“La felicità non ha prezzo, non è un’app da scaricare sul telefonino”
"La libertà - spiega Papa Francesco - non è poter sempre fare quello che mi va: questo rende chiusi, distanti, impedisce di essere amici aperti e sinceri; non è vero che quando io sto bene tutto va bene. E allora, ecco che bisogna saper distinguere, perché è libero chi sceglie il bene, chi cerca quello che piace a Dio, anche se è faticoso. Ma solo con scelte coraggiose e forti si realizzano i sogni più grandi, quelli per cui vale la pena di spendere la vita"
«Non fidatevi di chi vi distrae dalla vera ricchezza, che siete voi, dicendovi che la vita è bella solo se si hanno molte cose; diffidate di chi vuol farvi credere che valete quando vi mascherate da forti, come gli eroi dei film, o quando portate abiti all’ultima moda. La vostra felicità non ha prezzo e non si commercia; non è una app che si scarica sul telefonino: nemmeno la versione più aggiornata potrà aiutarvi a diventare liberi e grandi nell’amore».
Lo ha affermato stamani Papa Francesco, presiedendo la Santa messa in piazza San Pietro davanti a 70 mila ragazzi, dai 13 ai 16 anni d’età, accorsi da tutta Italia e non solo per vivere il loro Giubileo. Le scelte che quindi i ragazzi sono chiamati a fare, sono state definite dal Papa coraggiose e forti, perché solo con esse si realizzano i sogni più grandi, quelli per cui vale la pena di spendere la vita.
Dunque, no alla mediocrità: «La libertà – spiega il Pontefice – non è poter sempre fare quello che mi va: questo rende chiusi, distanti, impedisce di essere amici aperti e sinceri; non è vero che quando io sto bene tutto va bene. E allora, ecco che bisogna saper distinguere, perché è libero chi sceglie il bene, chi cerca quello che piace a Dio, anche se è faticoso. Ma solo con scelte coraggiose e forti si realizzano i sogni più grandi, quelli per cui vale la pena di spendere la vita».
Dunque, anche i giovani sono chiamati a fare scelte radicali nella propria vita: «Per fare queste scelte – precisa il Santo Padre -, serve un impegno radicale di chi sa di realizzare grandi sogni. Se un giovane non sa sognare, è già andato in pensione».
La via dunque è un percorso segnato: «L’amore – ricorda Papa Bergoglio – si nutre di fiducia, di rispetto e di perdono. L’amore non si realizza perché ne parliamo, ma quando lo viviamo. Non è una dolce poesia da studiare a memoria, ma una scelta di vita da mettere in pratica».
Anche se è molto difficile: «Quando amare sembra pesante, quando è difficile dire di no a quello che è sbagliato, – esorta il Sommo Pontefice – guardate la croce di Gesù, abbracciatela e non lasciate la sua mano, che vi conduce verso l’alto e vi risolleva quando cadete».
Papa Francesco, così, dà piena fiducia ai giovani investendo su di loro per il futuro della Chiesa: «So – conferma il Papa – che siete capaci di gesti di grande amicizia e bontà. Siete chiamati a costruire così il futuro. Insieme agli altri e per gli altri, mai contro qualcun altro! Farete cose meravigliose se vi preparate bene già da ora, vivendo pienamente questa vostra età così ricca di doni e senza aver paura della fatica».
Da qui il paragone con i campioni dello sport: «Fate come i campioni sportivi – invita Francesco -, che raggiungono alti traguardi allenandosi con umiltà e duramente ogni giorno. Il vostro programma quotidiano, siano le opere di misericordia: allenatevi con entusiasmo in esse per diventare campioni di vita! Così sarete riconosciuti come discepoli di Gesù. E la vostra gioia sarà piena».
Gesù dunque è la via e per il Papa, anche se lo si delude e ci si allontana da Lui: «Gesù – ribadisce il Santo Padre – continua a volerti bene e a starti vicino, a credere in te più di quanto tu creda in te stesso. E questo è tanto importante! Perché la minaccia principale, che impedisce di crescere bene, è quando a nessuno importa di te, quando senti che vieni lasciato in disparte. Il Signore invece è sempre con te ed è contento di stare con te. L’amore, in fondo, è la carta d’identità del cristiano, è l’unico “documento” valido per essere riconosciuti discepoli di Gesù». Un amore concreto che, a detta del Pontefice, non è una telenovela.