“Bisogna confiscare i barconi”
"Chi sale sulle barche paga circa mille dollari - ricorda Zamagni -: il capo barcone, quando arriva in Sicilia, ha già incassato i soldi e poi scompare, lasciando i profughi in mano ad altre organizzazioni malavitose"
«Bisogna confiscare i barconi: se l’avessimo fatto in questi anni, oggi, questi barconi non ci sarebbero più».
È netto l’economista Stefano Zamagni, nel rispondere ai giornalisti, intervenendo in occasione della conferenza stampa a conclusione della plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali di Roma, riguardo ai “barconi della morte” e le tragedie come quella di qualche giorno fa nel Mediterraneo: «Chi sale sulle barche paga circa mille dollari – ricorda l’economista -: il capo barcone, quando arriva in Sicilia, ha già incassato i soldi e poi scompare, lasciando i profughi in mano ad altre organizzazioni malavitose».
E anche relativamente agli arresti degli scafisti, il noto economista non ravvisa la loro effettiva utilità: «È inutile – avverte Zamagni – mettere in galera i trafficanti, che tanto mentre sono in galera vengono mantenuti da altri e dopo un po’ escono. Questi criminali non temono interventi sul reddito, ma sul patrimonio».
Un riferimento, quest’ultimo, legato all’attività di contrasto alle mafie portata avanti dall’associazione “Libera”, che ha raggiunto risultati importanti proprio perché agisce sulla confisca dei beni: «La barca – ribadisce Stefano Zamagni – non va più restituita».