Fake news: tre italiani su quattro preoccupati di ciò che mangiano
"La scorretta informazione nell’alimentare - spiega Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti - ha un peso più rilevante che negli altri settori perché va a influenzare direttamente la salute. Per questo dobbiamo prestare particolare attenzione ed essere grati a quanti sono impegnati nello smascherare gli inganni"

Tre italiani su quattro (66%) sono preoccupati dell’impatto di quello che mangiano sulla salute, anche per effetto delle fake news sulle caratteristiche dei cibi che si moltiplicano in rete e spingono a comportamenti insensati e anche pericolosi. È quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixè, presentata oggi a Roma in occasione della campagna #stopfakeatavola promossa dalla Coldiretti e dall’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare nell’ambito del corso di formazione, organizzato in collaborazione con la Scuola superiore della magistratura.
Il web si configura sempre più come porto franco delle bufale alimentari con un preoccupante effetto valanga in una situazione in cui, secondo l’indagine, il 53% degli italiani lo ha utilizzato almeno qualche volta durante l’anno per raccogliere informazioni sulla qualità dei prodotti alimentari: «La scorretta informazione nell’alimentare – spiega Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti – ha un peso più rilevante che negli altri settori, perché va a influenzare direttamente la salute. Per questo dobbiamo prestare particolare attenzione ed essere grati a quanti sono impegnati nello smascherare gli inganni».
Internet però, a detta del presidente di Coldiretti, non va criminalizzato: «Perché può svolgere un ruolo di controllo importante in un sistema in cui – precisa Moncalvo – l’informazione alimentare, purtroppo, rischia di essere influenzata soprattutto dalle grandi multinazionali grazie alla disponibilità di risorse pubblicitarie investite. Per noi le fake news sono anche le pubblicità delle aranciate che contengono appena il 12% di succo o quelle dell’olio di oliva di grandi marchi, che fanno immaginare paesaggi toscani mentre contiene quello importato dalla Tunisia o ancora il prosciutto nostrano che è fatto con maiali tedeschi, senza alcuna informazione in etichetta per i consumatori. Per questo siamo impegnati nell’educazione nelle scuole e nell’informazione nei mercati degli agricoltori con il progetto Campagna Amica, che consente di ricostruire un rapporto diretto tra chi produce e chi consuma nel segno della trasparenza».
Dall’indagine Coldiretti/Ixè emerge anche che quasi 1 italiano su 3 (31%) ritiene che i casi di frode e contraffazione alimentare dovrebbero essere puniti con l’arresto, con la maggioranza degli italiani (54%) che pensa si tratti di fatti gravissimi per il Paese. Nel primo quadrimestre del 2017 sono stati sequestrati dall’Icqrf del ministero delle Politiche agricole prodotti alimentari per un valore di oltre 59,3 milioni di euro, mentre nell’analogo periodo dello scorso anno il valore era stato di 3,29 milioni, a seguito di alcune importanti operazioni Icqrf di polizia giudiziaria.