“Ogni Paese deve accogliere tanti rifugiati quanti ne può integrare”
"Il problema della fame si può risolvere - incoraggia il Papa -. Tanti governi europei stanno pensando a un piano d’urgenza per investire intelligentemente in quei Africa per dare lavoro ed educazione"
«Le carceri dei trafficanti sono terribili. Nei lager della Seconda guerra mondiale si vedevano queste cose. E anche mutilazioni, torture. Buttano gli uomini nelle fosse comuni. Per questo, i governi si preoccupano perché (i migranti, ndr) non cadano nelle mani di questa gente. C’è una preoccupazione mondiale. So che i governi parlano di ciò e vogliono trovare un accordo e anche modificare l’accordo di Dublino».
Lo ha affermato giovedì Papa Francesco, durante la conferenza stampa con una sessantina di giornalisti sul volo di ritorno in Vaticano, al temine del pellegrinaggio ecumenico che si è svolto a Ginevra. Parlando dei rifugiati, il Pontefice ha ricordato i quattro verbi da adottare nei loro confronti “accogliere, accompagnare, sistemare, integrare”: «Ogni Paese deve fare questo con la virtù della prudenza – ha aggiunto Francesco -. Perché un Paese deve accogliere tanti rifugiati quanti ne può integrare, educare, dare lavoro. Questo è il piano. Qui stiamo vivendo un’ondata di rifugiati che fuggono dalla guerra e dalla fame da tanti Paesi dell’Africa, da guerre e persecuzioni da tanti Paesi del Medioriente».
Poi, il Papa ha ricordato che: «Italia e Grecia sono stati generosissimi nell’accoglienza». Per il Medioriente, invece, «la Turchia ne ha ricevuti tanti dalla Siria, come il Libano e la Giordania».
Il Papa ha ricordato anche il problema del traffico dei migranti. In particolare, nel caso dell’Africa Francesco ha affermato che: «Il problema della fame si può risolvere. Tanti governi europei stanno pensando a un piano d’urgenza per investire intelligentemente in quei Paesi per dare lavoro ed educazione».
Infine, l’attenzione al problema migratorio in America, dove: «La gente lascia la campagna per andare in città – ricorda il Santo Padre -, ma c’è anche una migrazione esterna. Per quanto riguarda la situazione delle migrazioni negli Stati Uniti, mi schiero con quello che dicono i vescovi statunitensi».