Maestro. Il nostro non è stato un tacere vuoto, ma un momento carico di attesa e di disponibilità. In un mondo pieno di rumore non siamo più abituati al silenzio, anzi a volte facciamo fatica a sopportarlo, perché ci mette di fronte a noi stessi. Eppure esso è sta alla base della parola e della vita. La verità non ha bisogno, per giungere al cuore degli uomini, di grida violente. Dio non ama i proclami e gli schiamazzi, le chiacchiere e il fragore. Preferisce piuttosto, come ha fatto con Elia, parlare nel sussurro di una brezza leggera, in un filo sonoro di silenzio. E allora anche noi, come Abramo, come Elia, come Maria abbiamo bisogno di liberarci da tanti rumori per ascoltare la sua voce. Perché solo nel nostro silenzio risuona la sua Parola».
Il Santo Padre ha successivamente ricordato come il silenzio sia essenziale nella vita della Chiesa: «Perché – spiega Bergoglio – rende possibile la comunicazione fraterna, in cui lo Spirito Santo armonizza i punti di vista, perché lui è l’armonia. Essere sinodali vuol dire accoglierci gli uni gli altri così, nella consapevolezza che tutti abbiamo qualcosa da testimoniare e da imparare, mettendoci insieme in ascolto dello Spirito della verità per conoscere ciò che egli dice alle Chiese. E il silenzio permette proprio il discernimento, attraverso l’ascolto attento dei gemiti inesprimibili dello Spirito che riecheggiano, spesso nascosti, nel popolo di Dio. Chiediamo dunque allo Spirito il dono dell’ascolto per i partecipanti al Sinodo: ascolto di Dio, fino a sentire con lui il grido del popolo; ascolto del popolo, fino a respirarvi la volontà a cui Dio ci chiama».
Quindi il silenzio è essenziale anche nel cammino di fede di unità dei cristiani: «É fondamentale per la preghiera – sottolinea il Papa -, da cui l’ecumenismo comincia e senza la quale è sterile». A tal proposito, attraverso il Vangelo di Giovanni, Papa Francesco ha fatto riferimento al comandamento dell’unità affermato da Gesù: «Che – ricorda Papa Bergoglio – ha pregato perché i suoi discepoli siano una sola cosa. Il silenzio fatto preghiera ci permette di accogliere il dono dell’unità come Cristo la vuole, con i mezzi che Lui vuole, non come frutto autonomo dei nostri sforzi e secondo criteri puramente umani. Più ci rivolgiamo insieme al Signore nella preghiera, più sentiamo che è Lui a purificarci e ad unirci al di là delle differenze. L’unità dei cristiani cresce in silenzio davanti alla croce, proprio come i semi che riceveremo e che raffigurano i diversi doni elargiti dallo Spirito Santo alle varie tradizioni. A noi il compito di seminarli, nella certezza che Dio solo dona la crescita. Essi saranno un segno per noi, chiamati a nostra volta a morire silenziosamente all’egoismo per crescere, attraverso l’azione dello Spirito Santo, nella comunione con Dio e nella fraternità tra di noi».
Infine l’invocazione del Pontefice: «Chiediamo, nella preghiera comune – conclude Francesco -, di imparare nuovamente a fare silenzio per ascoltare la voce del Padre, la chiamata di Gesù e il gemito dello Spirito. Chiediamo che il Sinodo sia kairós (tempo favorevole) di fraternità, luogo dove lo Spirito Santo purifichi la Chiesa dalle chiacchiere, dalle ideologie e dalle polarizzazioni. Mentre ci dirigiamo verso l’importante anniversario del grande Concilio di Nicea, chiediamo di saper adorare uniti e in silenzio, come i Magi, il mistero del Dio fatto uomo, certi che più saremo vicini a Cristo, più saremo uniti tra noi. E come i saggi dall’Oriente furono condotti a Betlemme da una stella, così la luce celeste ci guidi al nostro unico Signore e all’unità per la quale egli ha pregato. Mettiamoci in cammino insieme, desiderosi di incontrarlo, adorarlo e annunciarlo perché il mondo creda».