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Oxfam: “I 5 uomini più ricchi al mondo hanno raddoppiato le ricchezze, mentre 5 miliardi di persone restano povere”

In Italia al vertice della piramide distributiva, le consistenze patrimoniali nette dell’1% più ricco (titolare, a fine 2022, del 23,1% della ricchezza nazionale) erano oltre 84 volte superiori alla ricchezza posseduta complessivamente dal 20% più povero della popolazione

È emerso dal rapporto “Disuguaglianza: il potere al servizio di pochi”, reallizzato dalla ong e diffuso all’apertura del World economic forum di Davos

Un senzatetto coperto da giornali e immondizia - foto SIR/Marco Calvarese

Sono impressionanti i nuovi dati del rapporto “Disuguaglianza: il potere al servizio di pochi”, realizzato da Oxfam e diffuso ieri in occasione dell’apertura del World economic forum di Davos, secondo il quale dal 2020 i 5 uomini più ricchi del mondo (Elon Musk, Bernard Arnault, Jeff Bezos, Larry Ellison e Warren Buffett) hanno più che raddoppiato le loro fortune – passando da 405 a 869 miliardi di dollari – a un ritmo di 14 milioni di dollari all’ora, mentre la ricchezza complessiva di quasi 5 miliardi di persone più povere non ha fatto rilevare alcun segnale di crescita. A questi ritmi, nel giro di 10 anni potremmo avere il primo trilionario della storia dell’umanità, ma ci vorranno oltre due secoli (230 anni) per mettere fine alla povertà: «Il rapporto – spiega Amitabh Behar, direttore esecutivo di Oxfam international – ci dice che 7 delle 10 società più grandi al mondo hanno un miliardario come amministratore delegato o azionista di riferimento. Queste corporation hanno un valore di 10.200 miliardi di dollari, superiore al Pil combinato di tutti i Paesi dell’Africa e dell’America Latina».

L’aumento della ricchezza estrema nell’ultimo triennio è stato significativo, mentre la povertà globale resta ferma a livelli pre-pandemici. Oggi i miliardari sono, in termini reali, più ricchi di 3.300 miliardi di dollari rispetto al 2020 e i loro patrimoni sono cresciuti tre volte più velocemente del tasso di inflazione. Il 2023 verrà quindi ricordato come l’anno più redditizio di sempre. In totale, 148 tra le più grandi aziende al mondo hanno realizzato profitti per circa 1.800 miliardi di dollari tra giugno 2022 e giugno 2023, con un aumento del 52,5% degli utili rispetto alla media dei profitti nel quadriennio 2018-21. Per ogni 100 dollari di profitti generati da 96 tra i maggiori colossi globali, 82 dollari sono fluiti agli azionisti sotto forma di dividendi o buyback azionari.

E anche in Italia la forbice tra ricchi e poveri è aumentata. Il quadro distribuzionale tra il 2021 e il 2022, ha mostrato quasi un dimezzamento della quota di ricchezza detenuta dal 20% più povero (passata dallo 0,51% allo 0,27%), rispetto ad una sostanziale stabilità della quota del 10% più ricco degli italiani. Se a fine 2021 la ricchezza del top-10% era 6,3 volte superiore a quella detenuta dalla metà più povera della popolazione, il rapporto ha superato il valore 6,7 nel 2022. Inoltre al vertice della piramide distributiva, le consistenze patrimoniali nette dell’1% più ricco (titolare, a fine 2022, del 23,1% della ricchezza nazionale) erano oltre 84 volte superiori alla ricchezza posseduta complessivamente dal 20% più povero degli italiani.

A detta di Oxfam, dall’inizio della pandemia di Covid-19 fino al mese di novembre 2023 il numero dei miliardari italiani è aumentato di 27 unità (passando da 36 a 63) e il valore dei patrimoni miliardari (pari a 217,6 miliardi di dollari a fine novembre 2023) è cresciuto, in termini reali, di oltre 68 miliardi di dollari (+46%). Nel 2023, tra l’altro, è notevolmente aumentato aumentato anche il numero dei multimilionari italiani. Infatti l’insieme dei titolari di patrimoni finanziari superiori a 5 milioni di dollari, ha fatto registrare 11.830 nuovi ingressi su base annuale. Il valore complessivo dei loro asset è cresciuto nel corso dell’anno scorso di 178 miliardi di dollari in termini reali.

La disuguaglianza nella distribuzione dei redditi netti equivalenti in Italia, è rimasta praticamente stabile nel 2021 (ultimo anno per cui le stime distribuzionali sono accertate) rispetto al 2020, grazie al ruolo decisivo giocato dai trasferimenti pubblici emergenziali e dal reddito di cittadinanza. Il profilo poco ugualitario della distribuzione dei redditi, inserisce l’Italia in ventunesima posizione sui 27 Paesi membri dell’Unione europea.

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Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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