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Abolizione voucher: “Grave errore di una politica poco lungimirante”

Lo ha affermato ieri Carlo Costalli, commentando il prossimo decreto legge con cui il Governo abolirà i voucher evitando il referendum

Il lavoro in campagna

Anche dal mondo cattolico sono fioccate numerose reazioni critiche in seguito alla decisione del Governo di varare un decreto legge per abolire i voucher: «La loro abolizione – attacca Carlo Costalli, presidente del Movimento cristiano lavoratori – è un ennesimo grave errore di una politica schizofrenica e poco lungimirante, una politica che continua a far prevalere le scelte tattiche del momento, nonostante facciano male al Paese».

Costalli, dunque, punta il dito in primo luogo contro la politica: «Che non è in grado – osserva – di avere una visione generale e a un governo debole che non ha avuto il coraggio di affrontare, nei mesi precedenti, le correzioni necessarie a raddrizzare le storture derivanti da un uso improprio dei voucher». Storture, queste, già denunciate anche durante il governo Renzi: «D’altra parte – ammonisce -, l’abolizione completa dei voucher porterà come conseguenza un aumento del lavoro sommerso, che è la vera piaga di questo Paese».

Carlo Costalli, presidente del Movimento cristiano lavoratori

Carlo Costalli, presidente del Movimento cristiano lavoratori

Il presidente del Movimento cristiano lavoratori, si è detto anche preoccupato: «Per i tanti riformisti – continua – che annullano le riforme invece di correggerle, e che sarebbero stati pronti persino a rinnegare il Jobs Act, se la Consulta non avesse bocciato il referendum per paura di un 4 dicembre bis. Un Jobs Act che, invece, ha necessità di profonde correzioni». Per il movimento, è ormai evidente la necessità urgente di un profondo ripensamento sulle normative sul lavoro: «Ripensamento – accusa Carlo Costalli – che questo Governo non sembra in grado di fare, condizionato com’è fra i dibatti congressuali nel Pd e il nodo della legge elettorale, ma che prima o poi dovrà affrontare».

Moderatamente critico sull’abolizione dei voucher, anche l’economista Stefano Zamagni: «La storia dei voucher in Italia – commenta intervistato dall’agenzia di stampa Sir – costituisce un’ulteriore conferma di come una misura di per sé valida possa degenerare nel corso del tempo. Noi siamo unici al mondo per questa “capacità”». Per l’economista è evidente la strategia dell’esecutivo il quale, sapendo che la Cgil avrebbe vinto la consultazione referendaria, ha giocato d’anticipo: «Ma la cancellazione totale – riflette Zamagni – non è la soluzione ottimale. Sarebbe stato meglio tornare alla lettera e allo spirito della legge Biagi».

Stefano Zamagni

Stefano Zamagni, economista

Per l’economista i problemi – e i conseguenti abusi – sono dovuti alla progressiva estensione nell’uso dei voucher, operata dal secondo governo Berlusconi e soprattutto dal governo Monti, che nel 2012 consentì a qualunque tipo di attività lavorativa, indipendentemente dalla dimensione d’impresa, di utilizzarli: «In certe circostanze e in definiti comparti – riconosce Stefano Zamagni – l’uso del voucher rappresenta un modo per assecondare le esigenze sia di chi produce, sia di chi lavora. Invece, avendo esagerato, oggi ci troviamo senza uno strumento che gli altri Paesi hanno per permettere queste minime, quanto necessarie, forme di flessibilità. L’auspicio è che nei prossimi mesi la saggezza dei governanti elabori un’ulteriore norma, per evitare di alimentare implicitamente il lavoro nero».

Roberto Rossini, presidente Acli

Roberto Rossini, presidente Acli

Sulla stessa linea anche le Associazioni cristiane lavoratori italiane (Acli): «La decisione di abolire i buoni lavoro – afferma Roberto Rossini, presidente delle Acli – toglie una forma di regolazione del lavoro. Anche per Rossini, il loro uso si era trasformato in abuso: «Per questo – ricorda – eravamo favorevoli a importanti modifiche che avrebbero riportato lo strumento in linea con gli obiettivi per i quali fu introdotto, ossia far emergere il lavoro nero e fornire alcune tutele ai lavoratori più deboli. Condividiamo la decisione politica di non dividersi sui temi del lavoro, sottoponendosi ad un referendum che avrebbe rischiato di spaccare il mondo del lavoro. Ma toccherà poi alla politica stessa riprendere questa materia, per poter disciplinare alcune situazioni lavorative che esistono e vanno normate».

Santino Scirè

Santino Scirè, consigliere di presidenza con delega al lavoro

Al di là di tutto, le Acli restano convinte che la soluzione non sia l’eliminazione dei voucher: «Noi rimaniamo convinti – conclude Santino Scirè, consigliere di presidenza con delega al lavoroche la soluzione non sia l’eliminazione dei voucher, ma un loro utilizzo solo per il lavoro realmente occasionale ed accessorio». Per questo, l’organizzazione propone di distinguere due voucher: «Uno per attività a favore di privati – precisa Scirè – e uno per le imprese e gli enti pubblici. Nel primo caso dovranno essere utilizzati solo saltuariamente, con limitazioni circa la durata per entrambe le parti. Per le imprese, il ricorso al voucher non deve risultare economicamente più conveniente e in nessun modo concorrenziale rispetto ad altri tipi di rapporto di lavoro».

About Davide De Amicis (4575 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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