A Pescara riemergono i pilastri dell’antico ponte romano
"Si tratta di pilastri lignei - spiega Consorte - successivamente rivestiti con la pece, che li rendeva duri come il cemento, che vanno a conficcarsi in una struttura muraria su cui, all’epoca, poggiava quello che potrebbe essere un ponte monumentale"
Un sistema di dieci pali la cui sommità arriva a 30 centimetri dal livello dell’acqua, presenti nel tratto di fiume Pescara compreso tra il Ponte di ferro e il Ponte D’Annunzio, che sostenevano l’antico ponte romano costruito per unire le due sponde di Ostia Aterni.
È questa l’ultima scoperta del regista pescarese Alessio Consorte, che dopo aver rilevato la presenza di antiche strutture murarie riconducibili alla Fortezza borbonica sul lungofiume, successivamente riportati alla luce dai lavori di disinquinamento diretti dall’Aca, dopo un anno ricerche e sopralluoghi ha filmato l’ennesimo ritrovamento archeologico risalente alla città romana: «Si tratta di pilastri lignei – spiega Consorte – successivamente rivestiti con la pece, che li rendeva duri come il cemento, i quali vanno a conficcarsi in una struttura muraria su cui, all’epoca, poggiava quello che potrebbe essere un ponte monumentale».
A questo punto finiscono le certezze, dato che per risalire alle reali dimensioni dell’antico ponte servirebbero ulteriori approfondimenti: «Occorrerebbero – sottolinea il regista del docu-film sulla storia di Pescara “Il traghettatore” – una draga e delle ruspe, che l’imprenditore e presidente del Circolo canottieri “La Pescara” Luca Nicolaj si è già offerto di mettere a disposizione, dei subacquei oltre agli esperti della Soprintendenza ai beni archeologici d’Abruzzo, per studiare i resti sui fondali del fiume che parlano di una storia antichissima».
Del resto, i pilastri costeggiano la darsena del Pescara e sarebbero facilmente raggiungibili. Studi che, se compiuti, potrebbero essere valorizzati e fatti conoscere all’opinione pubblica da un secondo docu-film sulla storia della città, che il cineasta pescarese ha già in programma di girare: «La mia idea – puntualizza Alessio Consorte – è di invitare l’amministrazione comunale, unitamente alla Soprintendenza e agli archeologi dell’Università D’Annunzio, a compiere gli approfondimenti del caso sulla palificazione che filmerei, incentrandovi la trama “Il traghettatore 2-La città sommersa”».
Un’iniziativa che purtroppo, a causa della ristrettezza di fondi provocata dalla spending review, rischia di restare sommersa insieme ai pilastri dell’antico ponte romano, che raccontano di una storia così vicina eppure così lontana dall’essere riscoperta e valorizzata. Ma c’è da scommettere che, nonostante tutto, l’estroso Alessio Consorte escogiterà ugualmente un modo per filmare e raccontare al meglio le bellezze della città sommersa.