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“Il capolavoro della società è la famiglia: uomo e donna che si amano”

"È la paura di fallire - spiega Papa Francesco -, il più grande ostacolo al matrimonio cristiano. La famiglia è in cima a tutti gli indici di gradimento fra i giovani: ma, per paura di sbagliare, molti non vogliono neppure pensarci"

Lo ha affermato stamani Papa Francesco pronunciando la catechesi, all’interno dell’udienza generale, dedicata al disegno originario di Dio sulla coppia uomo-donna

«Il capolavoro della società è la famiglia, l’uomo e la donna che si amano». Lo ha detto stamani Papa Francesco, nella catechesi dell’udienza generale di oggi presieduta davanti a 20 mila fedeli riuniti in piazza San Pietro, durante la quale ha proseguito la sua riflessione sul disegno originario di Dio sulla coppia uomo-donna: «Gesù – ricorda il Papa commentando l’episodio delle nozze di Cana, narrato all’inizio del Vangelo di Giovanni – non solo partecipò a quel matrimonio, ma salvò la festa con il miracolo del vino. Il primo dei suoi segni prodigiosi, con cui rivela la sua gloria, lo compì nel contesto di un matrimonio e fu un gesto di grande simpatia per quella nascente famiglia, sollecitato dalla premura materna di Maria».

E questo ci fa ricordare il libro della Genesi, quando Dio finisce l’opera della creazione e fa il suo capolavoro: «Il capolavoro – sottolinea il Pontefice – è l’uomo e la donna. E qui Gesù incomincia i suoi miracoli con questo capolavoro: in un matrimonio, in una festa di nozze, un uomo e una donna. E così Gesù c’insegna che il capolavoro della società è la famiglia, l’uomo e la donna che si amano. Questo è il capolavoro. Dai tempi delle nozze di Cana, tante cose sono cambiate, ma quel segno di Cristo contiene un messaggio sempre valido».

I fedeli in piazza San Pietro per l'udienza generale

I fedeli in piazza San Pietro per l’udienza generale

Ma oggi specialmente i giovani sentono sempre meno di voler compiere il passo del matrimonio: «Credo – osserva il Santo Padre – che dobbiamo riflettere con grande serietà sul perché tanti giovani non se la sentono di sposarsi».

Così, Papa Bergoglio è tornato a denunciare questa cultura del provvisorio: «Per cui – continua il Sommo Pontefice – tutto è provvisorio, sembra che non c’è qualcosa di definitivo». Questa, a detta del Papa, è una delle preoccupazioni che emergono al giorno d’oggi: «Perché – si interroga Papa Francesco – i giovani non si sposano? Perché spesso preferiscono una convivenza, e tante volte “a responsabilità limitata”? Perché molti, anche fra i battezzati, hanno poca fiducia nel matrimonio e nella famiglia?».

È importante cercare di capire, secondo il Papa, se vogliamo che i giovani possano trovare la strada giusta da percorrere: «È la paura di fallire – risponde il Pontefice -, il più grande ostacolo al matrimonio cristiano».

Ne è convinto il Santo Padre, il quale ha fatto notare che in realtà quasi tutti gli uomini e le donne vorrebbero una sicurezza affettiva stabile, un matrimonio solido e una famiglia felice: «La famiglia – sottolinea Papa Bergoglio – è in cima a tutti gli indici di gradimento fra i giovani: ma, per paura di sbagliare, molti non vogliono neppure pensarci».

Pur essendo cristiani, non pensano al matrimonio sacramentale, segno unico e irripetibile dell’alleanza, che diventa testimonianza della fede: «Forse – aggiunge il Sommo Pontefice – proprio questa paura di fallire è il più grande ostacolo ad accogliere la parola di Cristo, che promette la sua grazia all’unione coniugale e alla famiglia».

Ma le difficoltà che interferirebbero nelle intenzioni delle giovani coppie di sposarsi, sarebbero diverse e non afferenti esclusivamente alla sfera economica: «Molti – denuncia Papa  Francesco – ritengono che il cambiamento, avvenuto in questi ultimi decenni, sia stato messo in moto dall’emancipazione della donna, ma nemmeno questo argomento è valido. È un’ingiuria, non è vero. È una forma di maschilismo, che sempre vuol dominare la donna».

Insomma, secondo il Papa, pensando questo faremmo la brutta figura che ha fatto Adamo, quando Dio ha detto: “Ma perché hai mangiato la frutta?” “È lei – risponde Adamo – che me l’ha data. È la colpa della donna”. Povera donna! Dobbiamo difendere le donne».

Da qui, il Pontefice ha rivolto un appello affinché, come cristiani, possiamo diventare più esigenti sui temi della reciprocità e della completa uguaglianza tra uomo e donna: «Sosteniamo con decisione – esorta il Pontefice – il diritto all’uguale retribuzione per uguale lavoro, in modo che non si dia per scontato che le donne debbano guadagnare di meno degli uomini. No, lo stesso diritto! La disparità è un puro scandalo!».

E allo stesso tempo, secondo il Papa, bisogna anche riconoscere come ricchezza sempre valida la maternità delle donne e la paternità degli uomini, a beneficio soprattutto dei bambini: «Ugualmente – precisa Papa Bergoglio – la virtù dell’ospitalità delle famiglie cristiane riveste oggi un’importanza cruciale, specialmente nelle situazioni di povertà, di degrado e di violenza familiare».

A tal proposito, il Pontefice si è soffermato anche sul tema delle separazioni, in costante aumento tra le nostre famiglie, e su quanto esse siano deleterie per i bambini: «Se sperimenti fin da piccolo – osserva il Santo Padre – che il matrimonio è un legame a tempo determinato, inconsciamente per te sarà così».

Oggi, a detta del Sommo Pontefice, sembra non facile parlare del matrimonio come di una festa che si rinnova nel tempo, nelle diverse stagioni dell’intera vita dei coniugi: «È un fatto – denota Francesco – che le persone che si sposano sono sempre di meno. Questo è un fatto. I giovani non vogliono sposarsi».

In molti Paesi, invece, aumenta il numero delle separazioni, mentre diminuisce il numero dei figli: «La difficoltà a restare assieme, sia come coppia, sia come famiglia – denuncia il Papa – porta a rompere i legami con sempre maggiore frequenza e rapidità e proprio i figli sono i primi a portarne le conseguenze. Molti giovani, sono portati a rinunciare al progetto stesso di un legame irrevocabile e di una famiglia duratura».

Visti questi esempi negativi, urge dunque una testimoniare l’importanza del sacramento: «La testimonianza – ricorda il Pontefice – più persuasiva della benedizione del matrimonio cristiano è la vita buona degli sposi cristiani e della famiglia. Il matrimonio consacrato da Dio, custodisce quel legame tra l’uomo e la donna che Dio ha benedetto fin dalla creazione del mondo ed è fonte di pace e di bene per l’intera vita coniugale e familiare».

L’esempio citato dal Pontefice è quello dei primi tempi del cristianesimo, quando questa grande dignità del legame tra l’uomo e la donna sconfisse un abuso ritenuto allora del tutto normale, ossia il diritto dei mariti di ripudiare le mogli, anche con i motivi più pretestuosi e umilianti: «Il Vangelo della famiglia – ribadisce il Santo Padre – che annunzia questo sacramento, ha sconfitto questa cultura di ripudio abituale».

Il seme cristiano della radicale uguaglianza tra i coniugi, deve oggi portare nuovi frutti: «La testimonianza della dignità sociale del matrimonio – auspica il Pontefice – diventerà persuasiva proprio per questa via, la via della testimonianza che attrae, la via della reciprocità tra loro e della complementarietà fra loro».

Dunque, in definitiva, i cristiani non si sposano solo per sé stessi: «Si sposano – evidenza Papa Bergoglio – nel Signore in favore di tutta la comunità, dell’intera società. Cari fratelli e sorelle, non abbiamo paura di invitare Gesù alla festa di nozze e non abbiamo paura di invitare Gesù a casa nostra perché sia con noi e custodisca la famiglia. E anche la sua Madre Maria. I cristiani, quando si sposano nel Signore, vengono trasformati in un segno efficace dell’amore di Dio».

About Davide De Amicis (4358 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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