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“La Chiesa ha bisogno della coraggiosa fedeltà degli sposi”

"La decisione di sposarsi nel Signore - spiega il Papa - contiene anche una dimensione missionaria, che significa avere nel cuore la disponibilità a farsi tramite della benedizione di Dio e della grazia del Signore per tutti. Gli sposi cristiani partecipano in quanto sposi alla missione della Chiesa"

Lo ha affermato mercoledì Papa Francesco, pronunciando la catechesi all’interno della seconda udienza generale dedicata alla bellezza del matrimonio cristiano

Venti coppie di fidanzati recentemente sposati da Papa Francesco in San Pietro

«Ci vuole coraggio per sposarsi, e la Chiesa ha bisogno della coraggiosa fedeltà degli sposi, che sono una risorsa essenziale per la Chiesa, ma anche per il mondo». Lo ha affermato mercoledì Papa Francesco, pronunciando la catechesi all’interno della seconda udienza generale dedicata alla bellezza del matrimonio cristiano: «La decisione di sposarsi nel Signore – aggiunge il Papa – contiene anche una dimensione missionaria, che significa avere nel cuore la disponibilità a farsi tramite della benedizione di Dio e della grazia del Signore per tutti. Gli sposi cristiani partecipano in quanto sposi alla missione della Chiesa».

Papa Francesco

Papa Francesco

E, a suo dire, ci vuole coraggio: «Per questo – aggiunge il Papa -, quando saluto gli sposi novelli, dico: “Eccoli, sono coraggiosi, perché ci vuole coraggio per amarsi così come Cristo ama la Chiesa”. La celebrazione del sacramento non può lasciar fuori questa corresponsabilità della vita familiare, nei confronti della grande missione di amore della Chiesa».

E così la vita della Chiesa si arricchisce ogni volta della bellezza di questa alleanza sponsale, come pure si impoverisce ogni volta che essa viene sfigurata: «La Chiesa – sottolinea il Santo Padre -, per offrire a tutti i doni della fede, dell’amore e della speranza, ha bisogno anche della coraggiosa fedeltà degli sposi alla grazia del loro sacramento! Il popolo di Dio ha bisogno del loro quotidiano cammino nella fede, nell’amore e nella speranza, con tutte le gioie e le fatiche che questo cammino comporta in un matrimonio e in una famiglia».

La rotta è così segnata per sempre: «Si ama – osserva il Sommo Pontefice – come ama Dio, per sempre! Cristo non cessa di prendersi cura della Chiesa, la ama sempre, la custodisce sempre come se stesso, Cristo non cessa di togliere dal suo volto umano le macchie e le rughe di ogni genere. È commovente e tanto bella questa irradiazione della forza e della tenerezza di Dio che si trasmette da coppia a coppia, da famiglia a famiglia. Ha ragione san Paolo: questo è proprio un mistero grande!».

Dunque, a detta di Papa Bergoglio, uomini e donne che sono così coraggiosi, divengono una risorsa essenziale per la Chiesa, anche per tutto il mondo: Dio li benedica mille volte per questo!».

E la Chiesa stessa è pienamente coinvolta nella storia di ogni matrimonio cristiano: «Si edifica – puntualizza Papa Francesco – nelle sue riuscite e patisce nei suoi fallimenti. Ma dobbiamo interrogarci con serietà: accettiamo fino in fondo, noi stessi, come credenti e come pastori, questo legame indissolubile della storia di Cristo e della Chiesa con la storia del matrimonio e della famiglia umana? Siamo disposti ad assumerci seriamente questa responsabilità, cioè che ogni matrimonio va sulla strada dell’amore che Cristo ha con la sua Chiesa?».

Sono incalzanti le domande rivolte mercoledì dal Papa sulla qualità del matrimonio cristiano, un sacramento che è un grande atto di fede e di amore: «Testimonia – riflette il Pontefice – il coraggio di credere alla bellezza dell’atto creatore di Dio e di vivere quell’amore che spinge ad andare sempre oltre, oltre sé stessi e anche oltre la stessa famiglia. La vocazione cristiana ad amare senza riserve e senza misura è quanto, con la grazia di Cristo, sta alla base anche del libero consenso che costituisce il matrimonio».

Una considerazione, attraverso la quale il Santo Padre ha voluto interpellare i mariti: «Ma voi mariti – interroga il Papa -, che state qui presenti, avete capito questo? Amare la propria moglie come la ama la Chiesa: questi non sono scherzi, è serio! Parole, queste ultime, rafforzate dalla citazione della lettera agli Efesini di San Paolo, che dice che i cristiani – tutti – sono chiamati ad amarsi come Cristo li ha amati, cioè sottomessi gli uni agli altri, che significa al servizio gli uni degli altri: «Qui – spiega il Sommo Pontefice – introduce l’analogia tra la coppia marito-moglie e quella Cristo-Chiesa. È chiaro che si tratta di un’analogia imperfetta, ma dobbiamo coglierne il senso spirituale che è altissimo e rivoluzionario, e nello stesso tempo semplice, alla portata di ogni uomo e donna che si affidano alla grazia di Dio».

I fedeli in piazza San Pietro per l'udienza generale

I fedeli in piazza San Pietro per l’udienza generale

Il marito, dice in particolare San Paolo, deve amare la moglie come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato sé stesso per lei: «L’effetto – osserva Papa Bergoglio – di questo radicalismo della dedizione chiesta all’uomo, per l’amore e la dignità della donna, sull’esempio di Cristo, dev’essere stato enorme, nella stessa comunità cristiana. Questo seme della novità evangelica, che ristabilisce l’originaria reciprocità della dedizione e del rispetto, è maturato lentamente nella storia, ma alla fine ha prevalso».

Insomma, il matrimonio cristiano “non è semplicemente una cerimonia che si fa in chiesa, coi fiori, l’abito, le foto: «È un sacramento – ribadisce Papa Francesco – che avviene nella Chiesa, e che anche fa la Chiesa, dando inizio ad una nuova comunità familiare».

Lo stesso San Paolo, del resto, afferma che l’amore tra i coniugi è immagine dell’amore tra Cristo e la Chiesa: «Una dignità impensabile – conclude il Papa -, ma che in realtà è inscritta nel disegno creatore di Dio, e con la grazia di Cristo innumerevoli coppie cristiane, pur con i loro limiti, i loro peccati, l’hanno realizzata».

About Davide De Amicis (4483 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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