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“In Italia oltre 1,2 milioni di minori vivono in povertà assoluta”

"Ci auguriamo che il presidente del Consiglio - sottolinea Valerio Neri, direttore generale di Save ther chidren -, che nel suo discorso di insediamento ha voluto raccogliere l’appello lanciato da Save the Children per garantire ai bambini e alle bambine l’accesso all’asilo nido, nella prossima legge di bilancio sappia dare seguito concreto a quanto annunciato, a partire dalle aree del Paese dove maggiormente si concentra la povertà minorile"

Lo ha denunciato ieri il X Atlante dell’infanzia a rischio, curato da Save the children

In Italia oltre 1,2 milioni di minori vivono in condizioni di povertà assoluta, un dato che nel corso degli ultimi 10 anni è più che triplicato, passando dal 3,7% del 2008 al 12,5% del 2018. In termini assoluti i numeri sono ancora più impressionanti: nel 2008 i minori in questa condizione erano circa 375 mila, nel 2014 già sfioravano 1,2 milioni. Oggi sono 1 milione e 260 mila (563mila nel Mezzogiorno, 508 mila al nord e 192 mila al centro). È quanto emerge dal X Atlante dell’infanzia a rischio di Save the Children presentato ieri a Roma  nella sede della Banca d’Italia e, in contemporanea, a Milano, Torino, Udine, Ancona, Napoli, Bari, Reggio Calabria, Catania e Sassari.

Curato da di Giulio Cederna e dal titolo evocativo “Il tempo dei bambini”, il report fa il bilancio della condizione di bambini e adolescenti in Italia negli ultimi dieci anni e viene presentato in occasione della nuova edizione della campagna “Illuminiamo il futuro” per il contrasto alla povertà educativa. I minori in povertà relativa nel 2008 erano 1 milione e 268 mila; oggi sono 2 milioni e 192 mila. Fortissimi i divari territoriali: se in Emilia Romagna e Liguria poco più di un bambino su 10 vive in famiglie con un livello di spesa molto inferiore rispetto alla media nazionale, questa condizione peggiora in Campania (37,5%) e Calabria (43%). La povertà si manifesta nella mancanza di un’alimentazione e un’abitazione adeguata. Circa 500 mila bambini e ragazzi sotto i 15 anni (il 6%) crescono in famiglie dove non si consumano regolarmente pasti proteici. Nel 2018, 453 mila bambini di età inferiore ai 15 anni hanno beneficiato di pacchi alimentari. Inoltre, in questi ultimi anni, il 14% dei minori ha patito condizione di grave disagio abitativo.

Secondo il X Atlante dell’infanzia a rischio di Save the Children, la crisi economica ha avuto un impatto anche sull’aumento della denatalità. Nel 2008 i minori rappresentavano il 17,1% della popolazione residente, mentre nel 2018 sono ridotti al 16,2%. Il fenomeno si è concentrato in particolare nel sud e nelle isole – che hanno perso 1 minore ogni 10 – mentre al centro e al nord è stato meno incisivo per la presenza delle famiglie straniere. Prima conseguenza la flessione delle iscrizioni a scuola nel primo anno delle primarie: per il 2019/2020 le domande presentate sono state poco più di 473 mila con una perdita di circa 23 mila bambini rispetto all’anno precedente, mentre il ciclo di scuola secondaria ha registrato una flessione di altri 20 mila studenti. A compensare in parte il fenomeno l’aumento di minori di origine straniera: oggi più di un residente minorenne su 10 in Italia ha la cittadinanza straniera. L’Italia, si legge ancora nell’indagine, continua a non avere un piano strategico per l’infanzia e l’adolescenza ed è uno dei paesi europei che investe meno in questo ambito, con divari tra le diverse regioni: a fronte di una spesa sociale media annua per l’area famiglia e minori di 172 euro pro capite per interventi da parte dei comuni, la Calabria si attesta sui 26 euro e l’Emilia Romagna sui 316. Povertà economica e povertà educativa si alimentano reciprocamente e si trasmettono di generazione in generazione.

Raffaella Milano, direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children

Nel nostro Paese, in base all’indagine, 1 giovane su 7 (il 14,5%) ha abbandonato precocemente gli studi, quasi la metà dei bambini e adolescenti non ha letto un libro extrascolastico in un anno, circa 1 su 5 non fa sport. Per contro, anche la scuola è stata in questi anni colpita pesantemente dai tagli alle risorse, spesso “lineari”, che hanno penalizzato le aree già in difficoltà. Sebbene nell’ultimo decennio si siano fatti grandi passi in avanti sul tema della dispersione scolastica, abbattendo di -5,1% la media nazionale dei cosiddetti “Early school leavers”, il dato complessivo del Paese nel 2018, che si attesta al 14,5%, fa registrare per il secondo anno consecutivo un pericoloso trend di ripresa del fenomeno che in Calabria, Sicilia e Sardegna supera il 20%. Inoltre, in un Paese fragile dal punto di vista sismico e idrogeologico, quasi il 79% delle scuole censite nelle aree a medio-alta pericolosità sismica non hanno una progettazione antisismica, il 53,9% delle scuole italiane non ha il certificato di agibilità e quasi un terzo non ha un collaudo statico: «C’è bisogno di una legge nazionale – spiega Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children – che superi l’attuale frammentazione normativa e garantisca a studenti, personale docente e non docente, spazi scuri e protetti, mentre gli spazi pubblici abbandonati e in stato di degrado devono essere riqualificati e destinati ai bambini e agli adolescenti».

E in un decennio di studi sull’infanzia a rischio, Save the children ha rilevato cambiamenti rilevanti: «Nell’ultimo decennio – osserva Valerio Neri, direttore generale di Save the Children –  insieme alle diseguaglianze intergenerazionali, si sono acuite le diseguaglianze geografiche, sociali, economiche, tra bambini del Sud, del Centro e del Nord, tra bambini delle aree centrali e delle periferie, tra italiani e stranieri, tra figli delle scuole bene e delle classi ghetto. Si sono divaricate le possibilità di accesso al futuro».

Non a caso Neri parla di Paese “vietato ai minori”: «Che – continua – negli ultimi dieci anni ha perso di vista il suo patrimonio più importante, i bambini. Impoveriti, fuori dall’interesse delle politiche pubbliche, costretti a studiare in scuole non sicure e lontani dalle possibilità degli altri coetanei europei. Ma che non si arrendono».

Da qui la richiesta di un forte segnale di inversione di rotta: «Per affrontare quella che è una vera e propria emergenza  – denuncia il direttore generale di Save the children -. Ci auguriamo che il presidente del Consiglio, che nel suo discorso di insediamento ha voluto raccogliere l’appello lanciato da Save the Children per garantire ai bambini e alle bambine l’accesso all’asilo nido, nella prossima legge di bilancio sappia dare seguito concreto a quanto annunciato, a partire dalle aree del Paese dove maggiormente si concentra la povertà minorile».

Valerio Neri, direttore generale Save the Children

E dopo aver presentato il X Atlante dell’infanzia a rischio, ieri Save the Children ha rilanciato anche la campagna “Illuminiamo il futuro” per il contrasto alla povertà educativa, ormai giunta al suo sesto anno, chiedendo – attraverso una petizione disponibile su www.illuminiamoilfuturo.itil recupero di tanti spazi pubblici oggi abbandonati in stato di degrado da destinare ad attività extrascolastiche gratuite per i bambini e scuole sicure per tutti. La mobilitazione, accompagnata sui social dall’hashtag #italiavietatAiminori, è associata a 16 luoghi simbolici vietati ai minori in Italia, individuati con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui tanti spazi pubblici, da nord a sud, inaccessibili ai minori nel nostro Paese. Una campagna che riprende la richiesta già lanciata lo scorso anno e che ha portato all’inizio di un percorso di recupero di alcuni dei 10 luoghi segnalati nella precedente edizione, a cui quest’anno se ne aggiungono altri sei. A partire da ieri è inoltre prevista una settimana di mobilitazione, con centinaia di eventi ed iniziative in tutto il Paese, da nord a sud, realizzate a cura di tante realtà locali, associazioni, scuole, enti e istituzioni culturali, che anche quest’anno hanno scelto di essere al fianco di Save the Children per sensibilizzare e informare sul tema del contrasto alla povertà educativa e sull’importanza di attivare comunità educanti. Tra le diverse iniziative dell’organizzazione, i 24 Punti luce attivati nelle aree svantaggiate delle città di 14 regioni per offrire opportunità formative gratuite a ragazzi tra i 6 e i 17 anni: «Ci interessa che oggi i bambini e i ragazzi possano vivere il territorio – aggiunge Neri -, perché è lì che si svolge al vita di tutti i giorni. Per questo ci impegniamo per il recupero di luoghi abbandonati al degrado che invece potrebbero essere centri di incontro da restituire alla popolazione, in particolare ai giovanissimi. La campagna “Illuminiamo il futuro” si concretizza soprattutto in una richiesta al governo».

Quindi è giunto l’invito a firmare la petizione on line. Commentando l’aumento della povertà assoluta dei bambini negli ultimi 10 anni – più che triplicata – osserva: «Stiamo esponendo i più deboli al massimo sacrificio». Infine una puntualizzazione: «La povertà che colpisce i bambini  – afferma Valerio Neri –  colpisce di più al sud, ma impatta anche al nord e al centro più di quanto non si creda».

Giulio Cederna, curatore del X Atlante dell’infanzia a rischio

Un altro tema centrale, oltre a quello della povertà, è la questione ambientale: «Abbiamo iniziato ascoltando quello che ci dicevano i ragazzi – racconta Giulio Cederna, curatore dell’Atlante, sottolineando il legame tra cambiamenti climatici e povertà e l’importanza di far crescere tra i ragazzi la consapevolezza in materia – e poi abbiamo contattato il Cnr, l’Ispra e tutti gli esperti di questioni ambientali e ci siamo resi conto che la questione ambientale è un vero e proprio problema sociale che impatta maggiormente sulle fasce più deboli della popolazione. Quest’anno, per fortuna, c’è stata la scossa di Greta».

Ma qualche primo segnale d’inversione di tendenza appare già imminente:  «È stato ricostituito – annuncia Ilaria Antonini, capogabinetto del ministero per le Pari opportunità, famiglia e disabilità –  l’Osservatorio nazionale sull’infanzia e l’adolescenza, luogo di riferimento per implementare strategie e politiche per tutelare i diritti dell’infanzia. L’Osservatorio, che a breve riprenderà la sua attività, dovrà attuare il monitoraggio del quarto Piano nazionale per l’infanzia e agire per costruite subito il quinto Piano nazionale. La mia presenza è un’occasione per testimoniare la volontà del ministero di intraprendere insieme a Save the Children questo percorso comune».

About Davide De Amicis (4555 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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