“E’ urgente collaborare per custodire il creato”
"L’invito - afferma Papa Bergoglio - è quello di ritrovare l’amore per la terra come “madre”, dalla quale siamo tratti e a cui siamo chiamati a tornare costantemente. E da qui viene anche la proposta: custodire la terra, facendo alleanza con essa, affinché possa continuare ad essere, come Dio la vuole, fonte di vita per l’intera famiglia umana"

Un appello alle Nazioni perché combattano l’inquinamento della terra e collaborino alla custodia del creato. Lo ha lanciato Papa Francesco incontrando ieri mattina in Vaticano la Coldiretti, la Confederazione nazionale dei coltivatori diretti, in occasione del settantesimo anniversario della sua fondazione: «Ogni agricoltore – osserva Francesco – sa bene quanto sia diventato più difficile coltivare la terra, in un tempo di accelerati mutamenti climatici e di eventi meteorologici estremi sempre più diffusi».
Come continuare, si è chiesto dunque il Santo Padre, a produrre buon cibo per la vita di tutti quando la stabilità climatica è a rischio, quando l’aria, l’acqua e il suolo stesso perdono la loro purezza a causa dell’inquinamento?: «Davvero – replica – ci accorgiamo dell’importanza di una puntuale azione di custodia del creato; davvero è urgente che le Nazioni riescano a collaborare per questo scopo fondamentale. La sfida è: come realizzare un’agricoltura a basso impatto ambientale? Come fare in modo che il nostro coltivare la terra sia al tempo stesso anche un custodirla? Solo così, infatti, le future generazioni potranno continuare ad abitarla e a coltivarla».
E, di fronte a questi interrogativi, il Pontefice ha voluto rivolgere un invito e una proposta: «L’invito – afferma Papa Bergoglio – è quello di ritrovare l’amore per la terra come “madre”, dalla quale siamo tratti e a cui siamo chiamati a tornare costantemente. E da qui viene anche la proposta: custodire la terra, facendo alleanza con essa, affinché possa continuare ad essere, come Dio la vuole, fonte di vita per l’intera famiglia umana».
E poi c’è l’altra area critica del settore, rimarcata da Papa Francesco nel suo discorso alla Coldiretti, ovvero quella della povertà e della fame: «Due piaghe dell’umanità – sottolinea il Papa – causate da un sistema economico fondato sulla assolutizzazione delle regole e su una cultura dello scarto e dello spreco. Va quindi ripensato a fondo il sistema di produzione e distribuzione del cibo. Come ci hanno insegnato i nostri nonni, con il pane non si scherza!».
Così, dunque, ha concluso il Papa che ha invitato i presenti ad operare per un’agricoltura sociale dal volto umano. Esortazioni, queste ultime, accolte positivamente dai coltivatori diretti: «Il modello di sviluppo – sottolinea Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti – che stiamo perseguendo garantisce un sistema di tutela sociale ed economica in grado di assicurare un futuro all’agricoltura e un cibo sicuro e accessibile a tutti, in Italia e nei Paesi più poveri».
E anche l’appello del Papa a ripensare a fondo il sistema di produzione e di distribuzione del cibo: «Ci conforta – continua Moncalvo – nel nostro impegno per dare un adeguato riconoscimento economico e sociale del lavoro nei campi, dove pesano gli effetti di una globalizzazione senza regole che favorisce lo sfruttamento, la speculazione sul cibo e sottopaga i nostri prodotti. Il risultato è che per ogni euro speso dai consumatori italiani per acquistare alimenti, appena 15 centesimi arrivano nelle tasche agli agricoltori».
Anche per quanto concerne l’invito del Santo Padre a trovare forme per produrre cibo custodendo la terra, esso trova una risposta concreta nella campagna italiana che: «Ha conquistato – annuncia il presidente di Coldiretti – il maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario, la leadership nel numero di imprese che coltivano biologico, ma anche quello nella sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma, senza dimenticare il fatto che l’agricoltura italiana è tra le più sostenibili dal punto di vista ambientale per la ridotta emissione di gas ad effetto serra».
Insomma, al termine dell’udienza, il comparto è tornato nelle campagne più forte e determinato: «Nel garantire – conclude Roberto Moncalvo – da un lato la giusta qualità e quantità, genuinità e sicurezza degli alimenti ai consumatori e dall’altro la salvaguardia dell’identità dell’agricoltura italiana, nel rispetto dell’ambiente e della biodiversità».