Beato Nunzio: “Intercessione di grazia per giovani, famiglie, anziani e malati”
"È sembrato facile e felice - cita don Rodolfo, rileggendo Paolo VI - ai biografi di Nunzio Sulprizio chiamarlo giovane e operario. Questa nomenclatura gli assicura due strette parentele con la vita del nostro tempo, nella quale il giovane e il lavoratore occupano posizioni rappresentative e operative di prima importanza. E l’elogio del nuovo beato potrebbe fermarsi qui e avrebbe titoli indiscutibili e stupendi per essere ascoltato dai giovani e dagli operai"

Una folla di fedeli continua, dall’arrivo delle reliquie ieri pomeriggio, si sta recando in queste ore presso la chiesa della Beata Vergine del Rosario in via Cavour a Pescara per rendere omaggio al Beato Nunzio Sulprizio, in occasione del pellegrinaggio a Pescara per celebrare il bicentenario della sua nascita avvenuta a Pescosansonesco il 13 aprile 1817 (clicca qui per consultare il programma completo dell’evento).
L’urna contenente le reliquie, a bordo di un furgone scortato dalle Forze dell’ordine, è giunta presso la parrocchia pescarese intorno alle ore 18.30 e, accompagnata dal sindaco del piccolo borgo montano pescarese Nunzio Di Donato, è stata trasportata all’interno e collocata ai piedi dell’altare.
Ha avuto così inizio la Santa messa presieduta dal parroco don Rodolfo Soccio e concelebrata dal rettore del Santuario del Beato Nunzio Sulprizio don Gianni Caldarelli: «Ringrazio il Signore – esordisce don Rodolfo – per aver potuto ospitare le reliquie del Beato. Quando l’anno scorso ricevetti la proposta da parte di don Gianni, di essere la prima tappa del pellegrinaggio, io e il mio vice parroco don Luca Anelli siamo rimanemmo entusiasti. Sono certo che questi tre giorni pieni di presenza del Beato Nunzio fra noi, saranno un’intercessione di grazia e una benedizione per i singoli e per le famiglie, così come per i giovani, per gli anziani e per i malati».
Categorie che il Beato Nunzio Sulprizio ha sempre rappresentato e rappresenta, come ricordato anche da Papa Paolo VI nella sua allocuzione pronunciata domenica 1 dicembre 1963 – in piazza San Pietro a Roma, in occasione della cerimonia di beatificazione del giovane operaio. Un’allocuzione, riletta durante l’omelia della Santa messa, che oggi torna di particolare attualità:
«È sembrato facile e felice – cita don Rodolfo, rileggendo Paolo VI – ai biografi di Nunzio Sulprizio chiamarlo giovane e operaio. Questa nomenclatura gli assicura due strette parentele con la vita del nostro tempo, nella quale il giovane e il lavoratore occupano posizioni rappresentative e operative di prima importanza. E l’elogio del nuovo beato potrebbe fermarsi qui e avrebbe titoli indiscutibili e stupendi per essere ascoltato dai giovani e dagli operai. Nunzio Sulprizio dirà ai giovani come la loro età è stata da lui illuminata e santificata; egli è una loro gloria. Egli dirà come la gioventù non deve essere considerata come l’età delle libere passioni, delle inevitabili cadute, delle crisi invincibili, dei pessimismi decadenti; egli dirà piuttosto come l’essere giovani è una grazia, è una fortuna. San Filippo ripeteva: “Beati voi, giovani, che avete tempo di far bene”. È una grazia, una fortuna essere innocenti, essere puri, essere lieti, essere forti, essere pieni d’ardore e di vita, come appunto sono e dovrebbero essere gli uomini che ricevono il dono dell’esistenza fresca e nuova, rigenerata e santificata dal battesimo. Ai lavoratori, questo povero e sofferente collega porta un messaggio di molti capitoli. Dice innanzi tutto come il lavoro abbia sofferto e come tuttora abbia bisogno di protezione, di assistenza e di aiuto per essere libero e umano e per consentire alla vita la sua legittima espansione. Il suo messaggio ricorda ancora come il lavoro non possa separarsi da quel suo grande completamento che è la religione. È la religione che dà luce e che determina la scala dei valori della vita; che dà il respiro, cioè l’interiorità, la purificazione, la nobiltà, il conforto alla fatica fisica e all’attività professionale. È la religione che umanizza la tecnica, l’economia, la socialità; che fa grandi e buoni e giusti e liberi e santi gli uomini laboriosi».
Al termine della Santa messa, ha avuto inizio l’adorazione eucaristica che sta proseguendo anche oggi, intervallata dalla recita del rosario e dalla Santa messa pomeridiana officiata dal direttore della Pastorale giovanile don Domenico Di Pietropaolo nella giornata odierna dedicata ai ragazzi. Quella di domani sarà, invece, la giornata dedicata agli anziani e ai malati che toccherà il suo culmine nella Santa messa delle ore 11, a cui seguirà l’unzione degli infermi. La giornata di giovedì, sarà invece dedicata alle vocazioni e si concluderà alle ore 18.30 con la Santa messa presieduta dal vicario generale dell’arcidiocesi di Pescara-Penne don Lucio Giacintucci.
Al termine, mediante una fiaccolata che avrà luogo sulla Strada parco, l’urna con le reliquie del Beato Nunzio verrà trasferita nel Santuario della Divina Misericordia dove, alle ore 21, l’arcivescovo di Pescara-Penne monsingnor Tommaso Valentinetti presiederà la liturgia eucaristica presso d’accoglienza presso la seconda e ultima tappa del pellegrinaggio pescarese che vivrà altri momenti scanditi dall’adorazione eucaristica, dalla recita del rosario e dalla Sante messe. Domenica, infine, dopo le celebrazioni eucaristiche che verranno celebrate alle ore 7.30, 9, 10.30 e 12, l’urna con le reliquie del Beato Nunzio Sulprizio rientrerà presso il Santuario di Pescosansonesco.