“Senza oratorio la pastorale giovanile non ha futuro”
"Non è sufficiente fare oratorio – avverte il presbitero -, ma bisogna farlo bene. È necessario infatti comprendere se le strategie sono vere possibilità o limiti ponendo fra queste il protagonismo delle comunità, la presenza dei sacerdoti e la loro formazione"
Senza oratorio non è possibile progettare una pastorale giovanile che abbia un futuro. Ne è convinto don Michele Falabretti, direttore del Servizio nazionale di pastorale giovanile (Snpg) della Cei, che con il suo intervento ha aperto ieri a Matera l’assemblea nazionale del Forum degli oratori italiani (Foi).
Due giorni, conclusi oggi, che hanno visto vedono la partecipazione di circa 150 rappresentanti delle varie realtà nazionali a cominciare da associazioni come Azione cattolica, Anspi, Csi, Fondazione diocesana per gli oratori milanesi (Fom), Odielle, Noi Associazione, Centro oratori romani, ma anche comunità religiose impegnate in questo settore come Salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice, Canossiani e Giuseppini del Murialdo che, insieme a 47 diocesi, hanno scelto l’oratorio come strumento pastorale utile per raggiungere ed evangelizzare le nuove generazioni: «Questi giorni – ha proseguito don Falabretti – sono importanti per comprendere il clima in cui viviamo, per renderci conto di quale direzione dobbiamo dare all’oratorio. L’oratorio va inteso come luogo di cura, come vera medicina di questo tempo».
Secondo il direttore della Pastorale giovanile nazionale, dunque, dobbiamo chiederci cosa serve all’oratorio perché è necessario alzare le competenze: «Non è sufficiente fare oratorio – avverte il presbitero -, ma bisogna farlo bene. È necessario infatti comprendere se le strategie sono vere possibilità o limiti ponendo fra queste il protagonismo delle comunità, la presenza dei sacerdoti e la loro formazione».
Per Falabretti, infine, c’è sempre più necessità di creare un progetto pastorale giovanile che respiri: «Creando le condizioni – conclude – per dare una continuità al progetto. Senza oratorio, non si è in grado poi di fare una pastorale giovanile che abbia un futuro».