“La Bibbia accessibile è un mondo dove ognuno può trovare un posto”
"Il Dio fatto uomo - spiega don Dioniso Candido - parla la lingua degli uomini, si fa capire. Dio è trascendente, infinito e non è scontato, deve farsi piccolo per farsi comprensibile. Dio è totalmente diverso da quello che noi ci figuriamo, ma lui ha scelto di rendersi comprensibile"
Si sono aperti oggi per concludersi venerdì 19 luglio ad Assisi i lavori del Corso di formazione del Settore dell’Apostolato biblico e del Settore della Catechesi delle persone disabili dell’Ufficio catechistico nazionale. Ad introdurre l’appuntamento è stato don Dioniso Candido, responsabile del Settore dell’apostolato biblico della Cei: «La domanda che la Chiesa italiana si pone da anni – esordisce – è come tradurre e spiegare la Bibbia senza escludere nessuno. Qual è il modo per dire e raccontare la Parola a tutti, anche a persone con disabilità e con fatiche relazionali. Vorremmo provare a capire la Bibbia in modo inclusivo».
L’obiettivo è formare alla Bibbia e al modo in cui viene trasmessa la Parola di Dio: «La catechesi infatti – aggiunge don Candido -, è stata per secoli una lettura della Bibbia. Il catechismo è un eco della Parola di Dio, una traduzione della Sacra Scrittura. Il Dio fatto uomo parla la lingua degli uomini, si fa capire. Dio è trascendente, infinito e non è scontato, deve farsi piccolo per farsi comprensibile. Dio è totalmente diverso da quello che noi ci figuriamo, ma lui ha scelto di rendersi comprensibile».
Sulla stessa linea è anche suor Veronica Donatello, responsabile del Settore per la catechesi delle persone disabili dell’Ufficio catechistico nazionale della Cei: «La Chiesa, con materna sollecitudine – ricorda -, vuole che si facciano delle traduzioni. La Parola è relazione. Questo è il rischio che il Dio della Bibbia si è sentito di correre. L’importante è che ognuno possa leggerlo nella sua lingua. La Parola non è un libro riservato a pochi o agli intelligenti, ma è il libro più tradotto con 4.270 lingue del mondo e ne mancano duemila perché nessuno deve essere escluso».
Il primo passo, secondo la suora, è capire la Bibbia attraverso i linguaggi degli uomini: «Dobbiamo ricordare a noi stessi – esorta – come parliamo per capire come parla Dio, perché Dio si è piegato al linguaggio degli uomini. Ci possono essere dei linguaggi in cui dobbiamo essere attenti a capire la psicologia di chi parla nella Bibbia».
Per suor Veronica Donatello, dunque, la Bibbia non solo ci informa ma ci forma: «Ci racconta le sue opere di salvezza indubbiamente – precisa -, ma conoscere non significa essere discepoli. Una catechesi biblica non può limitarsi a questo. Quella storia vuole inglobare, richiamare chi la legge ad esserne coinvolto. Il lettore della Bibbia è parte in causa. Quindi quella Parola deve essermi comprensibile. La Bibbia accessibile è un mondo dove ognuno può trovare un posto. Dobbiamo entrare in questo bosco con qualcuno che ci accompagna».